L’importanza della convention di Chicago per Kamala Harris

La kermesse darà modo alla candidata del Partito Democratico di sfruttare lo spazio televisivo a reti unificate per parlare al ceto medio della propria visione del futuro

Per Kamala Harris è arrivato uno dei momenti più importanti della campagna elettorale: la convention del Partito Democratico degli Stati Uniti a Chicago (Illinois). Nella cornice dello United Center, arena che di solito ospita le partite di basket dei Chicago Bulls e quelle di hockey dei Chicago Blackhawks, l’attuale braccio destro di Joe Biden vedrà confermata la sua candidatura al ruolo di presidente in vista delle elezioni del prossimo 5 novembre. Lo stesso varrà per Tim Walz, il governatore del Minnesota che Harris ha scelto come suo futuro vicepresidente.

La conferma in sé è puramente simbolica, perché i delegati hanno già espresso il proprio sostegno a Harris durante una votazione che si è tenuta a inizio agosto ed è pressoché impossibile che voltino le spalle alla candidata e all’uomo che potrebbe diventare il suo vice. Il vero scopo della cerimonia è un altro: sfruttare quattro giorni di spazio televisivo a reti unificate per far conoscere la candidata del Partito Democratico agli elettori e convincerli della bontà delle sue idee.

Un palcoscenico importante per Harris

Nelle ultime settimane è andato quasi tutto a gonfie vele per Harris: i suoi consensi sono cresciuti, come dimostrato dagli ultimi sondaggi, e Donald Trump sembra non aver ancora trovato il suo tallone d’Achille, come invece era riuscito a fare con Biden prima del passaggio di consegne. Nonostante la situazione favorevole, la candidata alla presidenza non può permettersi di adagiarsi sugli allori, soprattutto perché in alcuni Stati cruciali (come la Florida) il tycoon è ancora più popolare di lei. I prossimi quattro giorni (la convention a Chicago terminerà giovedì 22 agosto) saranno essenziali per consentire a Harris di dimostrare di non essere l’estremista che Trump ha dipinto nei suoi ultimi interventi (dandole più volte della “comunista radicale”) e di avere a cuore gli interessi del ceto medio.

Dopo tanto tempo passato “all’ombra” di Biden, senza troppe occasioni per spiccare, ora la vicepresidente dovrà far sentire la propria voce, ponendo magari l’accento sulle tutele rivolte alla classe media, dagli incentivi per la crescita dei figli e l’acquisto di una casa al potenziamento dell’istruzione e della sanità. La convention servirà anche a Tim Walz per farsi conoscere: dai risultati di un recente sondaggio è emerso che il 71% degli statunitensi non aveva mai sentito parlare di lui prima che Harris lo scegliesse come futuro vice. Il governatore del Minnesota ha alle spalle una carriera ventennale nel mondo della politica, ma è la prima volta in cui gli occhi dell’intera nazione sono posati su di lui e dovrà dimostrarsi abile nel sfruttare questa occasione di visibilità senza precedenti.

“Per la gente, per il futuro”

Per notare una profonda differenza tra la visione di Harris e quella di Trump basta confrontare il tema della convention di Chicago, “Per la gente, per il futuro”, con l’ormai classico slogan del tycoon: “Make America great again” (“Rendiamo di nuovo grande l’America”). Se quest’ultimo tormentone pone l’accento su un passato grandioso da riconquistare con ogni mezzo necessario, il messaggio scelto dal Partito Democratico lascia intendere che i giorni migliori degli Stati Uniti devono ancora arrivare e che la candidata alla presidenza farà tutto ciò che è in suo potere per migliorare le vite dei cittadini.

Manifesti elettoriali raffiguranti Kamala Harris
Manifesti elettoriali raffiguranti Kamala Harris | EPA/WILL OLIVER – Newsby.it

Harris sta puntando molto sul tema dei diritti civili, come l’aborto, contrapponendosi a un Trump che nel corso degli ultimi mesi ha parlato sempre più spesso di paletti da mettere. Walz, invece, dovrebbe portare avanti una strategia diversa, mostrandosi vicino alle famiglie e ai lavoratori statunitensi. Nel corso dell’ultimo giorno della convention, che ruoterà attorno al tema “Il nostro futuro”, Harris metterà in guardia gli elettori nei confronti dei rischi insiti in un secondo mandato di Trump e cercherà di convincere il maggior numero possibile di persone di essere la donna giusta a guidare la nazione verso un futuro radioso.

Harris dovrà fare i conti anche con delle proteste

A fare da contrasto alle promesse piene di speranza di Harris ci penseranno le proteste che, inevitabilmente, si svolgeranno fuori dallo United Center, volte soprattutto a criticare la scelta del governo Biden di sostenere Israele. A organizzare le manifestazioni è la Coalition to March on the DNC (Coalizione per marciare sulla Convention Nazionale Democratica), movimento del quale fanno parte attivisti che si battono per le cause più svariate, dal cambiamento climatico ai diritti della comunità LGBTQIA+, senza scordare la Rete statunitense per la comunità palestinese guidata da Hatem Abudayyeh. Le proteste erano in programma già quando Biden era ancora il candidato del Partito Democratico e l’Harris non ha cambiato in alcun modo i piani.

Durante gli ultimi mesi ci sono stati vari scontri tra la Coalition to March on the DNC e l’amministrazione di Chicago, guidata dal sindaco Democratico Brandon Johnson, riguardanti soprattutto la distanza delle proteste dallo United Center. Inizialmente il primo cittadino aveva destinato ai manifestanti uno spazio distante circa cinque chilometri dall’arena, giudicato però troppo lontano da molti degli attivisti. Dopo varie discussioni, l’amministrazione ha ridotto la distanza delle manifestazioni dallo United Center, che, per garantire la sicurezza di tutti, sarà sorvegliato da molti agenti del dipartimento di polizia di Chicago esperti nella gestione di questo tipo di proteste.

Gli ospiti illustri della convention di Chicago

Alla convention di Chicago non mancheranno degli ospiti illustri, veri e propri pezzi da novanta che hanno segnato la storia del Partito Democratico. Nella serata di martedì 20 agosto ci sarà un intervento dell’ex presidente Barack Obama, mentre mercoledì, oltre a Walz, saliranno sul palco anche Bill Clinton e l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi. Giovedì, invece, i riflettori saranno puntati tutti su Kamala Harris, che accetterà la nomination con un discorso.

Se tutto andrà per il verso giusto, la visibilità data dalla Kermesse permetterà alla candidata democratica di crescere ulteriormente nei sondaggi e di arrivare più forte che mai al confronto con Donald Trump, che si svolgerà il 10 settembre a Philadelphia e sarà trasmesso in tv dall’emittente Abc.

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