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Secondo l’UNHCR, Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, più di mezzo milione di persone sono fuggite dall’Ucraina dopo l’invasione russa. Di queste, oltre 280 mila si sono messe in viaggio verso la Polonia. Sono per la maggior parte donne quelle che continuano ad attraversare il valico transitando via terra per Leopoli per poi arrivare a Medyka.
Il dramma di chi scappa dall’Ucraina
“A causa della guerra in Ucraina ci siamo viste costrette ad andare in Polonia – ha raccontato una delle giovani donne in viaggio –. Speriamo di trovare qualcosa lì, magari un lavoro. Veniamo da Kharkiv, che attualmente è sotto le bombe. Io lavoravo lì, e ora sono disoccupata. Ho dovuto lasciare qui la mia famiglia“.
La giovane ha preso parte alle tante code per salire su un autobus in partenza dall’Ucraina. Nelle strade anche molte macchine, alcune ferme e altre in moto. Ma anche persone e intere famiglie a piedi, che sperano di trovare un passaggio che le porti lontane dalla guerra. Qualcuno si è anche organizzato accampandosi in tende di fortuna, nell’attesa di capire come accelerare il viaggio verso il confine. Tra loro ci sono anche moltissimi bambini.
L’allarme rifugiati e il nodo razzismo
L’UNHCR aveva lanciato l’allarme rifugiati già nei giorni scorsi. A domenica aveva parlato dei numeri dell’emergenza via Twitter. “I dati sul numero di rifugiati in fuga dall’Ucraina sono appena stati aggiornati – si basano sulle informazioni rese disponibili dalle autorità nazionali. Il totale attuale è ora di 368.000 persone costrette a fuggire e continua a crescere“, si leggeva in un post.
Non mancano però i problemi anche all’interno della stessa carovana di persone in fuga. Se infatti sono migliaia i civili che stanno cercando di lasciare l’Ucraina per allontanarsi dagli orrori della guerra iniziata dalla Russia, per qualcuno è ancora più dura che per altri. Soprattutto per chi ha un colore della pelle diverso dal bianco. Secondo varie testimonianze, numerosi africani avrebbero subito degli episodi di razzismo, vedendo loro impedita la possibilità di abbandonare il Paese e mettersi al sicuro.