A un mese esatto dall’inizio della guerra, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky rilascia la sua prima intervista a un quotidiano italiano, La Repubblica. Il leader ucraino invita il mondo intero a scendere in piazza contro il conflitto, sottolineando come la guerra lampo della Russia sia fallita.
Zelensky assicura inoltre che Kiev si difenderà fino alla fine, ma nel contempo chiede che l’Occidente inasprisca le sanzioni contro Mosca e invii aerei e mezzi di difesa contro gli attacchi dal cielo. Il presidente ucraino si dice poi convinto che l’omologo russo Vladimir Putin non si fermerà e che il conflitto in corso riguardi tutta l’Europa: “Difendiamo i valori e le libertà europei in una sanguinosa lotta. Non è una prova sufficiente che siamo da tempo un Paese europeo?”. Infine, afferma di essere disposto a discutere un cessate il fuoco, a patto però che non diventi un ultimatum.
Ucraina, Kiev: “Bombe al fosforo su Luhansk, 4 morti”
Zelensky si è poi appellato alla Nato, ribadendo le richieste di Kiev in materia di armamenti. “Avete almeno 20mila carri armati – ha osservato –. L’Ucraina ha chiesto l’uno per cento di tutti i vostri carri armati. Dateceli o vendeteceli. Ma non abbiamo una risposta chiara”. “Voglio solo che sappiate: l’Alleanza può ancora impedire la morte degli ucraini dagli attacchi russi, dall’occupazione russa, dandoci tutte le armi di cui abbiamo bisogno – ha aggiunto -. Questa mattina abbiamo trovato bombe russe al fosforo. Adulti e bambini sono stati uccisi. Per salvare le nostre città, abbiamo bisogno di assistenza militare senza restrizioni”.
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Mentre l’Ucraina attende l’arrivo delle armi da Usa (che ha approvato un pacchetto di aiuti da 800 milioni) e Regno Unito (6mila missili annunciati da Londra), Kiev denuncia dunque l’utilizzo da parte delle forze russe di bombe al fosforo. In particolare nella regione di Luhansk, nel Sud-Est del Paese. Lo annuncia su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergey Gaidai, citato dall’agenzia Unian, sottolineando che ci sono morti e feriti. “Nella notte gli invasori hanno bombardato la regione di Luhansk con missili e bombardamenti al fosforo – scrive -. Si sa già che quattro persone sono morte e i russi hanno danneggiato o completamente distrutto molte case”. I russi hanno colpito le città di Severodonetsk, Lysychansk, Rubizhne, Kreminna, Novodruzhesk e Voevodivka.
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Nonostante le crescenti difficoltà, l’esercito di Mosca ieri ha distrutto un ponte chiave sul fiume Desna che collegava la città settentrionale di Chernihiv alla capitale Kiev. Il passaggio, ha evidenziato Lyudmyla Denisov, difensore civico ucraino per i diritti umani, era utilizzato anche per portare aiuti umanitari alla capitale ed evacuare i civili. Nel frattempo, riporta il Kyiv Independent, è andata a fuoco una foresta vicino alla centrale nucleare di Chernobyl. La stessa testata ha poi reso noto che, secondo il ministro dell’Ecologia Ruslan Strelets, la maggior parte del rogo è sotto controllo. Strelets ha fatto sapere che nelle ultime due settimane si sono registrati più di 30 incendi. Nella serata di ieri le autorità di Kiev hanno informato dell’incendio nei pressi di Chernobyl anche l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
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Si combatte ormai all’interno di Mariupol, dove è morta anche la ginnasta 11enne Kateryna Dyachenko, che ha perso la vita nel crollo della sua casa; mentre il sindaco Vadim Boychenko avrebbe lasciato la città per l’assenza di collegamenti.
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In alcune aree vicino a Kiev la resistenza ucraina è riuscita a respingere l’avanzata delle forze russe secondo il Pentagono, secondo cui la Russia ha già lanciato oltre 1.200 missili dall’inizio dell’invasione. Intanto, la Marina militare ucraina annuncia di aver distrutto una grande nave russa nel porto occupato di Berdyansk, nel Sud-Est del Paese. A Odessa le navi russe hanno invece bersagliato il porto con colpi di artiglieria, ma l’attacco è fallito secondo il portavoce dell’esercito dell’oblast’ locale, Sergei Bratchuk.
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Le forze armate ucraine hanno inoltre diffuso il video della distruzione dei carri armati russi nella regione di Kiev che erano diretti verso la capitale. Secondo la Cnn, l’esercito di Mosca si troverebbe a circa 55 km ad Est dal centro della città, ma le truppe russe avrebbero anche “stabilito posizioni difensive” a Nord-Ovest. Nel frattempo, lo stato maggiore ucraino ha annunciato di aver ripreso la città di Makariv, a 60 km a Ovest da Kiev, e i russi, secondo alcuni report, sarebbero circondati nei sobborghi nord-occidentali di Bucha, Irpin e Gostomel.
Biden in Europa tra summit e sanzioni agli oligarchi
Sul fronte internazionale, è in arrivo in Europa il presidente americano Joe Biden, che oggi parteciperà ai summit di Nato, G7 e Consiglio europeo. E nel frattempo si prepara ad annunciare “nuove sanzioni su figure politiche, oligarchi ed entità russe”, come anticipa il capo della sicurezza nazionale, Jake Sullivan, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One diretto a Bruxelles. Le nuove sanzioni dovrebbero includere anche misure contro oltre 300 membri della Duma, la Camera bassa del parlamento russo. Ma non contro il miliardario Roman Abramovich. Come scrive il Wall Street Journal, infatti, gli Usa non avrebbero sanzionato l’ex presidente del Chelsea su esplicita richiesta di Zelensky, secondo cui l’oligarca potrebbe facilitare i negoziati di pace con la Russia.
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“Siamo davanti alla più grave crisi per un’intera generazione”. Queste le parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al suo arrivo al quartier generale dell’Alleanza, dove oggi si terrà il vertice straordinario dei leader dei 30 Paesi membri. E ha aggiunto: “Chiediamo alla Cina di condannare l’invasione e di non dare supporto politico e militare” alla Russia. “Putin – ha detto ancora – ha commesso un grande errore” ad attaccare un stato sovrano indipendente e ha “sottovalutato” la capacità di resistenza degli ucraini e delle loro forze armate. Intanto, oggi la Nato deciderà di dislocare altri quattro gruppi tattici (battlegroup) sul fronte Est per fare fronte alla minaccia russa. In particolare, l’iniziativa riguarderà Bulgaria, Romania, Slovacchia e Ungheria.