Sbaglia la virgola e vende un NFT da 300mila dollari a soli 3mila

Quanto può arrivare a costare un errore di battitura? Fino a 297mila dollari. Avete capito bene: questo è quanto successo negli Stati Uniti, dove un poco attento utente del web ha venuto un prezioso token non fungibile a un centesimo del suo valore reale. L’utente in questione è Maxnaut che ha per errore messo sul mercato un NFT dell’ambita serie Bored Ape per 0,75 Ether.

Che, quantificato al cambio corrente, corrisponde a circa 3mila dollari. Peccato che il vero valore di questo token si aggiri attorno ai 75 Ether, pari cioè a 300mila dollari. Al momento della pubblicazione dell’annuncio Maxnaut non si è infatti reso conto di aver accidentalmente spostato la virgola del prezzo di due posizioni, riducendolo così a un centesimo di quello reale.

L’NFT comprato da un bot?

Quando si è accorto dell’errore era ormai troppo tardi, perché l’NFT è andato subito a ruba. Ad aggiudicarselo – spiega il portale Cnet, che per primo ha riportato la notizia – è stato probabilmente un bot programmato per accaparrarsi pezzi pregiati sottostimati. Questo token è infatti uno dei soli 10mila esistenti e che ricalcano le sembianze di una avatar dei videogiochi di metà anni Duemila.

Per questo è tanto raro e amato dai collezionisti. Fra i suoi estimatori ci sono infatti il campione di Nba Stephen Curry e il conduttore televisivo Jimmy Fallon. Per questo è anche tanto prezioso, dato che il prezzo più basso per un NFT Bored Ape della serie ‘Yacht Club’ è attualmente di circa 210mila dollari (52 Ether). A meno che non ci s’imbatta in un utente distratto come Maxnaut.

Cosa sono i “fat fingers errors”

Che, tuttavia, sembra aver preso l’accaduto con spirito, come dimostra un suo recente tweet. D’altronde, non è nemmeno la prima volta che errori come questi accadono nel mondo della finanza. In gergo si chiamano “fat fingers errors”, ossia “errori da dita grosse”; vale a dire tutti quei refusi che comportano uno scambio di numeri o, come in questo caso, una virgola nel posto sbagliato.

Era successo ad esempio nel 2015, quando un impiegato della Deutsche Bank aveva sbagliato i calcoli e inviato per errore a un fondo d’investimento cliente sei miliardi di dollari. In quel caso la vicenda si era chiusa nel modo migliore per la banca con la restituzione della somma da parte del fondo il giorno successivo.

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