Nella notte tra il 2 e il 3 maggio, secondo quanto riferito dalla presidenza russa, l’Ucraina avrebbe tentato di attaccare il Cremlino con dei droni, minacciando inoltre misure di ritorsione. Una notizia riportata anche dall’agenzia di stampa russa Interfax, secondo cui due droni ucraini diretti verso il Cremlino sarebbero stati distrutti, e i resti sarebbero caduti sul terreno della sede del Cremlino. Secondo il rapporto della presidenza russa, i droni sarebbero stati disattivati: “Questa notte, il regime di Kiev ha tentato di colpire con veicoli aerei senza equipaggio la residenza del presidente della Federazione russa al Cremlino”. Mosca avrebbe poi specificato che “due veicoli aerei senza equipaggio erano puntati contro il Cremlino. A seguito di azioni tempestive intraprese dai servizi militari e speciali che utilizzano sistemi radar, i dispositivi sono stati messi fuori uso. A seguito della loro caduta e della dispersione di frammenti sul territorio del Cremlino, non ci sono state vittime e danni materiali”.
Cosa succede a Mosca
Dopo aver comunicato che il presidente, Vladimir Putin, non è stato ferito, il Cremlino ha classificato l’accaduto come un atto terroristico. Un gesto “pianificato, e un attentato alla vita del presidente della Federazione, compiuto alla vigilia del Giorno della Vittoria, la parata del 9 maggio, alla quale è prevista anche la presenza di ospiti stranieri”. Tuttavia, nonostante l’accaduto, i programmi non sarebbero cambiati, e Vladimir Putin starebbe continuando a lavorare “come al solito”. Nonostante ciò, “la parte russa si riserva il diritto di adottare misure di ritorsione dove e quando lo ritiene opportuno”. A seguito dell’accaduto Sergei Sobyanin, sindaco di Mosca, ha annunciato che il divieto di volo dei droni sulla capitale. Questo a meno che non venga concesso un permesso speciale dalle “autorità governative”. Una misura volta a non “ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine“.
Verso il 9 maggio
Nonostante l’attacco al Cremlino, la grande parata volta a celebrare la vittoria sulla Germania nazista nel 1945 si farà. Prevista a Mosca il prossimo 9 maggio, Dmitry Peskov, il portavoce presidenziale russo, ha dichiarato: “La parata avrà luogo. Non ci sono cambiamenti nel programma”. L’attacco è stato attribuito all’Ucraina. Immediata la replica di Kiev, che ha dichiarato di non aver nulla a che fare con quanto accaduto. In un messaggio ai giornalisti, Mykhailo Podoliak, consigliere di Volodymyr Zelensky, ha dichiarato: “Naturalmente l’Ucraina non ha nulla a che fare con gli attacchi con i droni al Cremlino“.
Nei giorni scorsi, dopo quasi due mesi di ‘tregua’, la Russia era tornata a colpire la capitale dell’Ucraina, Kiev. Questo succedeva nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 aprile: con almeno 11 missili abbattuti, insieme a due droni, altri attacchi si erano verificati nel centro del Paese, nello specifico a Dnipro e a Uman, provocando vittime e danni.