L’ex presidente ha escluso un quarto ritorno alle urne nel corso di un’intervista a Full Measure. Nei sondaggi non è molto distante dalla candidata democratica
Al momento è difficile riflettere sulla politica statunitense senza pensare a Donald Trump. Negli ultimi anni il tycoon ha svolto un ruolo di primo piano all’interno del Partito Repubblicano ed è stato coinvolto in vari momenti importanti della storia recente del Paese. Nel bene e nel male è sempre riuscito a far parlare di sé, anche quando alcuni social media hanno scelto di chiudere i suoi account.
Non bisogna però dimenticare che Trump è un uomo di quasi 80 anni e che fare politica ha una certa età è tutt’altro che una passeggiata, come dimostrato dalla recente decisione di Joe Biden di farsi da parte in vista delle prossime elezioni. Nel corso di un’intervista a Full Measure, lo stesso tycoon ha dichiarato che se non riuscirà a battere Kamala Harris eviterà di ricandidarsi nel 2028. “No, basta! Non ci penserei proprio!” ha affermato con convinzione quando è stato messo di fronte all’eventualità di una quarta ricandidatura.
Chi è in vantaggio tra Trump e Harris?
Al momento Trump sembra avere meno chance di vittoria rispetto alla sua avversaria, anche se dai sondaggi non emerge un divario enorme tra i due candidati. Facendo la media delle ultime cinque rilevazioni successive al dibattito del 10 settembre su Abc News. Nel complesso, Harris è in vantaggio con il 50%, mentre Trump è al 47%. Dai dati diffusi da Nbc, invece, emerge un divario un pochino più ampio, con la candidata democratica al 49% e l’ex presidente al 44%. Harris, inoltre, sta ottenendo dei risultati migliori anche per quanto riguarda la raccolta fondi per la campagna elettorale, aspetto sul quale il tycoon sembrava in vantaggio grazie alle donazioni di Elon Musk. Nel corso del mese di agosto, la vicepresidente ha raccolto 190 milioni dollari, mentre Trump si è fermato a 44,5 milioni di dollari.
Le critiche del tycoon agli elettori ebrei
Di recente hanno fatto discutere alcune dichiarazioni di Trump relative agli elettori ebrei. L’ex presidente ha infatti dichiarato che una sua eventuale sconfitta alle elezioni sarebbe in parte “colpa” di questa fascia dell’elettorato, che sembra propensa a votare per Harris. Secondo il tycoon, in seguito a una vittoria della sua avversaria Israele rischierebbe di essere “sradicato, cancellato dalla faccia della Terra”. Trump ha definito gli elettori ebrei degli ingrati che non riconoscono i suoi sforzi nei confronti di Israele. Queste dichiarazioni sono arrivate durante il summit nazionale dell’Israeli American Council e sono state condannate con forza da un portavoce di Kamala Harris. “Donald Trump sta ricorrendo ai più vecchi luoghi comuni antisemiti perché è debole e non sopporta l’idea che la maggioranza dell’America lo rifiuterà a novembre”, ha dichiarato il portavoce al Times of Israel. “Sappiamo che parole come queste possono avere delle gravi conseguenze”, ha aggiunto.
Trump ha attaccato anche la Federal Reserve, dichiarando che “abbassare i tassi è il segno di un’economia in pessime condizioni”. Ha poi accusato la banca centrale americana di “essere politicizzata”. Non si è fatta attendere la replica del presidente Joe Biden: “Io, a differenza del mio predecessore, rispetto l’indipendenza della Fed”. L’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato di non aver mai parlato con Jerome Powell da quando è diventato presidente. Per Biden “il taglio dei tassi di interesse non è una dichiarazione di vittoria, bensì di progresso”, nonché il segnale dell’ingresso in “una nuova fase dell’economia e della ripresa”.
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