Summit sulla pace in Ucraina, 12 Paesi non hanno firmato il comunicato finale

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito che la scelta di stare al fianco dell’Ucraina è giusta e che l’Italia lo farà “per tutto il tempo necessario

Il vertice sulla pace in Ucraina del Burgenstock, voluto dalla Svizzera, si è concluso con un comunicato sottoscritto dalla maggioranza dei Paesi partecipanti (Volodymyr Zelensky ha parlato di 84) che individua tre aree di comune interesse sulle quali lavorare per contrastare le perdite sul piano umano ed economico: sicurezza nucleare, sicurezza alimentare e la questione dei prigionieri, compresi i bambini ucraini rapiti e deportati dai russi. È un grande successo, la Russia ha remato contro“, ha detto Volodymyr Zelensky.

Chi non ha firmato il comunicato

Il documento riafferma i principi di “sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina” e sottolinea che “il dialogo tra tutte le parti è necessario per porre fine alla guerra. A firmare il comunicato non sono stati, però, tutti i partecipanti. Sono 12 i Paesi che si sono sfilati: Armenia, Brasile (osservatore), Colombia, Vaticano (osservatore), India, Indonesia, Libia, Messico, Arabia Saudita, Sud Africa, Thailandia ed Emirati Arabi Uniti. Il presidente Zelensky ha espresso comunque soddisfazione: “Dobbiamo rispettare le opinioni di tutti i Paesi – ha detto – quanto ai numeri, 84 Paesi si sono uniti immediatamente, gli altri vedremo. E’ un risultato molto serio, credo sia un grande successo”. Poi il premier dell’Ucraina ha parlato di un secondo summit. “Siamo in guerra non abbiamo tempo per lavori prolungati. Muovere verso la pace significa agire velocemente. I preparativi dureranno mesi, non anni. Quindi, quando i piani di azione per la pace e ogni passo sarà stato compiuto, apriremo un secondo summit per porre fine a questa guerra, per una pace giusta e duratura”. “Il piano sarà passato ai rappresentanti della Federazione Russa e vedremo se saranno pronti a finire la guerra“, ha aggiunto.

Zelensky
Zelensky | EPA/URS FLUEELER / POOL EDITORIAL USE ONLY – Newsby.it

Il portavoce del Cremlino ha detto: “Zelensky dovrebbe pensare all’offerta di pace di Putin”

Intanto il portavoce del Cremlino ha detto: “Zelensky dovrebbe pensare all’offerta di pace di Putin – di cui si è parlato il primo giorno del summit – perché la situazione militare al fronte è peggiorata“. “Vladimir Putin non rifiuta i negoziati con l’Ucraina ma il loro esito deve essere approvato dal legittimo governo ucraino: Zelensky non appartiene a questa categoria“, ha continuato.

Il governo svizzero ha invitato 160 Paesi, a presentarsi al Buergenstock sono stati 92. I rappresentanti sono stati ospitati in un resort extralusso con vista sul Lago dei Quattro Cantoni. La Russia è rimasta fuori dalla lista degli invitati, la Cina non ha inviato nessuno. “Pechino ha influenza politica sulla Russia, può aiutarci”, ha commentato Zelensky. “Rispettiamo la loro integrità territoriale e chiediamo che loro rispetti la nostra. Abbiamo un solo nemico: Putin. Lui combatte ormai per se stesso, sa che è isolato. E lo sa anche la Cina, credetemi“.

Le dichiarazioni della premier Meloni

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ribadito che la scelta di stare al fianco dell’Ucraina è giusta e che l’Italia lo farà “per tutto il tempo necessario“. Il Paese “fa la sua parte e non si tira indietro“, ha continuato la premier. La pace non significa resa, come Putin sembra suggerire“, ha ribadito Giorgia Meloni rivolgendosi a tutti i delegati. “Confondere la pace con la soggiogazione sarebbe un pericolo precedente per tutti. L’Italia ha sempre fatto la sua parte e non ha intenzione di voltare le spalle ma dobbiamo unire tutti i nostri possibili sforzi per aiutare l’Ucraina a guardare al futuro ed è quello che abbiamo fatto al G7“, ha concluso.

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Possiamo costruire molto dopo la discussione di oggi. Nessun Paese accetterebbe mai i termini vergognosi di Putin“. “Nessuna nazione responsabile può dire che sia una base ragionevole per la pace. Sfida la Carta delle Nazioni Unite, sfida la moralità fondamentale, sfida il buon senso“.

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