Si chiude la terza settimana di guerra in Ucraina, con Mariupol che ancora una volta si conferma uno dei fronti più caldi del conflitto. La città, situata nella zona sudorientale del Paese, è finita sotto l’attacco della Russia anche sul fronte sud, ossia via mare. E dal Mar Nero sono partiti anche gli attacchi verso Odessa. Arrivano però barlumi di speranza dalle parole del presidente Volodymyr Zelensky da un lato e dal ministro degli Esteri del Cremlino dall’altro. Quest’ultimo, Sergej Lavrov, ha dichiarato: “I negoziati non sono facili, ma un compromesso è possibile“. Ma non manca anche un contestuale passo indietro.
Negoziati di pace, le parole di Zelensky e Lavrov
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Intanto, i colloqui con la Russia continuano e sembrano ora “più realistici“: lo ha dichiarato Zelensky, nel suo discorso pronunciato a notte fonda. “Tutte le guerre terminano con un accordo“, ha detto il presidente ucraino, ricordando come i negoziati fra le delegazioni di Mosca e di Kiev in corso siano “difficili“, ma “di fondamentale importanza. Abbiamo comunque bisogno di tempo, perché le decisioni da prendere siano nell’interesse dell’Ucraina“, ha concluso.
“I nostri negoziatori affermano che, per ovvi motivi, i colloqui con l’Ucraina non stanno andando bene. Esiste comunque un margine di speranza di raggiungere un compromesso“, ha invece dichiarato Lavrov. Queste le parole del ministro degli Esteri della Russia sono state rilanciate dall’agenzia Tass.
Il “compromesso” del Cremlino, la risposta ucraina
La proposta del Cremlino è stata però respinta. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva infatti spiegato più nel dettaglio cosa la Russia intenda per “compromesso possibile“. L’idea è quella di un’Ucraina neutrale secondo il modello svedese o austriaco. “Stiamo discutendo questo modello come una soluzione di compromesso“, ha detto Peskov. Secca la risposta di Kiev: “Siamo in stato di guerra diretta con la Russia. Pertanto, il modello può essere solo ucraino“, ha affermato il capo negoziatore ucraino Mykhailo Podoliak.
Resta comunque un clima diverso rispetto alle ore precedenti. Nella giornata di ieri, infatti, Zelensky si era rivolto – parlando in russo – direttamente alle truppe di Mosca. “In 19 giorni l’esercito russo ha avuto più soldati morti che nelle due sanguinose guerre in Cecenia – aveva detto -. Vi offro una scelta: a nome del popolo ucraino, vi diamo la possibilità di vivere. Se vi arrendete alle nostre forze militari, vi tratteremo come devono essere trattati gli esseri umani: con dignità. Il modo in cui non siete stati trattati dal vostro esercito. E il modo in cui il vostro esercito non tratta la nostra gente. Scegliete“.
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Anche oggi, comunque, Zelensky ha ribadito che “per quanto riguarda l’ultima provocazione infantile che mi sto offrendo di deporre le armi, posso solo dire che i militari russi devono deporre le loro armi, che vadano a casa come noi siamo già a casa. Stiamo difendendo la nostra terra, i nostri figli, le nostre famiglie. Perciò non deporremo nessuna arma fino alla nostra vittoria“.
L’intervento del presidente ucraino al Congresso Usa
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Nel pomeriggio Zelensky è infine intervenuto al Congresso degli Stati Uniti per un discorso sull’invasione russa accolto da una standing ovation dei legislatori.
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“Come leader della mia nazione mi rivolgo al presidente Biden: lei è il leader della nazione, della sua grande nazione. Le auguro di essere il leader del mondo. Essere il leader del mondo significa, però, essere il leader della pace – ha detto il presidente ucraino durante il suo intervento -. Oggi, la pace nel Paese non dipende più solo da te e dal tuo popolo, dipende da quelli che ti stanno accanto. E da quelli che sono forti. Ma forte non significa grande. Essere forti è avere il coraggio ed essere pronti a lottare per la sopravvivenza dei cittadini e dei cittadini del mondo, per i diritti umani, per la libertà, per il diritto di vivere decentemente e morire quando arriverà il momento e questo non deve essere deciso da qualcun altro“.
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E ancora: “Ricordate Pearl Harbor. La terribile mattina del 7 dicembre 1941. Quando il vostro cielo era nero per gli aerei che vi attaccavano. Ricordatevi di questo. Ricordate l’11 settembre. Un giorno terribile del 2001, quando il male ha cercato di trasformare le vostre città in un campo di battaglia. Quando persone innocenti furono attaccate. Attaccate dall’aria. In un modo che nessuno si aspettava. In un modo che non si poteva fermare. Il nostro Paese sperimenta questo ogni giorno! Ogni notte! Da tre settimane ormai! Diverse città ucraine: Odessa e Kharkiv, Chernihiv e Sumy, Zhytomyr e Lviv, Mariupol e Dnipro. La Russia ha trasformato il cielo ucraino in una fonte di morte, per migliaia di persone“.
Proprio oggi Joe Biden ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militati all’Ucraina da 800 milioni di dollari che si aggiungono ai 200 milioni già stanziati. Sale così a un miliardo il totale degli stanziamenti, che riguardano anche i droni, ha precisato l’inquilino della Casa Bianca. “Manterremo alta la pressione sull’economia russa, l‘obiettivo è far pagare un prezzo alto a Putin“, ha detto il leader statunitense.
Ucraina: duplice attacco della Russia via mare
“I primi missili sono stati lanciati da una nave vicino a Bilosaraiska Kosa, verso la città“, ha spiegato Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol. Gli attacchi che la Russia ha portato nella notte all’Ucraina dal Mar d’Azov si aggiungono ai raid aerei che comunque proseguono. I militari russi, peraltro, occupano l’ospedale regionale di Mariupol e “costringono i medici a curare i loro feriti“. In più “usano anche i pazienti come scudo contro i tentativi di riprendere il controllo della struttura da parte dei nostri soldati“.
A Odessa, invece, l’allarme antiaereo è scattato nel cuore della notte, alle 2.57 locali. La conferma, via Twitter, è arrivata da Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli Interni dell’Ucraina. Nella città, che si trova all’estremo sud-ovest del Paese, è avvenuto il lancio di razzi e lo sparo di colpi di artiglieria. Al momento, ha spiegato l’esponente del governo di Kiev, nessun tentativo di sbarco di truppe.
Примерно час назад российские оккупанты, с кораблей, начали ракетный и артиллерийский обстрел украинского берега в Одесской области в районе села Тузлы.
Выпустили огромное количество боеприпасов с большой дистанции. Прощупывали.
Попыток высаживать десант не было.— Антон Геращенко (@Gerashchenko7) March 15, 2022
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Sono state comunque ore ancora complicatissime anche per la capitale del Paese. Altri edifici residenziali di Kiev sono stati colpiti nella notte dai bombardamenti dell’esercito russo. In un video riportato sui social dalla protezione civile ucraina si vedono i soccorritori al lavoro per assistere i residenti dei palazzi colpiti e i vigili del fuoco che operano per spegnere i piccoli incendi nati negli edifici.
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Il ministero della Difesa russo ha inoltre diffuso le immagini di un attacco in una base militare ucraina. “I droni Inohodets hanno colpito la fortezza e i veicoli blindati delle forze armate ucraine. L’attacco è stato effettuato in condizioni meteorologiche difficili“.
Putin: “Occidente coi russi come pogrom contro gli ebrei”
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Da ultimo, è tornato a parlare anche il presidente russo Vladimir Putin, che ha attaccato duramente la nazioni occidentali. “Cercando di cancellare la Russia, l’Occidente ha fatto cadere la sua maschera di civiltà e ha iniziato ad agire in modo bellicoso, ha dimostrato la sua vera natura – ha detto -. Chiediamo un confronto con i pogrom antisemiti dei nazisti eseguiti in Germania negli anni ’30 del secolo scorso. L’operazione si sta sviluppando con successo in stretta conformità con i piani pre-approvati. Non avevamo altra scelta che l’autodifesa, per la sicurezza della Russia, a parte la realizzazione dell’operazione militare speciale. Tutti gli obiettivi fissati saranno raggiunti. Garantiremo la sicurezza del Paese e del nostro popolo e non permetteremo che l’Ucraina serva da trampolino per azioni aggressive contro la Russia“.