Turchia, “sofagate”: tutti con von der Leyen, il precedente del 2015

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L’incontro non era come quello con Ursula von der Leyen nel faraonico palazzo presidenziale di Ankara, che tanto ha fatto discutere questa settimana, bensì nella hall decisamente più informale di un hotel di Antalya, nel sud della Turchia. L’episodio avvenne a margine del G20 presieduto da Ankara. Ma il precedente della visita congiunta in Turchia dei presidenti di Commissione e Consiglio Ue, il 16 novembre 2015, si svolse secondo un protocollo visibilmente diverso rispetto a quello che ha scatenato infinite polemiche. E anche reazioni dal mondo politico italiano.

Il precedente di Juncker in Turchia e la solidarietà del Pd

La bufera nei confronti della Turchia è nata per la collocazione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un sofà isolato. Sacrificata anche la sua posizione, di fronte al ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, non un suo omologo. Nel frattempo il presidente del Consiglio europeo Charles Michel sedeva accanto al capo di Stato Recep Tayyip Erdogan. Ad Antalya invece, come mostra il video del 16 novembre del 2015, entrambi i leader Ue dell’epoca, Jean-Claude Juncker e Donald Turk, vennero fatti accomodare in due poltrone equidistanti ai lati di Erdogan.

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Manifestazioni di solidarietà verso Ursula von der Leyen, peraltro, sono arrivate da diverse forze politiche italiane. Una volta tanto unite, se non nella forma quantomeno nella sostanza, in un’unanime condanna verso il presidente della Turchia. A Montecitorio, infatti, il Partito Democratico ha deciso di riunirsi ponendo una sedia vuota al centro dell’emiciclo. Così, nell’Aula della Camera, si è scelto di testimoniare la propria contrarietà ai fatti di Ankara. Che, secondo Beatrice Lorenzin, rappresentano “un’offesa a tutte le donne e all’Unione Europea. Perché offendere la presidente della Commissione europea significa offendere l’Unione Europea e quello che essa rappresenta sul tema dei diritti umani e delle donne“.

La Lega sta con Ursula von der Leyen

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Molto severa sulla vicenda è anche la Lega, che ha condannato l’episodio attraverso il proprio capodelegazione al Parlamento europeo, Marco Campomenosi. “Si tratta di uno sgarbo che colpisce una donna e tutti gli europei – ha osservato –. Io non ho votato Ursula von der Leyen e sono all’opposizione al suo collegio dei commissari. Ma lei rappresenta anche me, specialmente quando va in visita in Paesi con cui l’UE ha un rapporto conflittuale“. Come, da sempre, il Carroccio ritiene la Turchia. E l’europarlamentare va oltre: “Quello che ha fatto Erdogan è un gesto vile e gravissimo e dà l’idea di quanto lui si senta forte. Probabilmente perché l’Ue, l’Italia, gli Usa gli hanno permesso di arrivare ad essere influente anche in Libia. Benissimo ha fatto Draghi a recarsi in Libia, però è difficile far tornare indietro Erdogan rispetto ad ampi spazi che si è conquistato in questi anni. A me spiace, ma occorrevano già da mesi segnali forti“.

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E c’è anche altro. “Le aggressioni della Turchia alla Grecia hanno visto l’Italia tra i Paesi più cauti. Se si va nella direzione di non avere più atteggiamenti ambigui, noi della Lega saremmo assolutamente contenti. Perché ce lo chiede anche quella società turca che vorrebbe liberarsi da Erdogan e verso la quale non stiamo facendo abbastanza. Quindi assolutamente auspico che Draghi prenda una posizione forte in questo senso“, ha aggiunto Campomenosi. Indipendentemente dal caso che ha coinvolto, suo malgrado, Ursula von der Leyen.

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