L’Aula del Senato approva all’unanimità la mozione delle opposizioni sul 25 aprile con 133 voti favorevoli e un solo astenuto. Roboanti gli applausi dell’Aula, tanto che il presidente Ignazio La Russa interviene: “Anche gli applausi a volte possono sembrare una provocazione“. La mozione di maggioranza invece è approvata con 78 voti favorevoli, 29 contrari e 26 astenuti. Il voto è accolto dai senatori di maggioranza al grido di “vergogna” verso i banchi delle opposizioni.
Cosa prevedono le mozioni sul 25 aprile?
La mozione della maggioranza, firmata dai capigruppo Lucio Malan (Fdi), Massimiliano Romeo (Lega) e Licia Ronzulli (FI) assieme ad altri componenti dell’esecutivo, prevede la “collaborazione di tutte le istituzioni e di tutte le forze politiche, ad adottare le opportune iniziative perché le pubbliche commemorazioni degli avvenimenti della storia italiana ed europea si svolgano nel rispetto della dovuta accuratezza storica, senza trarne occasione per attacchi ad avversari che pure si riconoscono nei principi, nei valori e nel dettato costituzionale“.
La mozione dell’opposizione, invece, porta le firme di Francesco Boccia (Pd), Barbara Floridia (M5S) e Azione-Iv, Avs e le autonomie. Prende in prestito le parole della senatrice a vita Liliana Segre e chiede di celebrare in modo unitario il 25 aprile, auspicando “gesti nuovi e magari inattesi” che potrebbero avere “grande valore d’esempio“. In passato, Segre dichiarò quando segue: “Le grandi Nazioni (…) dimostrano di essere tali anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perché non dovrebbe essere così per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date divisive, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 aprile, festa della liberazione, il 1° maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, festa della Repubblica? Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi“.