La storia d’amore tra la popolazione della Russia e i ristoranti griffati McDonald’s è ormai lunga oltre trent’anni, ma certamente accidentata. E tra gli effetti della guerra in Ucraina c’è anche la chiusura degli ormai 850 punti di ristoro in tutto il Paese. Una decisione che ha scatenato una vera e propria psicosi, che anche la stampa locale ha sentito il bisogno di affrontare.
Il tutto è nato da meno di una settimana, quando la crescita esponenziale dell’hashtag #BoycottMcDonalds su Twitter aveva indotto il colosso dei fast food a prendere provvedimenti. Il motivo era la scoperta che la sola Russia rappresenta il 9% del fatturato dell’azienda. Da qui la decisione di chiudere i numerosi McDonald’s presenti sul territorio. Ma per quanto tempo? Le possibili risposte a questa domanda stanno scatenando un inatteso panico.
McDonald’s: i perché della chiusura e la reazione in Russia
“I nostri valori comportano il non poter ignorare l’inutile sofferenza umana in Ucraina“. Così Chris Kempckinski, amministratore delegato di McDonald’s che pure ha spiegato che i 62 mila dipendenti in Russia continueranno a percepire i propri stipendi. Ma la chiusura dei ristoranti, che inizierà il 14 marzo, ha già portato a conseguenze forse addirittura superiori alle aspettative del Cremlino.
Le immagini che arrivano da Mosca e le altre città della Russia, infatti, ricordano quelle del 31 gennaio 1990. Fu quella la data dell’apertura del primo McDonald’s nell’ormai ex Unione Sovietica. Un momento simbolico, che rappresentò il primo impatto dell’Occidente oltre la Cortina di Ferro. Tanto che per ore ci furono code in piazza Pushkin. Fin dalle 4 del mattino. E ora sta succedendo lo stesso.
Sin dall’8 marzo, giorno dell’annuncio dell’imminente chiusura dei McDonald’s in Russia, folle e folle di cittadini si sono assiepate all’esterno dei ristoranti per mangiare l’ultimo cheeseburger. E non è tutto, perché c’è chi ha fatto scorta e ora vende online un menù per cifre vicine ai 300 euro. E un uomo, su Reddit, ha pubblicato una foto del proprio frigorifero pieno di decine e decine di panini. Una situazione grottesca, se non fosse in realtà drammatica. Tanto da richiedere l’intervento della TASS.
L’agenzia di stampa tra le più famose della Russia, infatti, ha provato a riportare la calma tra la popolazione. “I ristoranti McDonald’s, che chiuderanno in Russia il 14 marzo, riapriranno tra un mese e mezzo“, spiega infatti l’agenzia. La TASS sottolinea di aver appreso questa informazione da “una fonte vicina alla compagnia“. “Secondo alcuni esperti, la soluzione dei problemi che la compagnia ha riscontrato potrebbe richiedere un mese e mezzo. Ossia 45 giorni“, avrebbe detto la non meglio precisata fonte. E l’impressione è che il tutto, data anche la nebulosità delle informazioni, serva solo a placare le acque. Oltre che la fame di hamburger.