Il decreto firmato dal presidente della Russia rende più facile ottenere il permesso di soggiorno per chi proviene da Paesi con “linee guida ideologiche neoliberali”
La Russia ha deciso di rendere meno stringenti i requisiti necessari per ottenere permessi di soggiorno temporanei, ma solo per i cittadini occidentali contrari all’omosessualità e alle “linee guida ideologiche neoliberali distruttive che contraddicono i tradizionali valori spirituali e morali russi”. Questa apertura è stata decisa dal presidente Vladimir Putin, che due giorni fa ha firmato un decreto volto a garantire sostegno umanitario a chi rigetta il liberalismo. Lo zar ha pure assegnato al ministero degli Esteri il compito di compilare un elenco degli stati che portano avanti iniziative non in linea con ma morale russa.
L’ottenimento del permesso di soggiorno temporaneo
Nel documento firmato da Putin si legge che “stranieri e apolidi potranno ottenere permessi di soggiorno temporanei nella Federazione russa oltre a quelli previsti dal sistema di quote e senza prova della conoscenza della lingua russa, se vogliono trasferirsi perché i loro Paesi perseguono politiche che impongono linee ideologiche neoliberali distruttive”.
Potrà ottenere un permesso di soggiorno temporaneo chiunque dichiarerà di essere contrario alle politiche a favore della comunità LGBTQIA+, al femminismo, al cambio di genere e alla critiche alle religioni tradizionali. In circostanze normali sarebbe necessario soddisfare alcune condizioni per chiedere asilo politico alla Russia, come fornire una documentazione in grado di attestare un buon grado di conoscenza della lingua del Paese, della sua storia e delle sue leggi. Grazie al nuovo decreto, invece, basterà dichiarare di opporsi agli “atteggiamenti ideologici neoliberali distruttivi che contraddicono i valori spirituali e morali tradizionali russi” per essere accolti.
Una ragazza italiana aveva chiesto di rendere più facile trasferirsi in Russia già a febbraio
Lo scorso febbraio avevano fatto parecchio discutere le parole di Irene Cecchini, una studentessa italiana che frequenta la facoltà di Affari governativi e internazionali all’Università MGIMO di Mosca. Durante un incontro con Putin aveva proposto al presidente russo di “permetter agli stranieri che condividono i nostri valori e che sognano di trasferirsi in Russia di farlo rapidamente”. Parlando con la stampa italiana, la giovane aveva difeso la Russia, dichiarando che in occidente era diffusa una versione distorta del Paese. “Quella che vedete in Italia non è la realtà: qui si sta benissimo. È un Paese libero che dà opportunità a tutti. Il racconto della Russia illiberale, dittatoriale è una costruzione dell’Occidente che da anni attacca Mosca. L’Occidente ha sempre considerato questo Paese come la pecora nera e la Russia non ha fatto altro che difendersi”, aveva spiegato. Si era poi detta speranzosa di riuscire a ottenere la cittadinanza russa. “So che i miei genitori mi sono vicini e approvano le mie scelte”.
Il decreto approvato da Putin sembra proprio andare nella direzione auspicata da Cecchini.
Nel 2023 è stato reso più facile ottenere il passaporto della Russia per i cittadini di alcuni Paesi
A dicembre 2023, Putin aveva firmato un altro decreto, volto a rendere più semplice l’ottenimento del passaporto russo per i cittadini della Bielorussia, della Moldavia e del Kazakistan, non più costretti a risiedere in Russia per cinque anni dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno e a sottoporsi a esami in materie come la storia russa e le basi dello Stato. Per i cittadini bielorussi era stato anche rimosso l’obbligo di dimostrare la conoscenza della lingua russa, requisito rimasto, invece, per i kazaki e i moldavi.
Potrebbe interessarti anche questa notizia: Russia, l’accusa del consigliere di Putin: “La Nato ha aiutato l’attacco di Kiev a Kursk”