Il ruolo della Turchia nel conflitto tra Russia e Ucraina è da settimane molto delicato, come dimostrano i diversi tentativi del presidente Tayyip Erdogan di ricavarsi un ruolo centrale nelle mediazioni. Ora però arriva una nuova problematica, che riguarda l’ormai imminente estate. Che, secondo il governo di Ankara, vedrà piani turistici identici al solito, come se la guerra non fosse mai scoppiata.
Perché la Russia potrà ancora fare turismo in Turchia
Erdogan ne ha parlato in occasione dell’inizio di Id al-fitr, festività importantissima per la comunità musulmana dato che coincide con il termine del Ramadan. Proprio in questa occasione ha parlato di Vladimir Putin in persona, definendolo “molto sensibile” rispetto alla necessità della Turchia di entrate turistiche. Per questo motivo, ha spiegato, la guerra tra Russia e Ucraina “non dovrebbe influire” sui pacchetti di viaggio che il suo Paese preparerà in vista dell’estate.
Il motivo sembra essere di natura prevalentemente economica, più che geopolitica. La Turchia è infatti alle prese con un’inflazione galoppante, e si appoggia molto sulle liquidità che i turisti stranieri garantiscono. Da questo punto di vista proprio la Russia costituisce tradizionalmente la parte del leone. Ma Erdogan ha aperto anche a un’altra nazione nell’occhio del ciclone, come l’Arabia Saudita. Dopo averla visitata una settimana fa, ha infatti garantito che anche i turisti sauditi non faranno mancare la loro presenza quest’estate.
La rabbia dell’Ucraina e le contraddizioni di Erdogan
Queste esternazioni, inevitabilmente, hanno scatenato il vibrante disappunto di Kiev. Volodymyr Zelensky in persona ha inquadrato la situazione parlandone con l’emittente statale greca ‘ERT’. A suo giudizio, infatti, tramite il turismo la Russia ha foraggiato anche in tempi recenti le economie della Turchia e della stessa Grecia. Nazioni vicine, certo, che però secondo il presidente dell’Ucraina hanno incassato “soldi coperti di sangue“.
Zelensky ha anche attaccato Erdogan, che a suo giudizio è caduto in una feroce contraddizione preparando la sua Turchia ad accogliere i turisti della Russia. Contestualmente, infatti, agisce da mediatore sulla guerra in corso, fino al punto di aver organizzato, a cavallo tra marzo e aprile, uno degli incontri diplomatici tra le delegazioni in conflitto al palazzo Dolmabahce di Istanbul. Il presidente turco sembra però procedere per la sua strada, tanto da aver garantito che anche questa settimana tornerà a parlare con Putin.
Lo farà con obiettivi umanitari, come quello di chiedere un’accelerazione delle evacuazioni da Mariupol, ma ancora una volta anche economici. Come quello di trovare un modo per permettere al suo Paese di riprendere le importazioni di grano dalla Russia e anche dalla stessa Ucraina.