“Taiwan non è l’Ucraina ed è sempre stata una parte inalienabile del territorio cinese”. Lo ha dichiarato Wang Yi, il ministro degli Esteri cinese, in risposta alla scelta di Tsai Ing-wen, la presidente di Taiwan, di rafforzare la vigilanza sulle attività militari in risposta alla crisi. Il commento può essere interpretato anche come una replica alle dichiarazioni di Boris Johnson, che la scorsa settimana ha parlato delle ripercussioni globali di un eventuale fallimento dell’occidente nel proteggere l’indipendenza dell’Ucraina. Per il premier inglese, un simile scenario metterebbe a rischio la sicurezza di Taiwan. La Cina, infatti, potrebbe seguire l’esempio della Russia e invadere Taiwan, di cui non ha mai riconosciuto l’indipendenza.
L’empatia di Taiwan per l’Ucraina
Negli ultimi due anni, la Cina ha intensificato le proprie attività militari nelle vicinanze di Taiwan. Lo stato insulare non ha notato manovre insolite durante l’escalation delle tensioni in Ucraina, tuttavia ciò non ha impedito alla sua presidente di intensificare le attività di sorveglianza. Come riportato da Chang Tun-han, il portavoce dell’ufficio presidenziale, Tsai, pur riconoscendo l’esistenza di varie differenze tra l’Ucraina e la Cina sul piano geopolitico e geografico, ha comunque riscontrato dei parallelismi tra le due nazioni. “Di fronte alle forze esterne che cercano di manipolare la situazione in Ucraina e influenzare il morale della società taiwanese, tutte le unità governative devono essere più vigili contro la guerra cognitiva”. Tsai, inoltre, ha espresso empatia per la situazione dell’Ucraina, poiché anche Taiwan ha esperienza con minacce militari e intimidazioni.
Un paragone respinto con forza
A rigettare ogni parallelismo tra la situazione dello stato insulare e quella dell’Ucraina è Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri cinese. “Taiwan non è l’Ucraina”. Lo stato insulare “ha sempre fatto parte della Cina. Ciò è indiscutibile dal punto di vista storico e legale”. Hua ha aggiunto che i problemi con Taiwan sono un “rimasuglio” della guerra civile. Tuttavia, “l’integrità della Cina non è mai stata compromessa e non lo sarà mai“.