L’ennesima sparatoria di massa negli Stati Uniti si è consumata ieri sera a Lewiston, la seconda città del Maine. Il bilancio delle vittime è pensate: almeno 18 morti e circa 13 feriti. L’autore è Robert Card, un 40enne riservista con problemi mentali. Secondo le ricostruzioni, l’aggressore ha aperto il fuoco con un fucile AR-15 in due aree della città: in un ristorante e in una sala da bowling dove era in corso una festa per bambini.
L’ex militare istruttore d’armi è ancora in fuga e la polizia, con l’aiuto dell’Fbi, è impegnata in una caccia all’uomo senza sosta. Ai residenti è stato ordinato di restare in casa e chiudersi dentro perché l’aggressore è “armato e pericoloso”. La polizia ha diffuso una foto dell’uomo e un’immagine della sua auto, una Subaru Outback bianca, augurandosi che qualcuno lo riconosca e faciliti la cattura.
L’allarme è scattato intorno alle sette di sera. Da allora decine di agenti perlustrano quella che fino a poco tempo tempo era considerata una tranquilla cittadina del Maine di 40mila abitanti. Mentre è in corso la caccia all’uomo, le scuole di Lewiston oggi resteranno chiuse per precauzione come tutti gli uffici comunali.
Negli ultimi tempi Card avrebbe sofferto di disagio psichico e per questo la scorsa estate sarebbe stato ricoverato per due settimane. Secondo indiscrezioni, di recente avrebbe perso il suo lavoro.
600 sparatorie di massa dall’inizio dell’anno
Con la strage di ieri il numero delle sparatorie di massa registrate dall’inizio dell’anno, secondo i dati raccolti dal Gun Violence Archive, sono poco meno di 600. Le persone morte nei primi dieci mesi del 2023 in seguito alla violenza con armi da fuoco hanno superato quota 15mila mentre non si fermano le violenze e gli omicidi della polizia contro i cittadini afroamericani.
Più armi al mondo: 120 pistole ogni 100 abitanti
Gli Stati Uniti sono il Paese con la più alta diffusione di armi al mondo. Secondo il Small Arms Survey, nel 2018 ne circolavano oltre 390 milioni su una popolazione di 330 milioni di abitanti. Il rapporto è di 120 armi ogni 100 abitanti. Nel 2011 era 88 a 100. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, il 42% degli americani vive in una famiglia che possiede almeno un’arma.
Armi vendute al supermercato
Come è prevedibile anche questo ennesimo episodio sanguinoso è destinato a riaccendere il dibattito sulle maglie larghe delle leggi in materia di possesso e vendita di armi, senza tuttavia scalfire l’opposizione che resiste in un larga fetta del Paese. Il diritto dei cittadini americani a possedere armi da fuoco è sancito dal secondo emendamento della Costituzione e la questione da sempre polarizza il Paese.
Per l’acquisto di un’arma in tutti gli Stati è sufficiente essere maggiorenni e sottoporsi a un controllo preventivo, il “background check”. Si tratta di un questionario su stato di salute, uso di farmaci e precedenti penali che viene trasmesso all’Fbi per un controllo incrociato. Secondo le stime, in media solo l’1% delle domande viene respinto.
Le armi vengono vendute in migliaia di negozi, nei supermercati e nelle fiere, dove in alcuni Stati è consentita la vendita tra privati di armi di seconda mano. E in questo caso non è prevista alcun controllo peventivo. Si tratta in sostanza di una scappatoia per eludere i controlli. È il cosiddetto “gunshow loophole”, che non a caso l’amministrazione Biden ha annunciato, appena lo scorso agosto, di voler eliminare.
Ad aggravare la situazione un fiorente mercato clandestino che permette di aggirare le norme. Come ha dimostrato una recente inchiesta del Wall Street Journal, procurarsi un’arma è molto semplice grazie a una piazza parallela e virtuale che si è sviluppata sui social media, da Facebook Marketplace a Instagram.
Per entrare in possesso di un’arma nella maggior parte degli Stati è necessaria un’autorizzazione rilasciata al termine di un corso di addestramento sulla sicurezza delle armi da fuoco. Costa poche decine di dollari e può essere completato in un solo giorno.
Le sparatorie più gravi degli ultimi anni
La strage del Maine è solo l’ultima di un’interminabile lista di sparatorie che hanno lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue. Tra le più recenti ha impressionato, per la giovane età delle vittime, quella avvenuta in Texas nel maggio dello scorso anno, quando lo studente 18enne Salvador Ramos ha fatto irruzione in una scuola elementare di Uvalde uccidendo 21 persone, tra cui 19 bambini. È stata la peggiore sparatoria in una scuola dal massacro di Sandy Hook, in Connecticut, nel dicembre del 2012, il ventenne Adam Lanza ha ucciso 27 persone, inclusi 20 bambini.
Pochi pochi prima della strage di Uvalde, il suprematista 18enne Payton Gendron era entrato in un supermercato di Buffalo, nello Stato di New York, uccidendo ucciso 10 persone
L’anno prima era stata la volta di Atlanta, in Georgia, dove il 21enne Robert Aaron Long ha fatto irruzione in tre diverse sale massaggio che frequentava e ha ucciso otto persone, fra cui sei donne di origine asiatica.
Nel febbraio del 2020 a Milwaukee un dipendente licenziato è entrato nel campus di Molson Coors, il colosso della birra, e ha ucciso sei persone prima di togliersi la vita.
Il 4 agosto 2019, il 24enne Connor Betts ha fatto una strage in un bar a Dayton, in Ohio, uccidendo nove persone e ferendone altre 17, sotto l’effetto di cocaina, alcol e antidepressivi.
Appena un giorno prima Patrick Crusius, 21 anni, è entrato in un affollato supermercato della catena Walmart a El Paso, in Texas, e ha ucciso 23 persone ferendone altrettante.
Nel 2018 a Parkland, in Florida, il Nikolas Cruz, 19 anni, un passato da suprematista bianco, ha fatto irruzione armato nella sua ex scuola e ha ucciso 17 tra studenti e docenti, ferendo altre decine di persone.
Il 2 ottobre 2017, il 64enne Stephen Paddock ha aperto il fuoco durante un Festival a Las Vegas, nel Nevada, uccidendo 50 persone e ferendone 400.
Nel 2016 a Orlando, il 29enne Omar Saddiqui Mateen ha sparato all’interno del Pulse, un locale gay di Orlando, in Florida, uccidendo 49 persone e ferendone altre 50.
L’anno prima era stata la volta di San Bernardino, in California, dove 14 persone sono state uccise e 22 ferite gravemente in un attacco contro un centro per i servizi sociali, l’Inland Regional Center, compiuto da un uomo e una donna, sposati e simpatizzanti dello Stato islamico.
Il 20 luglio 2012, la prima mondiale di Batman, The Dark Knight Rises, si è trasformata in un bagno di sangue. Un uomo di 24 anni con la maschera del “cattivo” del film è entrato in un cinema di Denver, in Colorado, durante la proiezione e ha ucciso 12 persone ferendone altre 70.
Nel novembre del 2009, un soldato americano di origine palestinese di 39 anni ha aperto il fuoco a Fort Hood, in Texas, uccidendo 13 persone e ferendone 42.
Lo stesso anno in aprile, un uomo di 42 anni di origini vietnamite ha sparato in un centro di accoglienza per migrati a Binghamton, nello Stato di New York, togliendo la vita a 13 persone.
Il 20 aprile 1999, Eric Harris, 18 anni, e Dylan Klebold, 17 anni, due studenti della Columbine High School di Denver, in Colorado, hanno ucciso a colpi d’arma da fuoco 12 compagni e un insegnante prima di togliersi la vita.