Come reso noto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la produzione dei vaccini anti-Covid in Africa si concentrerà sulla replicazione del siero a Rna di Moderna. Sembra però che il progetto richiederà molto tempo, a causa della scarsa collaborazione della compagnia statunitense. Dopotutto, neppure l’Oms può ricreare un vaccino senza avere delle informazioni precise sulla sua realizzazione. Martin Friede, coordinatore della Initiative for Vaccine Research (IVR) dell’Oms, ha spiegato a Reuters che per il momento “gli incontri non hanno prodotto risultati”. Moderna non ha rilasciato alcuna dichiarazione sull’argomento. Questa situazione è un esempio perfetto delle sfide che l’Oms sta affrontando per espandere la produzione dei vaccini e ridurre le diseguaglianze tra le nazioni ricche e povere.
La distribuzione diseguale dei vaccini
Avviare la produzione dei vaccini in Africa sarebbe un passo avanti importante. Infatti consentirebbe a un numero sempre maggiore di Paesi in via di sviluppo l’accesso alle dosi. Per ora, oltre tre quarti delle 5.5 miliardi di dosi somministrate a livello mondiale sono state destinate alle nazioni più ricche, che ospita poco più di un terzo della popolazione mondiale. Al momento solo il 3% degli africani ha ricevuto il vaccino. Si tratta di una percentuale bassissima, soprattutto se confrontata con i numeri degli Stati Uniti (dove più di metà della popolazione è vaccinata) e della Spagna (tre quarti degli abitanti).
Friede ha spiegato che l’Oms ha scelto il vaccino di Moderna per via della decisione dell’azienda statunitense di non azionare i brevetti sul siero. Quest’ultimo è quindi è un po’ più facile da copiare rispetto agli altri. Ciononostante, servirà almeno un anno per ottenere delle dosi somministrabili alla popolazione. Friede ha sottolineato che l’Oms non sta chiedendo alla case farmaceutiche di divulgare gratuitamente delle informazioni sui vaccini, ma solo di collaborare per ridurre il gap esistente tra i vari Paesi del mondo.