Il caso Alexey Navalny continua ad alimentare tensioni geopolitiche. Mike Pompeo, segretario di stato degli Stati Uniti, ha accusato ‘alti funzionari’ del governo sovietico di aver dato l’ordine di avvelenare il più importante oppositore del presidente russo Vladimir Putin.
La vicenda Navalny
Navalny, il 20 agosto, nel corso di un viaggio aereo che lo avrebbe portato da Tomsk verso Mosca inizia a sentirsi male dopo il decollo. Il pilota è costretto a compiere un atterraggio di emergenza per permettere l’intervento dei sanitari. Il dissidente russo verrà ricoverato d’urgenza nell’unità di terapia intensiva dell’Ospedale di Tomsk, in Siberia. Nella notte poi verrà trasferito in Germania, presso l’ospedale di Berlino.
Il Governo tedesco farà sapere che Navalny è stato vittima di un attacco con un agente nervino chimico, il novichok, sviluppato dalla Russia tra gli anni ottanta e novanta.
Le accuse degli Stati Uniti e dell’Europa
“Penso che la gente in tutto il mondo veda questo tipo di azioni per quello che sono”, le parole di Mike Pompeo in un’intervista all’opinionista americano Ben Saphiro. Poi il segretario di stato ha aggiunto: “Quando si vede il tentativo di avvelenare un dissidente, e che vi siano probabilità concrete che (l’ordine) venga da alti funzionari russi, penso che non sia positivo per il popolo russo”. Inoltre tutto ciò penso che non sia un bene nemmeno per la Russia”.
Pompeo ha spiegato, inoltre, come gli Usa cercheranno di andare a fondo alla vicenda. “È qualcosa che esamineremo. Valuteremo il caso Navalny e ci assicureremo di fare ciò che dobbiamo fare per ridurre la probabilità che qualcosa di simile accada di nuovo”.
La stessa cancelliera Angela Merkel aveva minacciato sanzioni nei confronti della Russia. “Su Mosca gravano domande pesanti, a cui solo la Russia può e deve rispondere. Il mondo aspetta le risposte”.
Fortunatamente Navalny, ricoverato a Berlino, è uscito dal coma e risponde agli stimoli.