Dopo l’attacco al Cremlino registrato da Mosca mercoledì 3 maggio, la Russia è tornata a bombardare l’Ucraina. Denunciando un tentativo di assassinare il presidente Vladimir Putin, Mosca aveva ‘promesso’ ritorsioni che, puntualmente, sono arrivate nella notte con bombardamenti in diverse città ucraine, tra cui Kiev, Zaporizhzhia, Odessa e altre. Tuttavia, non si hanno notizie di vittime. Anche la Russia è stata colpita durante la notte: ad essere attaccata è stata una raffineria sul Mar nero, vicino al porto di Novorossiysk e al ponte di Crimea, già colpito nell’ottobre 2022. Un incendio molto vasto è stato domato dopo diverse ore. Kiev, la capitale dell’Ucraina, è stata colpita per la terza volta in quattro giorni: nonostante ciò, le autorità hanno garantito di aver distrutto tutti i missili, e i droni, lanciati sulla città. I missili usati dai russi, che non avrebbero centrato nessun obiettivo, sarebbero di tipo Shahed.
La difesa ucraina
“Gli invasori hanno lanciato fino a 24 droni d’attacco Shahed-136/131“, hanno comunicato le autorità di Kiev, “l’aeronautica militare ucraina, in collaborazione con altre unita’ di difesa aerea, ne ha abbattuti 18”. Nei giorni scorsi, dopo quasi due mesi di ‘tregua’, la Russia era tornata a colpire la capitale dell’Ucraina, Kiev. Questo succedeva nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 aprile: con almeno 11 missili abbattuti, insieme a due droni, altri attacchi si erano verificati nel centro del Paese, nello specifico a Dnipro e a Uman, provocando vittime e danni.
Gli ultimi attacchi sono stati registrati a meno di 24 ore dall’annuncio di Kiev di un nuovo bombardamento alla città di Kherson, che ha causato la morte di 23 persone. Nel frattempo, data la situazione, l’ambasciata Usa in Ucraina ha messo in guardia i propri concittadini su un probabile rischio di nuovi attacchi russi su Kiev.
I dubbi americani
Quanto successo nelle ultime ore al Cremlino, però, ha insospettivo l’Institute for the Study of War (Isw), un think tank americano con sede a Washington. Per gli Usa, infatti, nulla farebbe pensare che l’attacco a Mosca sia avvenuto per mano ucraina: diversamente, per l’Isw potrebbe essere stata la Russia stessa ad aver orchestrato l’attacco dei droni. L’obiettivo? Sensibilizzare i cittadini sull’importanza della guerra in Ucraina, al fine di creare le condizioni per una più ampia, e sentita, mobilitazione sociale. Potrebbe dunque trattarsi di un’operazione accuratamente organizzata dagli apparati russi per far cadere la colpa su Kiev, un ‘false flag’.
Ma che cosa ha portato l’Isw a sospettare dell’accaduto? Mosca aveva da poco rafforzato le capacità di difesa aerea con dei missili antiaerei Pantsir. È ritenuto, perciò, “altamente improbabile” che dei droni possano aver eluso questi sistemi, ed essere successivamente abbattuti proprio sopra il Cremlino.