La Nuova Zelanda è diventata il primo Paese al mondo ad approvare una legge che obbliga le istituzioni finanziarie a divulgare informazioni, costringendoli ad agire sui rischi legati ai cambiamenti climatici.
Le nuove regole si applicheranno a grandi assicuratori, banche, società quotate in borsa e gestori di investimenti.
Al momento, la maggior parte di queste grandi entità neozelandesi fornisce poche informazioni su ciò che la crisi climatica e il riscaldamento globale potrebbero significare per le loro operazioni future. Obbligandoli a rivelarlo, la legge spera di garantire che gli effetti della crisi climatica siano costantemente presi in considerazione nelle decisioni di affari aziendali.
Nuova Zelanda, primo Paese al mondo ad imporre una legge sul clima alle aziende
“Abbiamo l’opportunità di aprire la strada ad altri paesi per rendere obbligatorie le divulgazioni relative al clima“, ha affermato il ministro del cambiamento climatico James Shaw. “La Nuova Zelanda è un leader mondiale in questo settore e il primo Paese al mondo a introdurre l’obbligo di rendicontazione climatica per il settore finanziario“.
James Shaw ha affermato che la legislazione è stata una delle numerose azioni che il governo sta intraprendendo per raggiungere i suoi obiettivi di emissioni 2050 richiesti dal Climate Change Response Act 2002.
Finora, la Nuova Zelanda ha fatto molto male nel raggiungere i suoi obiettivi climatici. Il Paese è uno dei peggiori al mondo in termini di aumento delle emissioni. Le sue emissioni sono aumentate del 57% tra il 1990 e il 2018, il secondo aumento maggiore di tutti i paesi industrializzati. All’inizio di quest’anno, i dati hanno mostrato che le emissioni della Nuova Zelanda sono aumentate del 2% nel 2018-19.
Come si stanno muovendo i Paesi europei
Diversi Paesi europei stanno introducendo leggi o regolamenti simili per contrastare i cambiamenti climatici.
A giugno, la Francia ha fissato nuovi obiettivi che richiederanno agli investitori di dichiarare quanto siano verdi i propri asset e di fissare obiettivi per le emissioni di gas serra ogni cinque anni dal 2021 in poi, ed è stata la prima grande economia a rendere vincolanti le regole. Norme simili sono in lavorazione nel Regno Unito e dovrebbero entrare in vigore nel 2025.
Italia, ancora lontani gli obiettivi sul clima
E l’Italia? Sebbene il nostro Paese abbia annunciato l’obiettivo di ridurre le emissioni del 60% entro il 2030, poche azioni concrete sono state fatte. Al momento l’Italia è al 17esimo posto nella classifica globale per emissioni complessive di C02. Incidendo per l’1% sulle emissioni totali. A differenza della Nuova Zelanda, le emissioni sono calate del 19,4% dal 1990 al 2019, un ottimo risultato che però non è ancora sufficiente.
L’UE nel frattempo ha alzato l’asticella, puntando alla neutralità climatica entro il 2050, ma il governo italiano non ha ancora un piano concreto per raggiungere l’obiettivo.
A livello di imprese sono state oltre 432 mila le aziende ad aver investito tra il 2015 e il 2019, in prodotti e tecnologie green. È questa la fotografia dell’ultimo rapporto Greenitaly.