J K Rowling accusata di transfobia: rischio boicottaggio di Potter?

20 di cinema per Harry Potter, il cui atteso ritorno sul grande schermo si sta portando dietro non pochi veleni per quanto riguarda una frase di J K Rowling. L’occasione è la proiezione di Harry Potter e la Pietra Filosofale che, dopo essere entrato nella storia del cinema vantando il record di incasso al botteghino per il weekend di apertura più alto di sempre, dal 9 al 12 dicembre sarà possibile rivedere nei cinema in Italia. Tuttavia il boicottaggio del film potrebbe mettersi in atto nel Regno Unito (e non solo). Il motivo?

Tutto è iniziato quando J.K. Rowling si era schierata via Twitter a favore di Maya Forstater, licenziata a causa della sua resistenza a una serie di proposte di legge sull’identità di genere. Rowling aveva dato il supporto alla donna sostenendo che non era giusto licenziare una persona “solo per aver detto che il sesso biologico è reale”.

Harry Potter torna al cinema e divampano le polemiche su J K Rowling

J K Rowling, già ‘rea’ di essere diventata miliardaria grazie alla saga di Harry Potter, è entrata ancora di più nel mirino degli haters. “Non voglio più supportare in alcun modo un’autrice che utilizza i suoi guadagni e il suo potere mediatico per sostenere cause transfobiche, scrive uno dei tanti internauti. “Andando al cinema farete guadagnare altri soldi a quella transfobica!”, rincara un altro.

Qualcuno prova a difendere l’incolpevole maghetto di Hogwarts: “Harry Potter non è la Rowling”, scrive. Ma c’è anche chi sostiene l’autrice britannica a spada tratta: “Colpevole di essere rimasta una voce libera. Imperdonabile diventare famosi e non adeguarsi alla narrazione dominante, sottolinea un fan. Che l’operazione boicottaggio non sembri alla fine prendere piede sembra comunque assodato, come conferma il sarcasmo di un utente: “Ora so che film andare a vedere con la mia famiglia, grazie!”, ironizza. eloquentemente.

L’altro caso della scrittrice esploso su Twitter

Non è la prima volta che J. K. Rowling casca sulle tematiche relative alla comunità lgbt. Nel giugno 2020 aveva postato sul suo profilo Twitter un articolo di giornale dal titolo “Creare un mondo post-Covid-19 più equo per le persone che hanno le mestruazioni” commentandolo con queste parole: “Persone con le mestruazioni. Sono certa che c’era una parola per definirle… aiutatemi. Wumben? Wimpund? Woomud (nomi dispregiativi per indicare le donne, ndr)?”. Il messaggio sottinteso nel suo commento era che solo le persone dotate per natura di ciclo mestruale possono definirsi veramente delle donne. Il giorno successivo aveva ribadito il concetto, sempre su Twitter: “Se il sesso non fosse reale, non potrebbe esistere attrazione per lo stesso sesso. Se il sesso non fosse reale, la realtà vissuta dalle donne di tutto il mondo verrebbe cancellata”.

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