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Un ulteriore disperato appello dall’acciaieria Azovstal di Mariupol da parte degli ultimi difensori della città ucraina assediata dalle forze russe era arrivato ieri, nel corso del 55esimo giorno di guerra in Ucraina. “Il nemico è dieci volte più numeroso di noi, queste potrebbero essere le nostre ultime ore di vita”, affermava un ufficiale dei militari di Kiev chiedendo alla comunità internazionale di “estrarli” da lì. Stando a una recente informazione, ci sarebbe un accordo su un corridoio umanitario per evacuare i civili da Mariupol. Intanto, però, alle 13 (ora italiana) è scaduto l’ultimatum russo per le forze ucraine che stanno resistendo a Mariupol. Al momento, comunque, non ci sono segnali di resa da parte dei soldati di Kiev.
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“Facciamo appello a tutti i leader mondiali e li preghiamo di aiutarci. Chiediamo loro di utilizzare la procedura di estrazione e portarci nel territorio di un Paese terzo”, ha scritto su Facebook il comandante Serguiy Volyna della 36esima brigata della marina nazionale ucraina. L’esercito russo ha “il vantaggio nell’aria, nell’artiglieria, nelle forze di terra, nell’equipaggiamento e nei carri armati. Difendiamo solo un punto, la fabbrica Azovstal, dove oltre ai soldati ci sono anche i civili che sono diventati vittime di questa guerra”, ha aggiunto il militare da Mariupol.
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Secondo il battaglione Azov, che ha diffuso su Telegram delle immagini girate dai suoi soldati, Mariupol è una città completamente distrutta, bombardata, bruciata e “violentata dagli occupanti russi. Ci sono centinaia di cadaveri per le strade. Questa è la sepoltura dei membri delle famiglie nei cortili, sulla strada, negli asili. Questo è il continuo bombardamento delle aree residenziali della città da parte di assassini russi. La città però non si arrende e continua ad essere ucraina finché sarà difesa dai coraggiosi difensori di Mariupol; fino a quando l’ultimo proiettile non sarà finito. La città deve essere ucraina per avere speranza in un futuro felice, per non diventare una delle tante città già morte di ‘repubbliche’ non riconosciute“.
Ucraina, la Russia non ha più fiducia nei negoziatori di Kiev
Per quanto riguarda le trattative di pace, la Russia ha reso noto che non ha più fiducia nei negoziatori ucraini. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, a Rossiya-24, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. “Ora non è più una questione di ‘fidati e verifica’; ora è semplicemente ‘verifica’, perché non c’è più alcuna fiducia in queste persone per un po’”, ha detto commentando lo stato dei negoziati russo-ucraini.
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Nel frattempo, è arrivato a Kiev il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Lo ha reso noto lui stesso pubblicando una storia sul proprio profilo Instagram del suo arrivo alla stazione della capitale ucraina accompagnata dalla seguente didascalia: “Nel cuore di un’Europa libera e democratica“.
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Michel ha poi visitato Borodyanka, un’altra città devastata dai bombardamenti russi. “A Borodyanka – ha scritto su Instagram -. Come a Bucha e in tante altre città in Ucraina. La storia non dimenticherà i crimini di guerra commessi qui. Non ci può essere pace senza giustizia”.
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A Kiev, poi, Michel ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Un grande amico dell’Ucraina, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, è venuto oggi a Kiev. Sono state discusse le sanzioni contro la Russia, la difesa e il sostegno finanziario del nostro Stato e le risposte al questionario sul rispetto dei criteri Ue (per l’ingresso nell’Unione, ndr). Grazie per l’incontro significativo e per la solidarietà al popolo ucraino”, ha scritto Zelensky su Twitter.
Великий друг🇺🇦 – Президент Європейської ради Шарль Мішель @eucopresident сьогодні у Києві. Обговорили санкції проти Росії, оборонну та фінансову підтримку нашої держави й відповіді для анкети щодо відповідності критеріям ЄС. Дякую за змістовну зустріч і солідарність з народом 🇺🇦! pic.twitter.com/luZDNxbmcc
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) April 20, 2022
Zelensky: “L’esercito di Mosca il più barbaro e disumano del mondo”
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In un video Zelensky ha sottolineato come in questa guerra le forze russe stiano bloccando anche i corridoi per le evacuazioni dalla città. La situazione a Mariupol rimane “brutale”, dice nel suo ultimo videomessaggio. “Gli occupanti stanno cercando di effettuare la deportazione dei residenti locali che sono caduti nelle loro mani. E il destino di decine di migliaia di residenti di Mariupol che sono stati trasferiti nel territorio controllato dalla Russia è sconosciuto”. “L’uccisione mirata di civili è proprio il marchio di fabbrica dell’esercito russo”, secondo Zelensky. “E questo marchierà la Federazione Russa come la fonte del male. L’esercito di Mosca rimarrà per sempre descritto nella storia come il più barbaro e disumano del mondo”, ha detto il presidente ucraino.
Le posizioni opposte di Cina e Occidente sull’invio di armi in Ucraina
Un appello a garantire l’evacuazione dei civili è arrivato dalla Cina. Tutte le parti in conflitto in Ucraina “dovrebbero rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale e fare tutto il possibile per facilitare l’evacuazione e l’assistenza ai civili”, ha affermato il rappresentante cinese all’Onu, Zhang Jun. La Cina invita però gli altri Paesi ad astenersi dall’invio di armamenti in Ucraina. Farlo infatti “non porterà alla pace” ma anzi “prolungherà e intensificherà il conflitto aggravando ulteriormente la catastrofe umanitaria”, ha detto il rappresentante cinese all’Onu attaccando anche le sanzioni internazionali contro la Russia. “Il blocco di beni di altri stati mina la stabilità economica mondiale e colpisce la sovranità”, ha detto.
Il presidente degli Usa, Joe Biden, ha chiesto invece agli alleati di proseguire con l’invio di armi all’Ucraina e con le sanzioni contro la Russia. Lui stesso da parte sua dovrebbe annunciare nei prossimi giorni un nuovo pacchetto da 800 milioni di dollari in aiuti militari per Kiev. Questo è quanto anticipato dal New York Times. Dal Canada arriverà invece artiglieria pensate, ha assicurato il premier Justin Trudeau. Il suo Paese ha anche ampliato le sanzioni contro Mosca, colpendo la governatrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina, e le due figlie del presidente russo Vladimir Putin. Anche il premier Boris Johnson ha annunciato l’invio da parte del Regno Unito di altri armamenti a Kiev, tra cui i missili britannici Brimstone. Zelensky però ha sferzato di nuovo l’Occidente sulla questione armi: “Se avessimo ricevuto nella prima settimana di guerra ciò che stiamo ottenendo ora, avremmo già posto fine” a questo conflitto, ha affermato.
Mosca annuncia il test di un nuovo missile intercontinentale
Mosca oggi ha reso noto di aver testato con successo un nuovo missile balistico intercontinentale. Il Sarmat, secondo il ministero della Difesa russo, sarebbe capace di “penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura”. Putin ha affermato che il nuovo missile darà garanzie di sicurezza alla Russia “contro le attuali minacce” e “farà riflettere coloro che stanno minacciando la Russia”. Il lancio è stato effettuato dalla base di Plesetsk, 800 chilometri a Nord di Mosca, e il missile ha sorvolato gran parte dello sterminato territorio russo per colpire il poligono di Kura, nella regione della Kamchatka.
Putin, nel congratularsi con le forze armate, ha affermato che “quest’arma non avrà pari al mondo per lungo tempo”, secondo quanto riferisce la Tass. La stessa agenzia riporta poi le parole della vicensindaca di Mariupol nominata dai russi, Viktoria Kalachova, la quale ha reso noto che le forze russe organizzeranno nella città portuale una grande parata militare il 9 maggio, giorno in cui Mosca celebra l’anniversario della vittoria contro i nazisti nella Seconda guerra mondiale.
Weapon Watch: “Pericoloso distribuire tante armi leggere, dove finiranno?”
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“Weapon Watch è un’associazione indipendente senza scopo di lucro fondata nel 2020 a partire dai blocchi delle navi militari da parte dei portuali genovesi. Attraverso la logistica monitoriamo il trasferimento delle armi. Gli Usa sono trasparenti sull’invio di armi in Ucraina. Il New York Times ha pubblicato tutti i dettagli. Gli altri governi si vergognano o comunque non vogliono discutere in pubblico di quello che stanno facendo. Essere implicati in una guerra non è un fatto secondario. Finora è stato spedito soprattutto materiale di fabbricazione non italiana ma ci sono dei dubbi. Storicamente, lo abbiamo visto in Afghanistan, è molto pericoloso distribuire così tante armi leggere perché sarà molto difficile stabilire in mano a chi finiranno”. Lo ha dichiarato Carlo Tombola, presidente dell’Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei (The Weapon Watch).