L’intensità del conflitto tra Israele e Hamas ha raggiunto vette che non si vedevano dal 2014 (quando si svolse l’Operazione Margine Protettivo). Nella notte, 160 aerei dell’Esercito israeliano hanno lanciato 450 missili contro 150 obiettivi nel nord della Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel, secondo il quale all’operazione avrebbero preso parte anche carri armati e artiglieria. L’obiettivo degli attacchi era la rete di tunnel sotterranei di Hamas, della quale sono stati distrutti molti chilometri.
Per ora le truppe di terra israeliane non sono entrate nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, che cita notizie dell’agenzia Safa, stamattina altri bombardamenti israeliani hanno colpito diverse aree nel nord e nell’est della città di Gaza, oltre alla località di al-Fakhari, a est di Khan Yunis. Inoltre, sempre secondo l’emittente televisiva del Qatar, “intensi” bombardamenti dell’artiglieria hanno colpito anche a est della zona di Deir al-Balah. Le stesse fonti segnalano operazioni anche a est di Maghazi.
Il bilancio dei morti
Secondo il Times of Israel, nella Striscia di Gaza si ci sono stati 115 morti e più di 600 feriti dall’inizio delle ostilità tra Israele e Hamas. In Israele, invece, avrebbero perso la vita nove persone. Secondo le autorità israeliane, la maggior parte delle vittime dell’enclave palestinese sono membri di gruppi terroristici. Non mancano però anche persone rimaste uccise razzi che non hanno raggiunto Israele, ma sono caduti all’interno della Striscia. Nel frattempo, ad Ashdod, Sderot e nella regione di Sha’ar Hangev prosegue l’allerta per i missili lanciati da Gaza verso Israele. Da lunedì scorso, secondo quanto riportano i media locali, sono stati circa 2.000 i razzi e i colpi di mortaio lanciati dalla Striscia in direzione del Paese. Il sistema Iron Dome ha intercettato la maggior parte dei razzi diretti verso le aree abitate di Israele.
I disordini in Israele
In base a quanto riferito da Al Jazeera, Isma’il Haniyeh, il leader di Hamas, avrebbe chiesto ai palestinesi di Gaza e della Cisgiordania di scendere in piazza per protestate. L’appello è arrivato nel secondo giorno di Eid al-Fitr, che segna la fine del Ramadam. Dal canto suo, Benjamin Netanyahu, il primo ministro di Israele, ha sottolineato che l’attacco contro la Striscia di Gaza “continuerà fino a quando sarà necessario”. “Appoggiamo al cento per cento la polizia e il resto delle forze di sicurezza per riportare la legge e l’ordine nelle città di Israele”, ha poi dichiarato il premier, riferendosi agli scontri tra israeliani e palestinesi scoppiati negli ultimi giorni. “Non tollereremo l’anarchia”, ha aggiunto Netanyahu.