Incidente Frecce Tricolori: come ha fatto il pilota a salvarsi?

Negli ultimi giorni, siamo stati testimoni di un evento tragico che ha catturato l’attenzione di tutto il paese: l’incidente delle Frecce Tricolori presso l’aeroporto di Torino Caselle, che ha visto morire una bambina di 5 anni e riportare gravi danni ai suoi familiari.

In mezzo a questa tragedia, uno degli aspetti che ha suscitato più domande dei da parte dei non esperti è stata la pronta azione del pilota delle Frecce Tricolori, Oscar Del Dò, che è riuscito a utilizzare con successo il sistema di sicurezza noto come “sedile a espulsione” per salvarsi dall’incidente.

In questo articolo, esploreremo il funzionamento di un sedile a espulsione, una tecnologia di sicurezza fondamentale utilizzata negli aerei militari e acrobatici.

Come funziona un sedile ad espulsione?

Per comprendere come un sedile a espulsione possa essere il salvavita di un pilota in situazioni estreme, è necessario svelare il suo funzionamento, il quale opera in due fasi chiave.

Fase 1: l’apertura della cabina

Quando il pilota attiva il meccanismo di espulsione del sedile, la prima fase consiste nell’apertura della cabina di pilotaggio. Questo avviene attraverso l’uso di una carica esplosiva che stacca o rompe il tetto della cabina.

Nel caso in cui questa fase dovesse fallire, il poggiatesta del sedile è dotato di appendici appuntite progettate per perforare il tetto, garantendo così l’uscita del pilota.

Fase 2: l’espulsione del sedile

La seconda fase è quella cruciale: l’espulsione vera e propria del sedile attraverso l’apertura precedentemente creata. Il sedile viene innanzitutto sganciato dall’aereo e quindi espulso all’esterno con grande potenza grazie a una carica esplosiva posizionata sotto il sedile stesso. Questo processo è estremamente rapido e sottopone il pilota a un’accelerazione di almeno 12 volte la forza di gravità (12g).

In altre parole, in questa fase il pilota deve sopportare una forza equivalente a 13 volte il proprio peso corporeo. Per avere un’idea di questa sollecitazione, basti pensare che gli astronauti durante il lancio dello Space Shuttle sperimentano un’accelerazione di circa 4,5g, mentre le famose “centrifughe” utilizzate per l’addestramento raggiungono al massimo 8g.

Il ruolo cruciale e direzionale del sedile ad espulsione

Il sedile a espulsione è dotato di meccanismi di guida che consentono una corretta uscita dall’aereo e di dispositivi che immobilizzano braccia e gambe del pilota prima dell’espulsione, assicurando che il corpo dello stesso assuma una posizione raccolta per minimizzare il rischio di collisione con parti dell’aereo durante l’uscita.

Una volta fuori dall’aereo, il sedile è dotato di razzi che permettono al pilota di salire verticalmente, anche se l’espulsione è avvenuta mentre l’aereo era in una posizione “a testa in giù”.

Inoltre, i moderni sistemi di espulsione sono equipaggiati con vari sensori – tra cui giroscopi e altimetri – e sono dotati di automatismi che consentono l’apertura automatica del paracadute necessario per l’atterraggio in sicurezza del pilota.

Frecce Tricolori
Foto | Wikimedia Commons @Jakub Hałun – Newsby.it

Sedili eiettabili “zero-zero” e il loro utilizzo

I sistemi di sedili eiettabili più avanzati sono conosciuti come “zero-zero” perché consentono l’espulsione sicura da un velivolo a qualsiasi altitudine, anche a livello del suolo, e a velocità vicine allo zero. Questi sistemi sono particolarmente utili durante le fasi di decollo e atterraggio, quando il margine di tempo per una reazione di emergenza è estremamente limitato.

Tuttavia, è importante notare che i sedili eiettabili sono una componente chiave della sicurezza degli aerei militari e acrobatici, dove le condizioni di volo possono essere molto diverse rispetto a quelle degli aerei di linea. Negli aerei commerciali, invece, la sicurezza è garantita principalmente da altre tecnologie e procedure, come le cinture di sicurezza, gli airbag integrati nei sedili e i sistemi di evacuazione di emergenza.

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