Roger Penrose, Reinhard Genzel e Andrea Ghez hanno ricevuto ufficialmente il premio Nobel per la fisica 2020, per le loro scoperte sui buchi neri. Lo ha comunicato l’Accademia delle Scienze svedese, che assegna annualmente il prestigioso riconoscimento istituito da Alfred Nobel.
Penrose e la “robusta previsione della Teoria generale della relatività”
Three laureates share this year’s #NobelPrize in Physics for their discoveries about one of the most exotic phenomena in the universe, the black hole. pic.twitter.com/4twFY61D3W
— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 6, 2020
Come specificato dalla commissione che assegna il Nobel, il riconoscimento di quest’anno si divide a metà fra due scoperte. Metà del premio va all’americano Roger Penrose, “per la scoperta che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della Teoria generale della relatività”. Il matematico e fisico americano ha visto il riconoscimento, da parte dell’Accademia svedese, anche per gli “ingegnosi metodi matematici che hanno esplorato la teoria della relatività generale di Albert Einstein”. Penrose, continua la commissione, “ha dimostrato che la teoria porta alla formazione dei buchi neri, quei mostri nel tempo e nello spazio che catturano tutto ciò che vi entra”.
Ghenzel e Ghez, la scoperta di un “oggetto supermassiccio al centro della galassia”
Reinhard Genzel and Andrea Ghez – awarded the 2020 #NobelPrize in Physics – discovered that an invisible and extremely heavy object governs the orbits of stars at the centre of our galaxy. A supermassive black hole is the only currently known explanation.
— The Nobel Prize (@NobelPrize) October 6, 2020
L’altra metà del premio va, congiuntamente, al tedesco Reinhard Genzel e all’americana Andrea Ghez. Ai due stodiosi la commissione ha riconosciuto il merito di aver scoperto “un oggetto compatto supermassiccio al centro della nostra galassia, estremamente pesante e invisibile, che governa le orbite delle stelle al centro della nostra galassia. Un buco nero supermassiccio è l’unica spiegazione attualmente conosciuta”.