Nel ventottesimo giorno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, l’esercito russo ha sequestrato un convoglio umanitario, composto da 11 autobus vuoti diretti a Mariupol. Il convoglio avrebbe dovuto portare al sicuro gli ucraini in fuga dalla città assediata, ma gli autisti e diversi operatori dei servizi di emergenza sono stati catturati prima di poter dare una mano alla popolazione. Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, ha denunciato quest’azione e ha assicurato che Kiev sta facendo di tutto per liberare i prigionieri. Ha poi spiegato che centomila persone “sono rimaste intrappolate nella città in rovina di Mariupol, dove stanno patendo la fame sotto costanti bombardamenti russi”.
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Il presidente ucraino ha poi rinnovato i suoi appelli affinché la Russia consenta corridoi umanitari sicuri e ha detto che i civili stanno affrontando “condizioni disumane”. A causa dell’assedio, infatti, non hanno accesso al cibo, all’acqua e alle medicine. Ha aggiunto che nelle ultime 24 ore più di 7mila persone sono fuggite dalla città.
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Zelensky ha anche ringraziato Papa Francesco “per il suo sostengo e per aver pregato per l’Ucraina. L’ho invitato a visitare il nostro Paese in questo momento cruciale e credo che riusciremo a organizzare questa visita importante“.
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Sempre oggi, il leader ucraino è intervenuto in videocollegamento alle Camere riunite del Parlamento francese. Ad accoglierlo una doppia standing ovation dei parlamentari, che si sono alzati in piedi per applaudirlo all’inizio e alla fine del suo intervento.
Kiev chiede armi all’Occidente
L’Ucraina ha chiesto all’Occidente di fornire armi offensive come deterrente da usare contro Mosca. L’appello è arrivato da Andriy Yermak, il capo di gabinetto del presidente Zelensky. “Le nostre forze armate e i nostri cittadini resistono con un coraggio sovrumano, ma non possiamo vincere una guerra senza armi offensive, senza missili a medio raggio, che possono essere un mezzo di deterrenza“, ha dichiarato Yermak in un video su Telegram.
Mykolaiv, capoluogo dell’omonimo oblast, è sotto il controllo dell’esercito ucraino e al momento è “relativamente sicura“. A dichiararlo è Yaroslav Chepurnoy, il portavoce delle truppe anfibie d’assalto ucraine. “Ci sono stati dei bombardamenti. Le truppe russe sono a 40 chilometri da qui, hanno preso dei villaggi nei dintorni della città. L’esercito ucraino sta cercando di allontanarle il più possibile. Non crediamo che i russi possano attaccare dal mare, perché sono piuttosto lontani, per ora. Gli attacchi potrebbero aumentare ma per ora tutto è sotto controllo“, ha aggiunto.
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Sul fronte internazionale, si segnalano le parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Il summit straordinario di domani affronterà anche il ruolo della Cina, che ha dato sostegno politico alla Russia e la appoggia nella diffusione della disinformazione: gli alleati sono preoccupati che Pechino possa fornire aiuto materiale per l’invasione”. Stoltenberg ha infine sottolineato che la l’Alleanza “chiederà alla Cina di assumersi le sue responsabilità” e di chiedere “lo stop immediato della guerra”.
Ucraina, rilevata attività navale russa nel Mar Nero
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Secondo quanto riferito da una fonte della difesa americana, nelle ultime ore le forze russe sarebbero entrate a Mariupol. Tra di loro ci sarebbero anche dei separatisti del Donbass. “Gli ucraini stanno lottando molto duramente per non far cadere questa città”, riferisce la fonte. Si registra anche dell’attività navale russa nel Mar Nero, tuttavia ciò non implica che un attacco con mezzi anfibi contro Odessa sia imminente.
In un video pubblicato su Telegram è possibile osservare il lancio di missili cruise verso l’Ucraina da una nave situata al largo della costa della Crimea, appena a ovest di Sebastopoli.
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Intanto, il ministero della Difesa russo rende noto su Facebook di aver distrutto il lanciatore del sistema missilistico antiaereo S-300 delle forze armate ucraine. La struttura si trovava nell’area industriale urbana alla periferia settentrionale di Kiev. “Il fuoco è stato aperto da un veicolo aereo senza pilota. Il sistema di difesa aerea delle forze armate ucraine è stato distrutto“.
Bombardato un ponte a Chernihiv
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Durante la notte, le forze russe hanno bombardato un ponte a Chernihiv, a 130 chilometri da Kiev, ritenuto cruciale per portare aiuti umanitari ed evacuare i civili. La notizia, diffusa dal Kyiv Independent, è stata confermata dal ministro dell’interno ucraino Anton Gerashchenko, che ha citato Vyacheslav Chaus, il capo dell’amministrazione statale regionale di Chernihiv.
Per la giornata di oggi, mercoledì 23 marzo, sono stati concordati nove corridoi umanitari, nessuno dei quali consente di uscire da Mariupol. Lo ha reso noto Iryna Vereshchuk, vice primo ministro dell’Ucraina. Ha spiegato che non è ancora stato trovato un accordo con la Russia per stabilire un corridoio sicuro dal cuore di Mariupol.
Ucraina, morti 121 bambini dall’inizio della guerra
Il procuratore generale ucraino ha riferito che dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina sono stati uccisi 121 bambini e altri 167 sono rimasti feriti. Le bombe hanno colpito 548 strutture educative, 72 delle quali sono state completamente distrutte. “Le scuole bombardate sono più di 220, 155 gli asili nido. La situazione peggiore è nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Mykolaiv, Sumy, Kyiv, Kherson, Chernihiv e a Kiev. Colpiti dalle bombe russe anche scuole di medicina, arti, impianti sportivi, biblioteche“, ha detto la procura.
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