Continuano gli sforzi diplomatici per evitare ogni ulteriore escalation delle tensioni tra la Russia e l’Ucraina. Oggi, lunedì 14 febbraio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz sarà a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e capire assieme a lui come la Germania possa sostenere l’economia ucraina. Per domani, invece, è prevista la visita del successore di Angela Merkel a Mosca, dove prenderà parte a un meeting con Vladimir Putin. Prima di lasciare la Germania, Scholz ha reso chiaro che un’eventuale invasione dell’Ucraina da parte della Russia non resterebbe impunita. Sono pronte, infatti, “delle sanzioni severe che possono essere messe in atto in ogni momento”. Il cancelliere tedesco ha definito la sua missione a Kiev come “un tentativo di garantire la pace all’Europa”.
Ieri Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con Joe Biden. L’inquilino della Casa Bianca ha dichiarato che gli Stati Uniti risponderanno “in modo rapido e deciso a ogni ulteriore aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Durante il colloquio è emersa anche la necessità di portare avanti gli sforzi diplomatici e la deterrenza in risposta al rafforzamento militare della Russia ai confini con l’Ucraina.
Steinmeier: “La Russia ha la responsabilità della guerra imminente”
Anche Frank-Walter Steinmeier, che ieri è stato rieletto presidente della Repubblica federale tedesca, ha commentato le tensioni al confine con l’Ucraina. Ha sottolineato che “la Russia ha la responsabilità della guerra imminente”. Per Steinmeier, la pace non è scontata e deve essere riconfermata di continuo, tramite il dialogo, ma anche, se necessario, con delle azioni deterrenti. “Posso solo avvertire il presidente Putin: non sottovaluti la forza della democrazia”, ha aggiunto.
L’Ucraina potrebbe rinunciare alla Nato per evitare il conflitto
Secondo Vadym Prystaiko, l’ambasciatore ucraino in Gran Bretagna, l’Ucraina potrebbe rinunciare all’idea di entrare nella Nato pur di evitare il conflitto con la Russia. È quanto è emerso nel corso di un’intervista con la BBC. Secondo Prystaiko, Kiev potrebbe rinunciare ai propri progetti, “soprattutto se minacciata, ricattata e spinta a farlo”.