Si stima siano circa 60mila gli uomini condannati per omosessualità in Francia tra il 1942 e il 1982. Ora Parigi vuole risarcire tutte le vittime delle leggi “anti-gay” e riconoscere la responsabilità dello Stato, sulla falsa riga di quanto già accaduto in diversi Paesi europei, dalla Spagna all’Austria. Una proposta di legge è in discussione al Senato. Si tratta di un provvedimento “simbolico per riparare un errore commesso in passato”, ha spiegato all’agenzia France Presse Hussein Bourgi, il senatore socialista promotore dell’iniziativa.
Oltre al riconoscimento formale delle responsabilità da parte dello Stato, la bozza prevede l’istituzione di una commissione indipendente incaricata di risarcire le vittime con un indennizzo che può arrivare fino a 10mila euro, sommato a un’indennità di 150 euro per ogni giorno trascorso in carcere oltre alla restituzione delle sanzioni pagate. Se approvata, la legge introdurrà anche un reato specifico per chi nega la deportazione degli omosessuali durante la Seconda guerra mondiale, come già previsto per l’Olocausto.
Le leggi contro gli omosessuali in Francia
Il testo promosso da Bourgi si focalizza sui quarant’anni successivi all’introduzione di leggi omofobiche durante il regime di Vichy, collaborazionista con il nazismo. La discriminazione perpetrata nei confronti dei gay era basata su due articoli del codice penale. Il primo stabiliva una specifica età di consenso per i rapporti omosessuali (21 anni invece che 13) e il secondo inaspriva le pene per atti osceni in luogo pubblico commessi da persone dello stesso sesso.
Queste leggi hanno avuto “ripercussioni molto più gravi di quanto si possa immaginare oggi. Hanno spezzato delle persone, alcune hanno perso il lavoro o hanno dovuto lasciare la loro città”, ha detto Bourgi. “Hanno schiacciato tante persone, alcune delle quali hanno perso il lavoro o hanno dovuto lasciare la loro città”.
“L’omofobia di Stato giustificava la caccia agli omosessuali ovunque”, ha raccontato all’Afp Michel Chomarat, 74 anni, arrestato nel maggio 1977 a Parigi, insieme ad altri otto uomini, durante un raid della polizia nel bar gay Le Manhattan. “Era un locale privato con filtro all’ingresso, ma la polizia fece irruzione e ci portò via in manette, accusandoci di atti osceni in luogo pubblico”, ha aggiunto Chomarat. “È un peccato che il progetto di legge arrivi così tardi, quando molte delle persone condannate sono morte”.
Secondo Joël Deumier, copresidente di Sos homophobie, è fondamentale che lo Stato riconosca i propri errori: “Se l’omofobia esiste ancora è anche perché leggi e regolamenti hanno legittimato le discriminazioni in passato”.
60mila condanne per omosessualità in 40 anni
D’alta parte c’è chi dubita nell’efficacia della legge. Régis Schlagdenhauffen, docente presso la Scuola di studi superiori in scienze sociali di Parigi, non crede saranno in molti a farsi avanti: “Oltre al fatto che ricostruire i fascicoli giudiziari non è facile, si tratta di riportare a galla un passato doloroso”, ha detto all’Afp. Del resto non esistono dati affidabili sulle condanne per omosessualità in Francia. Secondo il professore, impegnato con i propri studenti nelle ricerche negli archivi dei tribunali di Parigi, tra il 1942 e il 1982 sono state pronunciate almeno 10mila condanne in base alla legge sull’età per il consenso. Altri 50mila si stima siano sfiniti in carcere per atti osceni.
Una legge “timida”
La Francia è stata il primo Paese a depenalizzare l’omosessualità durante la Rivoluzione del 1789, solo per ripristinarla durante il nazismo. Anche tra chi plaude alla proposta di legge, c’è chi la giudica “timida” perché circoscritta alla legislazioni del periodo nasista trascurando la storia di repressione perpetrata dia regimi repubblicani. La pensa così il sociologo Antoine Idier, secondo “l’omofonia di Stato” travalica la sfera giudica. “La repressione dell’omosessualità da parte dello Stato risale a prima del 1942”, ha scritto su Le Monde, ricordando le persecuzioni extragiudiziali della polizia nei confronti delle persone gay durante il 19esimo secolo, oltre alla “quotidiana routine fatta di scherno, umiliazioni, vessazioni e controllo”.
Gli altri Paesi in Europa
Prima della Francia, altri Paesi europei hanno adottato provvedimenti simili mirati a risarcire le persone discriminate a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. È il caso di Spagna, Germania, Regno Unito, Scozia e Austria.
Austria – Ultimo in ordine di tempo, lo scorso 13 novembre il Paese ha annunciato che risarcirà migliaia di persone che fino vent’anni era perseguitate per il loro orientamento sessuale. Lo ha annunciato il suo ministro della Giustizia Alma Zadic.
l governo stima siano circa 11mila le persone che hanno diritto al risarcimento, per un totale di 33 milioni di euro già stanziati. L’indennizzo previsto va dai 500 euro per le persone indagate ai 3mila per i condannati. La legge dovrebbe ricevere il via libera del Parlamento entro la fine dell’anno e entrare in vigore da febbraio 2024. “Questo indennizzo economico non potrà mai e poi mai compensare la sofferenza e l’ingiustizia che si è verificata, ma è di immensa importanza che noi finalmente ci assumiamo la responsabilità di questa parte della nostra storia”, ha detto Zadic.
Vienna ha depenalizzato l’omosessualità nel 1971, ma alcune disposizioni discriminatorie sono rimaste in vigore fino all’inizio degli anni 2000. Il divieto della prostituzione omosessuale maschile è stato abrogato solo nel 1989. Fino al 2002, l’età del consenso tra uomini era fissato a 18 anni, contro i 14 per gli eterosessuali.
Spagna – A fare da apripista nel Vecchio Continente era stata la Spagna, che già nel 2007, durante il governo socialista di José Luis Rodríguez Zapatero, ha introdotto una legge che riconosce le persecuzioni del regime franchista e offre un risarcimento alle vittime della dittatura, detenute o torturate nei “campi di correzione”.
Germania – Dieci anni dopo è stata la volta della Germania, quando il Bundestang, ha votato il risarcimento di 50mila uomini condannati per la propria omosessualità sulla base di un articolo del codice penale di epoca nazista, rimasto in vigore a lungo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, che vietava gli “atti sessuali contrari alla natura tra persone del genere maschile o tra persone e animali”. La legge approvata dal Parlamento tedesco prevede un indennizzo che oscilla fra 1500 e 3mila euro per ogni anno trascorso in carcere.
Regno Unito – Sempre nel 2017 il governo inglese ha approvato la cosiddetta legge “Alan Turing”, dal nome del matematico considerato tra i padri dell’informatica, condannato nel 1952 in quanto omosessuale. L’amnistia però era circoscritta alle condanne per nove reati, ormai abrogati, inclusi atti osceni e sodomia. Così nel 2022 Londra ha fatto un passo in più cancellando tutte le condanne, comprese quelle legate a reati, non più in vigore, come l’adescamento o il sesso con minori.
Scozia – Nel 2019 il governo scozzese ha seguito le orme del Regno Unito approvando un’amnistia per le persone gay e bisessuali condannate per atti omosessuali, ponendo così rimedio a un “errore del passato”, ha detto l’allora premier Nicola Sturgeon. La legge tuttavia non prevede alcun risarcimento. L’omosessualità nel Paese è stata depenalizzata nel 1980 mentre l’età del consenso tra persone dello stesso sesso è stata equiparata a quella tra coppie eterosessuali solo nel 2001.