Il mandato che ha autorizzato l’Fbi a perquisire la residenza a Mar-a-Lago in Florida di Donald Trump si basa su tre leggi penali degli Stati Uniti. Il New York Times spiega oggi che nessuno dei tre reati dipende dal fatto che i documenti siano stati declassificati, come aveva parlato proprio l’ex presidente degli Stati Uniti. La prima legge è la Spionage Act. Punisce chi conserva o divulga informazioni relative alla difesa nazionale che potrebbe essere utilizzate per danneggiare gli Usa. Ogni reato ha una pena di dieci anni di reclusione. E copre anche la cattiva gestione dei segreti relativi alla sicurezza. Il quotidiano spiega che le accuse si possono sollevare contro qualcuno che ha divulgato documenti non ritenuti riservati.
Le tre leggi che Trump avrebbe violato
Il governo non ha specificato quali documenti gli investigatori pensavano che Trump avesse conservato a Mar-a-Lago, né cosa hanno trovato gli uomini del Bureau. Ma la citazione sul “recupero, archiviazione o trasmissione” di informazioni segrete nel mandato offre un potenziale indizio per almeno una categoria dei file che l’Fbi potrebbe aver cercato. Una possibile interpretazione di quella frase è che alludesse a comunicazioni crittografate.
Le altre due leggi invocate nel mandato non hanno a che fare con la sicurezza nazionale. C’è il Sarbanes-Oxley Act, varato dal Congresso nel 2002 dopo gli scandali finanziari in aziende come Enron, Arthur Andersen e WorldCom. Prevede una pena fino a 20 anni per l’atto di distruzione o occultamento di documenti “con l’intento di impedire, ostacolare o influenzare indagini o l’amministrazione” nell’ambito della giurisdizione federale. La terza legge invece punisce il furto o la distruzione di documenti governativi. E punisce con la reclusione fino a tre anni.
Cosa c’è nei 15 scatoloni
Nei quindici scatoloni di documenti sequestrati lunedì a Mar-a-Lago da una trentina di agenti Fbi ci sarebbero informazioni top secret, manoscritti, dossier legati a segreti nucleari e un report sulla Francia. Tra questi anche un documento email dal titolo “Executive grant of clemency re: Roger Jason Stone, Jr”. Che si riferisce alla grazia concessa da Trump a uno dei suoi amici più stretti, incriminato e condannato per falsa testimonianza.
I legali dell’ex presidente ne erano in possesso e lo stesso blitz a Mar-a-Lago non sarebbe stato a sorpresa, come ha sostenuto il tycoon. Persone vicine all’ex presidente avrebbero consegnato una copia del mandato al sito di estrema destra Breitbart, perché ne divulgasse i contenuti, inclusi i nomi (indicati sul mandato) dei responsabili dell’Fbi che hanno condotto l’operazione. Come sappiamo, in ogni caso, Trump potrà correre comunque per la presidenza. Anche dal carcere.