Aleggiava lo spettro di Donal Trump ieri sera sul palco del Fisery Forum di Milwaukee. Unico tra i candidati repubblicani a disertare il primo dibattito tv in vista delle elezioni Usa del 2024.
In testa a tutti sondaggi da mesi, a dispetto dei guai giudiziari che lo inseguono, l‘ex inquilino della Casa Bianca si è sottratto al confronto con gli altri otto colleghi di partito. “Il pubblico sa chi sono e e conosce i successi della mia presidenza. Quindi non parteciperò al dibattito”, ha annunciato lo stesso tycoon dalla piattaforma social Truth.
L’intervista di Trump sui social
Durante il dibattito trasmesso in diretta dalla Fox News, Trump è riuscito a rubare la scena agli avversari apparendo in un’intervista sul social network X (ex Twitter) rilasciata all’amico Tucker Carlson, il famoso conduttore licenziato in tronco proprio dall’emittente di proprietà di Rubert Murdoch.
A seguire la coppia, secondo lo staff del tycoon, sono stati in 100 milioni, quasi un americano su tre.
“Penso sia il presidente più corrotto che abbiamo mai avuto e ha anche la particolarità di essere il più incompetente”, ha detto Trump a proposito del presidente Usa Joe Biden. “Non riesce a mettere due parole insieme, non riesce a camminare”, ha rincarato la dose.
Nei suoi 45 minuti di intervista Trump non ha perso l’occasione per snobbato i rivali repubblicani. Poi è tornato a ribadire la tesi delle elezioni 2020 “truccate” e ha promesso che chiuderà la frontiera col Messico per bloccare l’immigrazione.
Il dibattito tv
Seppur combattuto e agguerrito, dal confronto di Milwaukee non è uscito un vero vincitore. Di fatto nessuno degli otto aspiranti alla nomination repubblicana è riuscito a imporsi come reale alternativa a “The Donald” nel campo conservatore.
Il governatore della Florida Ron DeSantis, principale rivale di Trump nei sondaggi, ha insistito sul declino del Paese “per colpa di Biden” e ha rivendicato le sue posizioni intransigenti in tema di aborto. “Sarò un presidente pro-vita”, ha annunciato.
L’ex numero due di Donald Trump, Mike Pence, pur nello stile compassato che lo contraddistingue, ha parlato più di tutti (oltre 12 minuti) mettendo a segno qualche punto. Come quando ha incassato il sostegno dei rivali ricordando di aver difeso la Costituzione col no alla richiesta del tycoon di non certificare la vittoria di Biden. “Ha fatto il suo dovere”, hanno convenuto gli altri candidati.
O quando ha attaccato frontalmente l’unico outsider della serata, il giovane imprenditore nel settore tecnologico Vivek Ramaswamy. “Non è tempo di esordienti e di apprendistato”, lo ha liquidato Pence. Proprio il 38enne di origini indiane si è distinto per le posizioni sopra le righe, dal no agli aiuti all’Ucraina alla “truffa” del cambiamento climatico.
Unica donna sul palco del Fisery Forum, l’ex governatrice del South Carolina, già amabasciatrice Onu, Nikki Haley è emersa per le posizioni moderate su aborto (“non va demonizzato”) e cambiamento climatico (è “reale” ma “il problema sono la Cina e India”).
Gli altri candidati, a detta di molti osservatori, sono rimasti sullo sfondo. Tim Scott, unico senatore afroamericano repubblicano, non ha commesso errori ma non ha neppure impressionato riproponendo la biografia da “sogno americano”.
L’ex governatore moderato dell’Arkansas Asa Hutchinson si è distinto per gli attacchi frontali a Trump, al pari dell’ex governatore del New Jersey Chris Christie, che ha apostrofato il tycoon come “indegno per la presidenza” degli Stati Uniti.
L’oscuro governatore del North Dakota Doug Burgum, passato perlopiù inosservato, si è concentrato sulla politica energetica proponendo una ricetta a base di fossili.
Sei candidati su otto sostengono Trump
Significativo notare che tutti – con l’eccezione di Hutchinson e di un titubante Christie – hanno affermato che sosterranno Trump se sarà lui a spuntarla alle primarie del partito anche in caso di condanna.