Il Pakistan sempre più nel mirino del terrorismo. Questa mattina due attentati a distanza ravvicinata hanno fatto oltre 60 morti.
Il primo, un attacco suicida avvenuto durante una processione religiosa nel distretto di Mastung della provincia sud occidentale del Baluchistan, ha ucciso almeno 57 persone e ne ha ferite più di 60. Un uomo si è fatto saltare in aria mentre i fedeli erano riuniti per la celebrazione di Eid Miladun Nabi, il compleanno del Profeta Maometto. Fra le vittime anche un sovrintendente di polizia.
Il secondo attentato ha colpito una moschea di Hangu, nella provincia nord occidentale di Khyber Pakhtunkhwa, a circa 100 chilometri da Peshawar, durante la Jumma, la preghiera del venerdì. Una potente esplosione ha provocato almeno 4 morti e 12 feriti. Il tetto dell’edificio è crollato, intrappolando le persone sotto le macerie.
Le squadre dei soccorritori sono intervenute per estrarre i feriti e trasportarli in ospedale. Al momento dell’attacco si stima fossero presenti all’interno dell’edificio fra 60 e 70 fedeli.
Non è ancora chiaro cosa abbia provocato la deflagrazione. Il ministro dell’Interno pachistano ad interim, Sarfraz Bugti, ha detto che si è trattato di un attentato terroristico. Il presidente Arif Alvi dal canto suo ha condannato gli attacchi e ha chiesto alle autorità di fornire tutta l’assistenza possibile ai feriti e alle famiglie delle vittime.
Sempre oggi due soldati dell’esercito sono stati uccisi in una sparatoria contro i talebani pachistani, nel tentativo di impedire un’incursione nel distretto sud occidentale di Zhob, in Beluchistan.
Nessuna rivendicazione
Al momento non ci sono state rivendicazioni. Subito dopo il primo attentato, Teherik-e-Taliban Pakistan (Ttp), la branca locale dei talebani, si è dissociato spiegando che il gruppo non prende di mira i civili. “Non è la nostra politica fare attentati in un raduno pubblico“, ha detto un portavoce, Muhammad Khorasani, all’agenzia Ansa.
Nessuna rivendicazione è giunta neanche dall’Isis. Secondo vari analisti, i due attentati invece porterebbero la firma proprio dello Stato islamico. Ne è convinto Amir Rana, direttore del Pakistan Institute of Peace Studies.
La coincidenza dei due attacchi suggerirebbe, spiega, un coordinamento tra due diverse branche dell’Isis presenti nell’area, ovvero lo Stato islamico del Khorasan (Isis-K) e lo Stato islamico del Pakistan (Ispp). “Si tratta di uno sviluppo davvero allarmante”, ha detto all’emittente Al Jazeera.
Balucistan, tra Isis, talebani e separatisti
D’altra parte la provincia del Balucistan, la più estesa e povera del Paese, in passato ha subìto diversi attentati per mano di gruppi armati separatisti, a cominciare dall’Esercito di liberazione del Belucistan, un gruppo di miliziani che combatte contro lo Stato pachistano e rivendica il diritto all’autodeterminazione della popolazione beluci, una minoranza etnica.
Parallelamente nella regione ricca di risorse, in testa il gas, è cresciuta la presenza di gruppi fondamentalisti di matrice islamica. Oltre ai talebani del Pakistan – che da 15 anni combattono contro il governo di Islamabad chiedendo l’introduzione della Sharia – sono attivi i gruppi affiliati all’Isis.
Il Paese ha registrato un recrudescenza degli attacchi da parte dei Ttp dallo scorso anno, dopo la rottura del cessate il fuoco tra il governo e i miliziani. L’ultimo attentato rivendicato dai talebani pachistani nella provincia risale allo scorso luglio, quando a essere uccisi sono stati nove soldati dell’esercito nella città di Zhob.