Dall’inizio della guerra in Ucraina il 24 febbraio scorso, le forze ucraine avrebbero distrutto oltre il 30% dei moderni carri armati russi. Lo ha sostenuto il consigliere del ministro dell’interno ucraino, Viktor Andrusiv, nel corso di un’intervista a Canale 24. “Prima della guerra contro l’Ucraina, la Russia aveva circa 3mila carri armati moderni e oltre il 30% di essi è stato distrutto dai nostri difensori in tre mesi di guerra. Tra sei mesi questa cifra potrà solo aumentare”, ha detto Andrusiv confermando che Mosca è stata costretta a rimettere in servizio i vecchi carri armati di progettazione sovietica T-62, risalenti agli anni ‘70.
Zelensky: “Su armi aspetto buone notizie nei prossimi giorni”
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“Lavoriamo tutti i giorni per rafforzare la nostra difesa, a partire dalla fornitura armi. Naturalmente molto dipende dai nostri partner, da quanto sono pronti a fornire all’Ucraina tutto il necessario per difendere la libertà. E io mi aspetto buone notizie a riguardo già la prossima settimana”. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. “Ancora e ancora ricorderò al mondo”, continua il presidente dell’Ucraina, “che è necessario riconoscere, in modo ufficiale, la Russia come Stato terrorista, come Stato sponsor del terrorismo. È semplicemente vero e riflette la realtà quotidiana che gli occupanti hanno creato in Ucraina e sono ansiosi di portare in Europa”.
Timida apertura da parte di Putin nel mettere fine alla guerra in Ucraina
Le forze di Mosca avanzano intanto nell’Est ucraino e confermano di aver conquistato Lyman, i ceceni di aver preso Severodonetsk. Nella notte il leader della Cecenia, Ramzan Kadyrov, sul suo canale Telegram ha fatto sapere: “Severodonetsk è sotto il nostro completo controllo. La città è stata liberata. I residenti possono stare tranquilli: d’ora in poi non saranno più in pericolo”. La guerra in Ucraina giunge così al giorno numero 95 dall’inizio dell’invasione russa.
Nel frattempo, mentre nel Donbass infuria la battaglia, la diplomazia corre ancora lungo il filo del telefono. Nella giornata di sabato 28 maggio da Parigi e Berlino è partita così l’ennesima offensiva verso il Cremlino, con Emmanuel Macron e Olaf Scholz che invitano Vladimir Putin a intavolare “negoziati seri e diretti” con Voldymyr Zelensky. E allo zar strappano una timida apertura: “La Russia è pronta a riprendere il dialogo con l’Ucraina”, assicura, dicendosi anche disponibile a facilitare soluzioni sul fronte della crisi del grano. Ma su un punto il presidente russo non transige: “Basta inviare armi all’Ucraina”.