Ucraina in fibrillazione per la prospettiva di un referendum per l’annessione alla Russia dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk. Ma anche sul fronte bellico il clima è decisamente teso: “L’attacco a Leopoli è un messaggio per Biden”. Ne è convinto il sindaco della città nell’Ovest del Paese, Andriy Sadovyi, che nelle scorse ore è stata bersaglio dei raid russi per la seconda volta dall’inizio dell’invasione di Mosca.
Ucraina: le parole di Biden e le conseguenze sul conflitto
Il riferimento è alle parole di ieri del presidente americano, ritratto nell’immagine di copertina insieme a una bambina in un campo profughi ucraino a Varsavia. Joe Biden, in visita ai militari americani di stanza in Polonia ha infatti definito il presidente russo Vladimir Putin un “macellaio” e un “tiranno” che “non può rimanere al potere”. Le sue dichiarazioni hanno suscitato molto clamore e in mattinata sia Casa Bianca sia il sottosegretario di Stato, Antony Blinken, si sono affrettati a precisare che Biden non intendeva sollecitare un “cambio di regime in Russia, o in qualunque altro posto”.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente francese Emmanuel Macron, il quale “non utilizzerebbe” il termine “macellaio” per definire Putin. Il capo dell’Eliseo ha poi aggiunto che non va alimentata “una escalation né di parole né di azioni” e che “domani o dopodomani” parlerà al telefono con l’omologo russo per far evacuare civili da Mariupol. Nel frattempo, arriva un nuovo tragico bilancio delle vittime della guerra in Ucraina. Sono infatti 139 i bambini rimasti uccisi dell’inizio del conflitto. Sono invece più di 205 quelli feriti. Lo riferisce l’ufficio del procuratore generale su Telegram, citato da Ukrinform.
Ucraina e il nodo del “referendum nella Repubblica di Lugansk”
Dal punto di vista geopolitico, invece, l’attenzione si sposta altrove. Ossia nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, il cui leader Leonid Pasechnik ha parlato di possibile referendum per decidere l’annessione alla Russia da tenersi “in un prossimo futuro“. A parlarne sono le agenzie di stampa russe, vicine al regime di Vladimir Putin. Tuttavia l’Ucraina ha sentito il bisogno di replicare a tale ipotesi.
La replica del portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, è infatti chiara e vibrante. “Qualsiasi falso referendum nei territori temporaneamente occupati è giuridicamente insignificante e non avrà conseguenze legali”, ha infatti dichiarato. Il portavoce del governo dell’Ucraina, citato da Ukrinform, si è inoltre detto convinto che nessun Paese al mondo riconoscerebbe la validità del referendum. Quindi, un paio di ore dopo, la parziale marcia indietro di Pasechnik. Con la tensione, tuttavia, che resta alta.
La cronaca dal fronte: ucciso un altro generale russo
Dal fronte continuano a giungere notizie frammentate sullo stato dei combattimenti. Secondo il Kyiv Independent, le forze ucraine avrebbero ripreso il controllo delle cittadine di Poltavka, Malynivka (nella regione di Zaporizhzhia) e Trostyanets (Sumy), in precedenza occupate dai russi. Fonti di Kiev riferiscono poi che gli ucraini hanno distrutto otto carri armati russi, 11 tra blindati e altri veicoli militari e un mortaio. Secondo l’aeronautica, inoltre, sono stati abbattuti un aereo, 12 velivoli senza pilota e due missili da crociera.
La Cnn riferisce poi di aver verificato, attraverso dei video, la riconquista delle truppe ucraine di diversi villaggi nella regione di Sumy, oltre a Vilkhivka, centro a 32 km dalla frontiera con la Russia nel Nord-Est del Paese. Il ministero della Difesa ucraino, citato dalla Bbc, annuncia l’uccisione del settimo generale russo, Yakov Rezantsev, morto in un attacco a Kherson. L’ufficio del procuratore parla però anche di un nuovo attacco russo nei pressi di Kiev ieri, in cui quattro persone sono rimaste ferite, compreso un bambino. Il raid ha colpito la cittadina di Boyarka, a circa 20 km a Sud-Est della capitale.
L’amministrazione militare regionale di Kiev, in un report su Telegram, ha registrato oltre 30 bombardamenti di complessi residenziali e infrastrutture nella regione nelle ultime 24 ore. Lo scrive Unian. Le agenzie russe, intanto, riportano le parole di Leonid Pasechnik, leader dell’autoproclamata repubblica di Luhansk, che recentemente Mosca ha riconosciuto come indipendente insieme alla repubblica di Donetsk, dando così il via all’operazione militare nel Donbass. Pasechnik ha detto che “in un prossimo futuro” potrebbe essere organizzato un referendum per decidere l’annessione alla Russia.
Ucraina, Zelensky: “Le armi sono per la libertà in Europa”
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Torna a parlare alla nazione il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in un video commenta la possibilità di avere più armi dall’Europa. “Qual è il prezzo di questa sicurezza? Questo è molto chiaro. Questi sono aerei per l’Ucraina; questi sono carri armati per il nostro Stato; questa è la difesa missilistica; questa è un’arma antinave. Questo è quello che hanno i nostri partner e tutto questo è per la libertà. Non solo dell’Ucraina, ma per la libertà in Europa. Il russo ha sempre fatto parte della vita quotidiana, ma ora la Russia sta facendo di tutto affinché la de-russificazione avvenga sul nostro territorio. Le truppe ricevono proprio questi ordini: distruggere tutto”.
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Da Chernihiv, città del Nord dell’Ucraina vicino al confine con la Bielorussia, arrivano invece le parole del sindaco Vladyslav Atroshenko, citato dall’Ukrainska Pravda. “È più facile contare le case intere che quelle distrutte”, ha detto, sottolineando che oltre 200 civili sono morti dall’inizio dell’invasione russa. Atroshenko ha poi aggiunto che le evacuazioni sono impossibili e che in città, da giorni isolata per la distruzione di un ponte stradale sul fiume Desna, cruciale per i collegamenti con Kiev, manca l’elettricità e scarseggia l’acqua corrente.