Israele, nel video di Hamas l’accusa degli ostaggi a Netanyahu: “Paghiamo il tuo fallimento”. Il premier: “È il tempo della guerra”

È un atto d’accusa contro Benjamin Netanyahu il video delle tre donne in ostaggio di Hamas, diffuso ieri dalle Brigate Al-Qassam, l’ala militare del movimento palestinese. “Ti sei impegnato a liberare tutti, invece noi paghiamo il fallimento politico, di sicurezza, militare e dello stato per il tuo disastro del 7 ottobre. Non c’era l’esercito, non c’era nessuno e nessuno ci ha protetto il 7 ottobre, non c’è l’esercito e noi cittadini che paghiamo le tasse ci troviamo prigionieri in condizioni impossibili”, comincia così il filmato di un minuto e 16 secondi, che le tv israeliane hanno deciso per ora di non mandare in onda.

Una delle donne chiede poi al premier israeliano di accettare un accordo per il loro rilascio in cambio della liberazione dei detenuti palestinesi.Appena due giorni fa si parlava di un cessate il fuoco e del rilascio di tutti, ma Netanyahu ha fatto marcia indietro. Noi siamo ancora qui sotto le bombe. Tu ci uccidi, tu vuoi ucciderci tutti, non ci hai abbastanza massacrato? Non sono morti abbastanza cittadini israeliani? Liberaci adesso, libera i loro cittadini, libera i loro detenuti. Facci tornare dalle nostre famiglie adesso, adesso!“.

Netanyahu: “Ora è il tempo della guerra”

Il primo ministro israeliano ha definito il video una “crudele propaganda psicologica per rivolgersi direttamente alle tre donne “che sono state rapite da Hamas-Isis in quello che è un crimine di guerra: io vi abbraccio, il nostro cuore è con voi. Vi abbraccio”. Il premier ha quindi assicurato che il governo sta facendo “tutto il possibile per riportare a casa gli ostaggi e i dispersi”.

Ieri nella conferenza stampa con la stampa estera Netanyhu ha escluso un cessate il fuoco. “C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Ora è il tempo della guerra. Israele è pronto a combattere. Non abbiamo voluto noi questa guerra ma la porteremo a termine fino alla vittoria”, ha detto Netanyahu ribadendo la richiesta di liberare “liberate subito e senza condizioni gli ostaggi”.

I familiari delle tre donne nelle mani di Hamas invece hanno lanciato un appello ai leader occidentali. “Chiedo al presidente Biden di fare il possibile per riportarli a casa. Il tempo sta passando ma non è tardi per farli tornare”, ha detto uno di loro.

L’esercito di Israele avanza nella Striscia di Gaza

Sul terreno intanto l’esercito di Tel Aviv è avanzato dal nord della Striscia fino alla periferia di Gaza City. Una progressione di uomini e mezzi che punta a logorare le posizioni di Hamas. Una manovra che Netanyahu ha descritto come “la terza fase della guerra”, convinto che “l’operazione di terra” sia l’unica carta per riportare a casa gli ostaggi.

Raid su Gaza
Raid su Gaza | Foto EPA/HANNIBAL HANSCHKE – Newsby.it

La strategia militare, ha spiegato il portavoce dell’esercito, resta quella delle “azioni combinate terra-mare-aria“, con i bombardamenti che in questi ultimi giorni sono aumentati in modo esponenziale, arrivando a colpire oltre 650 obiettivi a Gaza: depositi di armi, postazioni di lancio di missili anti tank, nascondigli sotterranei e basi di addestramento di Hamas.
La polizia invece ha fatto sapere di aver identificato i corpi di 1.135 israeliani uccisi, 823 civili e 312 soldati. Tra loro anche l’israeliana con passaporto tedesco Shani Louk, 22 anni, rapita il 7 ottobre nel rave di Reim e uccisa brutalmente dai miliziani di Hamas.

Ostaggi, negoziati in stallo. Liberata una donna soldato

Ieri intanto l’esercito israeliano ha annunciato la liberazione di una donna soldato, Uri Magidish, che era tenuta prigioniera da tre settimane. L’Idf nel corso di un’operazione notturna condotta insieme allo Shin Bet, l’intelligence interna, hanno liberato la donna rapita durante l’assalto alla base di Nahal Oz, dov’era di vedetta. Le sue condizioni di salute sono buone, ha fatto sapere il portavoce Daniel Hagari.

I negoziati per il rilascio degli ostaggi invece sarebbero in stallo perché Hamas, che chiede in cambio carburante, è disposta a liberare solo un gruppo ristretto dei 239 catturati ormai oltre venti giorni fa. È quanto hanno spiegato fonti americane alla Nbc News.

Tra le persone nelle mani del movimento ci sono bambini, anziani e cittadini con passaporti di 25 Paesi stranieri, compresi 54 thailandesi, 15 argentini, 12 americani, 12 tedeschi, sei francesi e 6 russi. Finora i negoziati hanno portato al rilascio di soli quattro ostaggi.

Gaza, situazione umanitaria catastrofica

A Gaza, con i bombardamenti che martellano incessantemente l’enclave, sale il bilancio delle vittime. Secondo il ministero della Sanità palestinese, i morti sarebbero più di 8.300, oltre 21mila i feriti. I bambini uccisi invece avrebbero superato i 3.400, 6.300 i feriti.Ciò significa che più di 420 bambini vengono uccisi o feriti a Gaza ogni giorno, un numero che dovrebbe scuotere ognuno di noi nel profondo”, ha denunciato l’Unicef.

Dal punto di vista umanitario la situazione è ormai al collasso e di certo gli aiuti umanitari che riescono a filtrare con il contagocce non bastano. Oggi sono entrati 40 camion dal valico di Rafah ma la Casa Bianca in serata ha annunciato che l’obiettivo è farne transitare almeno cento al giorno. Secondo l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, gli sfollati interni hanno raggiunto quota 1,4 milioni, oltre la metà dell’interna popolazione che vive nell’enclave.

Intanto l’Organizzazione mondiale della sanità lancia l’allarme su un’imminente “catastrofe a livello di salute pubblica“. A preoccupare sono le condizioni di sovraffollamento nella Striscia, con migliaia di persone sfollate senza acqua potabile dopo che gli acquedotti e le infrastrutture idriche sono danneggiate. Cresce il rischio di patologie legate al consumo di acqua contaminata, soprattutto tra i bambini, mette in guardia d’altra parte Oxfam.

Gaza è l’inferno in terra, salvare l’umanità dall’inferno oggi significa per l’Onu salvare i palestinesi a Gaza. Praticamente tutta la nostra gente nella Striscia è senza casa, sfollata, e non sono sicuri in nessun posto”, ha detto l’ambasciatore palestinese all’Onu Riyad Mansour parlando alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza. “Quanti altri giorni aspetterete per dire basta? Per riconoscere che è una guerra contro i nostri bambini mentre voi siete ancora paralizzati?”, ha detto a proposito della “tregua immediata votata venerdì scorso dal’Assemblea generale pochi giorni fa. “Deve accadere subito”.

A gettare benzina sul fuco, l’omologo israeliano Gilad Erdan, secondo cui i miliziani di “Hamas sono i nazisti dei giorni moderni. L’unica soluzione che Hamas vuole è la soluzione finale, l’eliminazione degli ebrei”, ha detto il diplomatico. “Come per la salita al potere del nazismo, il mondo tace”.

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