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L’americana Howmet TX (Turbine eXperimental) era una delle auto più incredibili presenti al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este. Si tratta di una vettura americana che combina il telaio di un’auto da corsa, realizzato della McKee Engineering, a una turbina a gas compatta.
Dietro al progetto c’erano il pilota Ray Heppenstall e, in veste di prgoettista, Bob McKee, che si occupò della parte tecnica. A fornire le turbine, a noleggio, era la Continental Aviation & Engineering. Le turbine stesse derivavano da un appalto per un elicottero di tipo militare. A fornire il capitale, invece, la Howmet, una fonderia specializzata e grossista di metalli.
L’obiettivo alla base della Howmet TX era quello di dimostrare la validità delle turbine nelle competizioni, all’interno della categoria alla categoria delle Sport prototipo. Intento perfettamente riuscito poiché la Howmet TX raggiunse dei grandi risultati.
Nel 1968, la Howmet TX esposta al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este (una dei due esemplari costruiti), gareggiò a Le Mans, Daytona, Sebring e Brands Hatch. Con la turbina pesante solo 77 kg, e in grado di garantire 330CV e 949 nM) di coppia, riuscì a vincere due gare negli Stati Uniti organizzate dallo Sports Car Club of America (SCCA), che, ancora oggi, restano le uniche vittorie mai ottenute da un’auto a turbina.
Sentire il rumore della Howmet TX cambia la vita. Sì, potrebbe essere anche una battuta, ma basta guardare il video in testa a questo articolo per capire quanto sia unico il sound emesso da quest’auto a turbina. Chiudendo gli occhi sembra di essere di fronte a un elicottero in procinto di decollare. Nella Homet TX la turbina era a doppio stadio e un turboalbero forniva la potenza alle ruote motrici passando attraverso un riduttore.
Grazie all’ampio campo di utilizzo della turbina, il cambio tradizionale non era necessario e la Howmet TX era quindi un’automobile monomarcia (veniva cambiata la riduzione finale del differenziale a seconda del circuito su cui doveva gareggiare).
Con tale trasmissione la retromarcia era assente e, sebbene Heppenstall in un primo momento volesse farne a meno, la FIA la rese obbligatoria e venne montato un piccolo motore elettrico alimentato dalla turbina per muovere l’auto all’indietro.
La turbina usava due ampi tubi di scarico diretti verso l’alto e collocati all’estremità posteriore della vettura. Era poi presente, in posizione decentrata, un terzo tubo di scarico più piccolo, quello della valvola wastegate. Tale valvola era progettata in funzione della riduzione del ritardo di risposta della turbina ai comandi dell’acceleratore. Una volta raggiunto il regime massimo di rotazione, la wastegate regolava la quantità di carburante che affluiva alla turbina, modulando la potenza.
Sebbene la cilindrata delle turbine non possa essere misurata con la stessa metodologia dei motori a pistoni, la FIA introdusse una formula di equivalenza per calcolare quella della Continental TS325-1, convenzionalmente determinata in 2960 cc.
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