Thomas Matthew Crooks, chi era l’attentatore di Donald Trump?

Proveniente da una famiglia umile, riservata, con ottimi risultati scolastici ma una vita sociale praticamente inesistente. Il profilo del giovane che ha attentato alla vita del tycoon

L’attentato a Donald Trump, avvenuto in Pennsylvania, ha scosso profondamente l’opinione pubblica americana. L’evento elettorale dell’ex presidente si era appena avviato quando, intorno alle 18 locali, una serie di spari ha interrotto la tranquillità del comizio. In pochi minuti, tre colpi di fucile hanno ferito Trump all’orecchio, mentre altre due persone del pubblico sono rimaste gravemente ferite e una è morta.

Il cecchino, posizionato su un tetto fuori dal perimetro di sicurezza, è riuscito a sparare senza essere notato inizialmente. Le forze di sicurezza hanno risposto rapidamente, e i successivi sei colpi uditi sono probabilmente stati sparati dai cecchini del Secret Service, che hanno neutralizzato l’attentatore.

Il profilo dell’attentatore: Thomas Matthew Crooks

Thomas Matthew Crooks, il giovane di 20 anni autore dell’attentato, era originario di Bethel Park, Pennsylvania, una tranquilla cittadina a meno di un’ora dall’area del comizio di Trump. Crooks è stato descritto da molti come un ragazzo solitario con un passato scolastico promettente ma segnato dal bullismo. Diplomatosi alla Bethel Park High School nel 2022, Crooks era stato un buono studente, particolarmente bravo in matematica e scienze, tanto da ricevere un premio dalla National Math and Science Initiative. Tuttavia, nonostante il suo successo accademico, Crooks aveva pochi amici e si diceva che fosse spesso preso di mira dai bulli.

Una vita segnata dall’isolamento e dalla frustrazione

Le informazioni disponibili sul passato di Crooks sono frammentarie, ma delineano il ritratto di un giovane profondamente isolato. Alcuni compagni di scuola lo ricordano come un ragazzo che indossava spesso abiti mimetici e vestiti da cacciatore, un segno della sua passione per le armi. La sua maglietta al momento dell’attentato, con il logo del canale YouTube “Demolition Ranch” dedicato alle armi, conferma questa passione. Crooks non aveva precedenti penali e lavorava saltuariamente nella mensa di una casa di cura. Un vicino ha alluso a presunti contrasti con il padre, ma queste informazioni restano da confermare. Uno zio ha invece descritto la famiglia come molto riservata, con cui non avevano più rapporti.

L’omicida e le sue motivazioni

Thomas Crooks non ha mai prestato servizio militare, ma ha imparato a maneggiare il fucile in un poligono locale dopo essere stato respinto da un club di tiro a causa della sua scarsa abilità e dei suoi atteggiamenti ritenuti non sicuri. Eppure, è riuscito a colpire Trump da una distanza di circa 120 metri, dimostrando una notevole capacità con l’AR-15, acquistato legalmente dal padre circa sei mesi prima dell’attentato.

Le autorità hanno trovato ordigni rudimentali nell’auto di Crooks e nella sua abitazione, suggerendo che il giovane attentatore aveva pianificato ulteriori atti violenti. Questo modus operandi richiama alla mente altri tragici episodi di violenza negli Stati Uniti, dove i tiratori spesso si atteggiano a guerrieri e creano arsenali ispirati da precedenti massacri.

Un profilo psicologico e sociale complesso

Il profilo psicologico di Thomas Matthew Crooks è complesso. Nonostante fosse registrato come repubblicano, aveva fatto una donazione di 15 dollari a un gruppo democratico, ActBlue, il giorno dell’inaugurazione di Joe Biden alla Casa Bianca. Questo comportamento apparentemente contraddittorio potrebbe riflettere una personalità confusa o in conflitto, che cercava un senso di identità attraverso atti estremi.

Cecchini
Cecchini | Ansa – newsby.it

L’attentato è stato preceduto da un periodo di isolamento e frustrazione. Crooks viveva con i genitori in una modesta casa a schiera, e dopo il diploma non aveva cercato un vero e proprio impiego, se non qualche lavoretto saltuario. Il suo isolamento sociale e la mancanza di prospettive potrebbero aver contribuito a radicalizzare le sue idee e a spingerlo verso l’attentato.

La risposta delle autorità e le critiche

L’attentato ha sollevato critiche pesanti verso il Secret Service e la sua leadership, rappresentata da Kimberly Cheatle. Cheatle, nominata direttore del Secret Service nell’agosto 2022, è ora sotto accusa per le falle nel sistema di sicurezza che hanno permesso a Crooks di posizionarsi e agire indisturbato.

Le autorità locali avevano avvistato Crooks fuori dall’evento e lo avevano ritenuto sospetto, trasmettendo l’informazione al Secret Service. Tuttavia, queste precauzioni non sono state sufficienti a prevenire l’attacco. La commissione di Controllo della Camera americana ha convocato Cheatle per testimoniare, evidenziando la necessità di risposte chiare e immediate.

La leadership del Secret Service sotto esame

Kimberly Cheatle è stata nominata direttore del Secret Service dal presidente Joe Biden nell’agosto 2022. Prima di questo incarico, Cheatle aveva una lunga carriera all’interno dell’agenzia, iniziata nel 1995. Durante la sua carriera, Cheatle ha ricoperto vari ruoli di responsabilità, tra cui quello di assistente del direttore per le operazioni di protezione. È stata la prima donna a ricoprire questo ruolo, gestendo un budget di oltre 133 milioni di dollari.

Cheatle ha anche lavorato come direttore senior della sicurezza globale per PepsiCo dal 2019 al 2022, dove ha implementato protocolli di sicurezza per le strutture dell’azienda in Nord America. Il presidente Biden ha lodato la sua “lunga e distinta carriera” e le sue “eccezionali capacità di leadership”.

Tuttavia, meno di due anni dopo la sua nomina a capo del Secret Service, la leadership di Cheatle è messa in discussione a causa delle gravi falle nel sistema di sicurezza che hanno permesso a Crooks di compiere l’attentato. La commissione di Controllo della Camera americana ha convocato Cheatle a testimoniare, sottolineando la necessità di risposte chiare e immediate.

Un fenomeno americano ricorrente

L’attentato a Trump da parte di Crooks non è un caso isolato, ma si inserisce in una lunga serie di attacchi violenti negli Stati Uniti. Dal massacro di Austin del 1966, quando un veterano dei Marines uccise 15 persone sparando da una torre, fino alla strage di Las Vegas del 2017, dove Steven Paddock sterminò 60 persone dalla sua stanza d’albergo, gli Stati Uniti hanno vissuto numerosi episodi di violenza estrema.

Anche il 4 luglio 2022, Robert Crimo III si travestì da donna e si arrampicò su un tetto per sparare su una parata a Highland Park, Illinois, uccidendo sette persone. Questi eventi condividono caratteristiche comuni: giovani uomini isolati, spesso con un passato di bullismo o frustrazione, che trovano un senso di identità attraverso la violenza.

 

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