Come riferito da Oleksandr Sinkevych, il sindaco di Mykolaiv (città dell’Ucraina), nel corso della notte due missili lanciati dalle forze russe si sono abbattuti sull’Università Nazionale del Mar Nero intitolata a Peter Mohyla. “Pochi giorni fa ho pubblicato un video e ho mostrato che lì non c’è una base militare e che vi lavorano impiegati universitari”, ha precisato il primo cittadino. Sinkevych ha sottolineato che al momento del bombardamento c’era solo una guardia di sicurezza all’interno dell’università, che è uscita illesa dall’attacco. Tuttavia, le schegge e le onde d’urto prodotte dalle detonazioni hanno danneggiato le case situate di fronte all’ateneo.
Nelle prime ore di oggi, mercoledì 17 agosto, le truppe russe hanno portato avanti diversi attacchi missilisti sulla regione di Odessa. I bombardamenti si sono verificati tra le 2:50 e le 3:30, ora locale (rispettivamente le 3:50 e le 4:30 in Italia), come riferito da Serhii Bratchuk, il capo dell’amministrazione militare regionale. Al momento non sono ancora disponibili informazioni su eventuali danni e vittime.
Ucraina, Navalny chiede sanzioni più severe per gli oligarchi russi
Alexei Navalny, l’attivista russo in carcere dal gennaio del 2021, è tornato a far sentire la sua voce, chiedendo all’Occidente di imporre delle sanzioni più severe contro gli oligarchi russi. “Sono necessarie per costringere l’aggressore a fermare la guerra”, ha spiegato. “Per metterlo sotto pressione. E qui ci sono soluzioni complesse come l’embargo su petrolio e gas. Ma poi ce ne sono di davvero semplici: sanzioni personali”, ha aggiunto. “Non richiedono altro che volontà politica”.
Su Twitter, Navalny ha criticato la scelta di non includere Alexei Miller, il presidente del consiglio di amministrazione della compagnia energetica russa Gazprom, nella lista delle sanzioni dell’Ue (che include Igor Sechin, il capo della Rosneft). Il miliardario Roman Abramovich, invece, non è presente nell’elenco delle sanzioni degli Stati Uniti. Inoltre, tra i 200 russi più ricchi e potenti presenti in un articolo della rivista Forbes, appena un quarto rientra nella lista degli individui colpiti dalle sanzioni occidentali.
Al momento Navalny si trova in prigione, dove sta scontando una condanna a nove anni di reclusione.