Vladimir Putin, il presidente della Russia, non ha dubbi: l’occidente ha buona parte della responsabilità di quanto sta accadendo in Ucraina. Durante un discorso ai membri dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (Sco), lo zar ha accusato gli Stati Uniti e altri Paesi di usare “gli ucraini come carne da macello” e sfruttare le risorse dell’Ucraina. “Vediamo le gravi conseguenze di tali azioni oggi in Ucraina. Per un certo numero di anni, l’Occidente ha spudoratamente sottratto e sfruttato le sue risorse, ha incoraggiato il genocidio e il terrore del Donbass, ha trasformato questo Paese in una sua colonia e ora usa cinicamente il popolo ucraino come carne da macello, come ariete contro la Russia, continuando a fornire all’Ucraina armi e munizioni, inviando mercenari, la sta spingendo su un percorso suicida”, ha dichiarato Putin.
L’accusa di Putin
Il leader del Cremlino ha poi accusato gli Stati Uniti di aver puntato sull’espansione aggressiva della Nato, distruggendo l’architettura di stabilità strategica che si era creata per decenni. “La natura e la portata delle minacce moderne impongono crescenti esigenze alla nostra interazione nei dipartimenti di difesa. È necessario lavorare insieme per formare un sistema di sicurezza e di cooperazione più flessibile e sostenibile che sia adeguato alle sfide attuali e possa essere basato sul diritto internazionale e sul rispetto degli interessi reciproci”, ha aggiunto Putin.
Zelensky: “Mosca fa terrorismo con le mine, ne risponderà”
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Non è stato solo Putin a muovere delle accuse. Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, ha puntato il dito verso le mine lasciate dalle truppe di mosca, dichiarando che sono il “terrore russo che avremo per anni”. Ha aggiunto che “questa forma di terrore dovrà essere contrastata negli anni a venire. I terroristi stanno deliberatamente cercando di lasciarsi alle spalle quante più trappole mortali possibili. Mine sepolte, barelle, edifici minati, macchine e infrastrutture”. Zelensky ha specificato che si parla di “oltre 170mila chilometri quadrati di territorio russo”. Il leader ha poi definito questa strategia più “dura e cattiva” di quella basata sui missili, “perché non esiste un sistema antimine che possa distruggere almeno una parte della minaccia, come fa la nostra difesa aerea”.