Vaccino con birra gratis: la soluzione dei bar della movida a Tel Aviv

Al fianco dell’emergenza sanitaria e di quella economica, l’emergenza Coronavirus ha presentato diverse problematiche sociali in buona parte del mondo. La chiusura di diverse attività (a partire da ristoranti, bar e locali) ha creato tensioni un po’ ovunque, per non parlare di quelle fette di cittadinanza ancora scettiche di fronte alla necessità di sottoporsi a vaccino. Un duplice problema che in quel di Tel Aviv, in Israele, si è deciso di fondere per trovare una soluzione comune.

Vaccino nei bar: come funziona a Tel Aviv

A Tel Aviv, infatti, è stata lanciata una nuova iniziativa. Si tratta dei “Vaccine Bar”, locali della movida in cui si può consumare un drink nella stessa serata in cui si riceve il siero anti Coronavirus. La soluzione è stata adottata finora da sette esercizi commerciali cittadini, tutti con la stessa formula: il vaccino viene somministrato al bancone, e in più si ottiene una birra gratis.

L’organizzazione è peraltro estremamente agile, dato che per avere il vaccino non occorre nemmeno prenotarsi. L’unica accortezza è quella di osservare e rispettare i calendari legati all’iniziativa, che comunque sono disponibili anche sui social network. E il popolo della notte di Tel Aviv ha già dimostrato una buona partecipazione al tutto. Forse ingolosito dal boccale omaggio, ma come si suol dire l’importante è il risultato. E sta arrivando.

Israele: il rimedio anti buontemponi e lo stato della campagna

In Israele non c’è adesso e non ci sarà nemmeno in futuro l’obbligo di vaccinarsi. E per chi non intende procedere in tal senso non ci saranno sanzioni personali“, ha peraltro ricordato Yuli Edelstein, ministro della Sanità dello Stato mediorientale. L’iniziativa di Tel Aviv crea però qualche preoccupazione, per esempio a proposito dell’eventualità che per prendersi una seconda birra qualche buontempone si presenti due volte alla somministrazione del vaccino.

Ebbene: per chi dovesse tentare di falsificare il Green Pass, il rischio è quello del carcere. E si tratta di un rischio molto concreto, dato che la certificazione deriva da una app gestita direttamente dal Ministero o dalla cassa mutua che ha somministrato il vaccino. Intanto la campagna vaccinale a Israele procede velocemente, dato che il 45,3% della cittadinanza ha ricevuto la prima dose e il 30,2% la seconda. Anche senza la birra omaggio di Tel Aviv.

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