Il più grande scambio di prigionieri tra Mosca e gli Usa dai tempi della guerra fredda è finito bene

Una maxi operazione che ha coinvolto la Russia e Washington ha visto liberazione, tra gli altri, del giornalista Evan Gershkovich, dell’ex marine Paul Whelan e della giornalista Alsu Kurmasheva

Il presidente americano Joe Biden e la vicepresidente Kamala Harris hanno accolto il giornalista Evan Gershkovich, l’ex marine Paul Whelan e la giornalista Alsu Kurmasheva, appena ritornati sul suolo statunitense dopo essere stati liberati dalla Russia in uno storico scambio di prigionieri. All’aeroporto di Andrews, vicino a Washington, i tre sono stati salutati da applausi calorosi delle famiglie e degli amici in attesa, mentre ognuno di loro abbracciava Biden e Harris.

L’operazione di scambio, descritta come la più grande e complessa dai tempi della guerra fredda, ha visto il rilascio di ben 24 prigionieri, inclusi dissidenti e oppositori russi come Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin e Oleg Orlov. In cambio, il Cremlino ha ottenuto una decina di detenuti, tra cui Vadim Krasikov, colonnello dell’FSB condannato all’ergastolo in Germania per l’omicidio di Zelimkhan Khangoshvili, un ex comandante ceceno indipendentista. La negoziazione, celebrata da Biden come una “impresa diplomatica” e un “potente esempio” di solidarietà tra alleati, ha visto il coinvolgimento di numerosi paesi, tra cui Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia e Turchia.

Le critiche di Trump

Nonostante la gioia per il ritorno a casa dei prigionieri, l’ex presidente Donald Trump ha criticato l’accordo, insinuando che fosse sfavorevole agli Stati Uniti e che potessero essere stati pagati soldi. In un post sul suo social network Truth, Trump ha sollevato dubbi sulla trasparenza dell’accordo, chiedendo: “Quando pubblicheranno i dettagli dello scambio di prigionieri con la Russia? Quante persone prendiamo rispetto a loro? Li stiamo anche pagando in contanti? Ci stanno dando soldi (per favore cancellate questa domanda, perché sono sicuro che la risposta sia ‘no’)? Stiamo liberando assassini, killer o delinquenti? Sono solo curioso perché non facciamo mai buoni affari in niente e soprattutto negli scambi di ostaggi. I nostri ‘negoziatori’ sono sempre un imbarazzo per noi. Ho riportato a casa molti ostaggi – prosegue il tycoon – e non ho dato un soldo al Paese avversario. Farlo è un brutto precedente per il futuro. È così che dovrebbe essere, o questa situazione peggiorerà sempre di più. Stanno estorcendo denaro agli Stati Uniti d’America. Stanno chiamando lo scambio ‘complesso’, così nessuno può capire quanto sia grave”.

Sullivan: “Nssun pagamento”

Il consigliere per la Sicurezza nazionale americano, Jake Sullivan, ha risposto escludendo che siano stati pagati soldi come parte dell’accordo. Sullivan ha rivelato commosso in conferenza stampa che Washington aveva lavorato a un accordo “che avrebbe dovuto includere anche Alexei Navalny, ma sfortunatamente è morto”, escludendo poi che lo scambio abbia legami con la guerra in Ucraina.

Joe Biden e Gershkovich
Joe Biden e Gershkovich | Ansa – newsby.it

Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal arrestato per spionaggio e condannato a 16 anni di prigione, è stato il primo reporter americano incarcerato per tali accuse dai tempi della guerra fredda. Whelan, invece, era in prigione dal 2018, anch’egli condannato a 16 anni per spionaggio. Alsu Kurmasheva, giornalista russo-americana di Radio Free Europe, era stata condannata a sei anni e mezzo per aver criticato la guerra in Ucraina.

Biden: “Il calvario dei prigionieri è finito”

“Oggi tre cittadini americani e un titolare di green card americano ingiustamente imprigionati in Russia, alcuni per anni, stanno finalmente tornando a casa: Paul Whelan, Evan Gershkovich, Alsu Kurmasheva e Vladimir Kara-Murza. L’accordo che ha garantito la loro libertà è stato un’impresa diplomatica. Tutti hanno sopportato sofferenze e incertezze inimmaginabili. Oggi la loro agonia, il loro terribile calvario, sono finiti”, ha dichiarato Biden in un discorso toccante alla Casa Bianca. Ha inoltre lodato “le decisioni coraggiose degli alleati che ci hanno sostenuto durante le difficili e complesse negoziazioni, tra cui Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia e Turchia”, con un grazie speciale a Berlino che ha dovuto fare “concessioni significative” senza chiedere “nulla” in cambio.

Biden ha promesso di continuare a lavorare per riportare a casa ogni americano ingiustamente detenuto o tenuto in ostaggio nel mondo, sottolineando che la sua amministrazione ha già riportato a casa oltre 70 di questi americani. “Lasciatemi essere chiaro: non smetterò di lavorare finché ogni americano ingiustamente detenuto o tenuto in ostaggio in tutto il mondo non sarà riunito alla propria famiglia. La mia amministrazione ha riportato a casa oltre 70 di questi americani, molti dei quali erano in cattività da prima che io assumessi l’incarico. Tuttavia, troppe famiglie soffrono e sono separate dai loro cari, e non ho priorità più alta come presidente che riportare a casa quegli americani”, ha affermato Biden. Ha anche ricordato il compleanno della figlia dodicenne di Alsu Kurmasheva, cantando “Happy Birthday” insieme ai presenti.

Da Kara-Murza a Oleg Orlov

Tra i prigionieri rilasciati vi sono nomi eccellenti, come Vladimir Kara-Murza, noto dissidente con doppia nazionalità russa e britannica, condannato a 25 anni di carcere, e Oleg Orlov, veterano dei diritti umani e condirettore dell’ONG Memorial. Berlino ha accolto 12 prigionieri politici russi e cittadini tedeschi, tra cui il mercenario Rico Krieger, condannato per terrorismo a Minsk e graziato da Alexander Lukashenko, alleato di Putin.

Lo scambio è avvenuto all’aeroporto Esenboga di Ankara, con la supervisione dei servizi segreti turchi, in un’operazione facilitata anche dalla CIA e dal suo capo Bill Burns. Questo scambio di prigionieri è stato il più significativo tra Washington e Mosca dagli anni della guerra fredda, un evento che ha richiesto lunghi e difficili negoziati multilaterali.

L’operazione ha riscosso il plauso delle famiglie dei prigionieri, delle Nazioni Unite, di varie cancellerie europee e del Wall Street Journal, che ha ringraziato Biden e gli altri governi per i loro sforzi. Iulia Navalnaya, moglie di Alexei Navalny, ha dichiarato che “ogni prigioniero politico rilasciato è una grande vittoria e gioia”.

L’elenco dei prigionieri liberati

La testata online The Insider ha pubblicato un elenco di quelle che, secondo le sue informazioni, sarebbero le persone rilasciate nello scambio di prigionieri tra Russia e Bielorussia da una parte e Stati Uniti e altri Paesi occidentali dall’altra. Secondo il giornale, Mosca avrebbe rilasciato il corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich; la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva; il veterano dei diritti umani e condirettore dell’ONG Memorial Oleg Orlov; l’artista Aleksandra Skochilenko, in carcere per aver denunciato la guerra in Ucraina mettendo dei messaggi contro l’invasione al posto delle etichette dei prezzi di alcuni prodotti in un supermercato; il cittadino americano Paul Whelan; i dissidenti Ilya Yashin e Vladimir Kara-Murza; Ivan Safronov, ex giornalista condannato a 22 anni per tradimento; Alexei Navalny, che stava scontando una pena di 11 anni e mezzo; i giornalisti Maria Ponomarenko e Mikhail Afanasyev; il politico di opposizione Andrei Pivovarov; la scienziata politica Valentina Bryleva; il deputato comunale Aleksei Gorinov; la consigliera municipale Elena Kotyonochkina e l’avvocato Anatoly Fursov.

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