Joe Biden non ha mezzi termini per definire quel che sta avvenendo in Ucraina. Secondo l’inquilino della Casa Bianca, Vladimir Putin, il presidente della Russia, sta commettendo un genocidio. “Ho parlato di genocidio perché è sempre più chiaro che Putin sta cercando di cancellare l’idea di essere ucraini”, ha affermato. “Lasceremo agli avvocati decidere come qualificarlo a livello internazionale, ma di sicuro è quello che sembra a me”, ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti. Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, ha apprezzato questa presa di posizione e ha elogiato Biden parlando di “parole vere da un vero leader”.
Putin ha accusato l’Ucraina di aver condotto i negoziati “in un vicolo cieco”. Pertanto, la Russia continuerà la guerra per raggiungere il suo obiettivo: conquistare il Donbass per proteggere la popolazione locale di etnia russa. Putin ha sottolineato che attaccare l’Ucraina era l’unica opzione possibile. “Questa era il nostro piano. Le operazioni in alcune regioni del Paese perseguivano l’obiettivo di bloccare le forze nemiche, distruggere le infrastrutture militari e creare le condizioni per un’azione più vigorosa nel Donbass”. Putin ha poi respinto le accuse di crimini di guerra, definendo le notizie relative a Bucha come delle “fake news”.
Accusa simile a quella di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, secondo la quale Kiev non punta a raggiungere un accordo, bensì a trascinare deliberatamente i colloqui. Lo riporta la Tass. “Purtroppo – ha detto Zakharova – la delegazione ucraina, ed è stato così in tutti questi sette anni, poiché stiamo parlando del gruppo di contatto nel formato Normandia, punta i suoi sforzi non a raggiungere accordi ma a trascinare i colloqui. Conosciamo questa tattica“.
Ucraina, i negoziati procedono con difficoltà
L’Ucraina nega però di aver ostacolato le trattative e ha sottolineato che stanno andando avanti, anche se con difficoltà, anche a causa di “questa atmosfera emotiva pesante”. Commentando gli ultimi sviluppi, Emmanuel Macron, il presidente francese, ha osservato che Putin “ha deciso che non si fermerà”, perché “ha bisogno di una vittoria militare per se stesso”. In seguito all’inizio della guerra, Macron ha più volte parlato con il presidente russo nel tentativo di impedire ulteriori escalation del conflitto.
Intanto, lo stop di Kiev alla visita del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier scatena la reazione del cancelliere Olaf Scholz. In un’intervista a Rbb, Scholz ha definito l’accaduto “irritante” e ha detto che per ora non si recherà nella capitale ucraina. “In tutte le nostre decisioni staremo attenti a evitare che la Nato, i Paesi Nato e naturalmente la Germania, un grande Paese nel mezzo dell’Europa, non partecipino attivamente alla guerra – ha detto aggiunto -. Si tratta di una decisione che abbiamo preso per motivi molto buoni, perché abbiamo una grande responsabilità per gli sviluppi in Europa e nel mondo“.
Zelensky propone uno scambio tra Medvedchuk e i prigionieri ucraini
Viktor Medvedchuck, oligarca filorusso e leader del partito Piattaforma di opposizione per la vita, è stato arrestato con un’operazione speciale dell’intelligence ucraina. Lo ha annunciato Zelensky su Telegram, pubblicando una foto del magnate ammanettato. Nell’istantanea, Medvedchuck indossa l’uniforme delle forze armate ucraine.
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Zelensky ha proposto alla Russia di consegnare a Mosca Medvedchuk in cambio della liberazione degli ucraini fatti prigionieri dalle forze russe. “Propongo uno scambio tra questo vostro uomo e i ragazzi e le ragazze che sono ora prigionieri in Russia. Tuttavia – ha continuato il presidente dell’Ucraina – date le ripetute minacce degli invasori russi di usare armi chimiche contro i difensori di Mariupol e l’uso ripetuto da parte dell’esercito di munizioni al fosforo in Ucraina, il mondo deve reagire ora“.
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Secondo quanto afferma Zelensky, “oltre 500mila ucraini sono stati portati con la forza in Russia dalle autorità di Mosca. I russi cercano di portare gli ucraini deportati nelle regioni remote del Paese, confiscano i loro documenti e oggetti personali come i telefoni cellulari e separano i bambini dai loro genitori per consentire alle famiglie russe di adottarli illegalmente”.
Uccise più di 720 persone nei sobborghi di Kiev
Il ministero dell’Interno ucraino ha dichiarato che a Bucha e in altri sobborghi di Kiev sarebbero più di 720 le persone uccise. Altre 200 sono considerate disperse. Questa denunciata è arrivata dopo le dichiarazioni di ieri, martedì 12 aprile, di Anatoly Fedoruk, il sindaco di Bucha, che ha riferito del ritrovamento dei corpi di 403 civili morti nella cittadina a nord-ovest di Kiev.
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“A Bucha, da una prima indagine della polizia, risulta che quasi il 90% delle vittime ha un proiettile in testa, e questo vuol dire che non sono vittime di guerra: sono state giustiziate sul posto“. Lo ha detto la vicepremier ucraina con delega all’integrazione europea ed euro-atlantica, Olha Stefanishyna, parlando da remoto alla Commissioni Diritti umani del Senato. “Dei circa 700 corpi esaminati finora nell’area di Kiev 400 provengono da Bucha. E centinaia di civili tuttora sono scomparsi“, ha aggiunto.
Parlando con Repubblica, Evgeny Yenin, il vice ministro degli Interni ucraino, ha dichiarato che da febbraio l’esercito russo ha commesso “più di 5.600” atrocità in Ucraina. Per la maggior parte si tratta di “attacchi deliberati nei confronti di vittime civili”. Yenin spiega che a un certo punto le forze di Mosca hanno iniziato a cercare di “nascondere i crimini che stavano perpetrando”. “Troviamo corpi occultati in ogni modo. Hanno cercato di bruciarli, di farli sparire nelle fosse sottoterra”.
Il vice primo ministro degli Interni ha riferito che in molti casi gli omicidi sono avvenuti senza motivo. Inoltre, è “molto difficile identificare le vittime di stupro”. In vari attacchi sono state utilizzate delle armi proibite. “In tutto il Paese hanno usato contro i militari e contro i civili sia le bombe al fosforo che altre munizioni proibite dalle convenzioni internazionali. Siamo impegnati ad accertare tutti i crimini di questa guerra e identificheremo chi li ha commessi. Porteremo i responsabili davanti alla giustizia perché tutte le persone sono uguali di fronte alla legge e lo faremo senza guardare alla nazionalità dei criminali e delle vittime. Non lasceremo crimini impuniti”.
Ucraina, continuano i combattimenti a Mariupol
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Continuano i combattimenti a Mariupol nelle zone residenziali, dove agiscono i ceceni guidati da Razman Kadyrov. I soldati si addentrano in dei seminterrati, dove si presume che ci siano dei nascondigli, lanciando all’interno bombe e sparando con i fucili. Come riferito dal ministero della Difesa russo alla Tass, nella città si sarebbero arresi 1.026 militari ucraini, tra cui 162 ufficiali e 47 soldatesse. La resa sarebbe avvenuta nei pressi dell’acciaieria Ilyich. Tuttavia, al ministero della Difesa ucraino non è giunta alcuna notizia del genere da parte dei militari di Mariupol.