L‘Ucraina usa per la prima volta gli Atacms, i missili terra-terra a lungo raggio forniti dagli Usa, contro le forze russe nelle aree occupate nell’Est del Paese. Lo scenario della guerra, iniziata oltre 600 giorni fa, potrebbe cambiare sensibilmente mentre occhi e riflettori del mondo sono puntati sul Medio Oriente e sul conflitto tra Israele e Hamas.
L”altro fronte”, quello che riguarda Ucraina e Russia, è finito in secondo piano da dieci giorni. Ma Kiev e Mosca continuano a combattere e la guerra iniziata a febbraio 2022 prosegue in particolare nel Sud e nell’Est dell’Ucraina. Proprio dai territori orientali arrivano le notizie che delineano “un nuovo capitolo della guerra”, come ha scritto su X il consigliere presidenziale ucraino Volodymyr Podolyak.
“Non ci sono più luoghi sicuri per le truppe russe all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina. Questo significa che a medio termine non potranno conservare il Sud, la Crimea e la flotta del Mar Nero. Il conto alla rovescia è già iniziato. Il contatore del gas e il petrolio sta ancora rinviando la fine. Ma è diventata inevitabile da tempo“.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha confermato l’uso degli Army Tactical Missile System. “Grazie a tutti quanti combattono e lavorano per l’Ucraina. Grazie a chi ci aiuta! E oggi, un grazie speciale agli Stati Uniti. I nostro accordi con il presidente Biden sono stati realizzati. Sono stati realizzati accuratamente, gli Atacms si sono comportati bene”, ha detto nel consueto discorso serale.
Nella notte attacchi nell’Est dell’Ucraina
Gli attacchi notturni ucraini sugli aeroporti militari russi nelle zone occupate di Luhansk e Berdiansk hanno distrutto nove elicotteri, un sistema di difesa aerea e un magazzino di munizioni, hanno riferito le forze di Kiev. Decine di uomini delle forze russe sarebbero rimasti uccisi e feriti a seguito dell’operazione.
Cosa cambia con i missili Atacms
Consegnati da Washington in gran segreto lo scorso settembre, gli Atacms potrebbero cambiare le sorti del conflitto. Sparati dai lanciatori Himars, hanno una gittata tale – fino a 165 chilometri – da costringere l’armata russa ad allontanarsi dalla linea del fronte spostando la battaglia nelle retrovie.
Prodotti dall’azienda statunitense Lockheed Martin, sono missili guidati tattici a lungo raggio. Attraverso sistemi di navigazione Gps, possono modificare la traiettoria in volo e sono compatibili con i veicoli cingolati Multiple Launch Rocket System (Mlrs) e con il sistema High Mobility Artillery Rocket System (Himars), che le forze armate ucraine utilizzano da tempo. Secondo la casa produttrice, l’arma “offre ai comandanti operativi la potenza di fuoco immediata per vincere battaglie in profondità”.
Un fatto significativo anche perché è la prima volta che l’amministrazione Biden fornisce armi capaci di colpire obiettivi russi ben oltre i propri confini. Dopo lunghi tentennamenti e le pressioni di Zelensky, alla fine il presidente Usa Joe Biden si è deciso a inviare gli Atacms ma con un compromesso. A Kiev è arrivata la versione, armata con bombe a grappolo, con una gittata inferiore rispetto a quella massima (300 chilometri). Finora il capo della Casa Bianca si era mostrato restio a fornire agli ucraini questo tipo di armi nel timore di un’escalation del conflitto.
La consegna indica che i calcoli degli Stati Uniti sono cambiati di fronte alla lentezza della controffensiva ucraina. La potenza e la precisione di fuoco degli Atacms infatti possono accelerare l’avanzata delle forze di Kiev verso Est e Sud.
Putin: “Nessun cambiamento con gli Atacms”
Non la pensa così il presidente russo Vladimir Putin, convinto che la fornitura dei missili a Kiev sia “un errore degli Usa” che “non cambia la situazione” al fronte ma “prolungherà solo l’agonia dell’Ucraina”.
Da Pechino, dove ha incontrato l’omologo cinese Xi Jinping, il capo del Cremlino ha detto che l’invio degli Atacms “certamente crea danni e ulteriori minacce” ma Mosca “sarà sicuramente in grado di respingere gli attacchi”.
“Un errore ancora più grande” da parte degli Stati Uniti è lasciarsi sempre di più “coinvolgere direttamente nel conflitto”, ha aggiunto Putin.
Prima del capo del Cremlino, anche l’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov aveva stigmatizzato la decisione degli Usa, bollata come “un errore grossolano” le cui “conseguenze saranno molto gravi”.
Intanto da Mosca arriva la notizia che la Duma ha approvato in terza e ultima lettura il ritiro della ratifica del Trattato su bando totale dei test nucleari (Ctbt).