Emmanuel Macron interviene nel suo primo discorso televisivo alla Nazione dopo il ritorno della Francia in lockdown totale ed esordisce così: “Abbiamo frenato la circolazione del virus”. Il presidente francese ringrazia “il civismo” dei cittadini e annuncia che “il picco della seconda ondata è passato”. Poi ufficializza un allentamento delle misure in tre tappe.
Un piano che scatterà a partire da sabato 28 novembre, quando in tutto il Paese riapriranno i negozi. Il 15 dicembre sarà messo fine al confinamento ma vi sarà un coprifuoco dalle 21 alle sette del mattino, con l’eccezione del 24 e il 31 dicembre per permettere di passare le feste in famiglia. Una terza tappa di alleggerimento delle misure anti Covid, con la riapertura di bar, ristoranti e palestre e la ripresa delle lezioni in presenza per i licei, potrà scattare il 20 gennaio se i dati dell’epidemia lo permetteranno.
Sull’apertura delle stazioni sciistiche invece “è in corso una concertazione con il governo”. E anche “con i Paesi vicini”, ma “mi sembra impensabile immaginare un’apertura per le feste”, spiega il presidente. “Sarà meglio orientarsi per una riapertura nel corso del mese di gennaio”. L’altro annuncio importante riguarda la vaccinazione contro il Covid-19: “Potrebbe cominciare in Francia tra fine dicembre e inizio gennaio” e “non sarà obbligatoria”, precisa Macron.
Le tappe della riapertura in Francia secondo Macron
La prima tappa della nuova tornata di riaperture partirà il 28 novembre, con l’apertura dei negozi, la possibilità di passeggiate nel raggio di 20 chilometri da casa per tre e attività extrascolastiche all’aperto. Riapriranno anche i luoghi di culto, con un massimo di 30 persone. In questa fase potranno riaprire anche cinema, teatri e musei. La terza tappa, se i dati della pandemia lo permetteranno, potrà scattare il 20 gennaio, con la riapertura di bar, ristoranti e palestre. A questa data riprenderanno anche le lezioni in presenza al liceo, mentre per l’università bisognerà aspettare altri 15 giorni. Macron ha spiegato che ogni due settimane verranno riesaminati i dati dell’epidemia per decidere possibili nuovi aperture o se è necessaria una stretta.