Gli Stati Uniti avvertono Kim Jong-un. La Corea del Nord non fornisca armi alla Russia di Vladimir Putin per foraggiare la guerra in Ucraina o ne “pagherà il prezzo”. È il messaggio che ieri Jake Sullivan, consigliere americano per la Sicurezza nazionale, ha inviato da Washington al “leader supremo” dopo le ultime notizie circolate sull’ipotesi di un incontro imminente tra il leader nordcoreano e il capo del Cremlino.
Se confermato, il fatto che Mosca si rivolga a un “Paese come la Corea del Nord dice molto sulle sue capacità“, è stato l’affondo di Sullivan nel briefing con la stampa.
Il commercio di armi tra Russia e Corea del Nord
A pubblicare la notizia di un viaggio del leader nordcoreano in Russia per discutere di possibili forniture di armi a Mosca era stato lo scorso lunedì il New York Times, che citava funzionari americani. Secondo il quotidiano americano, l’incontro fra Kim Jong-un e Putin avverrebbe a margine dei lavori dell’Eastern Economic Forum, in programma dal 10 al 13 settembre.
“Continueremo a denunciare e a chiedere alla Corea del Nord di rispettare l’impegno, assunto pubblicamente, di non fornire alla Russia armi che finirebbero per uccidere gli ucraini”, ha aggiunto il consigliere pur ammettendo di non aver prove sulla fornitura di armi.
I movimenti tra la Corea del Nord e la Russia sono “da molto tempo” sotto la lente dell’amministrazione guidata dal presidente Usa Joe Biden e l’ipotesi di un contatto diretto tra Putin e Kim non è così remota.
“Non posso prevedere cosa accadrà alla fine, posso solo dire che i colloqui proseguono attivamente e i russi li hanno portati avanti con crescente intensità, come si evince dal fatto che il loro ministro della Difesa, il loro numero uno nell’apparato militare, è salito su un aereo ed è volato a Pyongyang “, ha detto a proposito della visita che Sergei Shoig ha fatto nella capitale nordcoreana lo scorso luglio in occasione delle celebrazioni del “giorno della vittoria”, ovvero dei 70 anni dall’armistizio siglato con la Corea del Sud, con tanto di esibizione dell’arsenale bellico, inclusi i missili balistici messi al bando.
“Abbiamo imposto sanzioni, specifiche e mirate, per cercare di interrompere qualsiasi tentativo di utilizzare la Corea del Nord come canale o come fornitore di armi alla Russia”, ha ricordato alludendo alle ultime sanzioni adottate dalla Casa Bianca lo scorso agosto contro tre società accusate di essere coinvolte nel commercio di armi tra Pyongyang e Mosca.
Le relazioni tra Mosca e Pyongyang
Tanto la Corea del Nord quanto la Russia hanno rispedito al mittente le accuse di Washington. Il ministro della Difesa di Pyongyang lo scorso novembre ha detto esplicitamente che il Paese “non ha mai commerciato armi” con Mosca e “non prevede di farlo in futuro”.
Allo stesso tempo i due Paesi danno ampia pubblicità alla rinnovata “collaborazione tattica e strategica” e appena due giorni fa Shoigu ha annunciato che sono allo studio esercitazioni militari congiunte.
Di fatto man mano che l’isolamento attorno alla Russia si è ampliato in seguito all’invasione dell’Ucraina Mosca ha cercato nuove alleanze altrove, inclusa la Corea del Nord.
Dal punto di vista di Pyongyang, rinsaldare le relazioni con il Cremlino può essere foriero di vantaggi. Non a caso il regime di Kim Jong-un è stato uno dei pochi Paesi al mondo ad aver approvato l’invasione del 24 febbraio 2022, e ad aver riconosciuto i referendum “farsa” con cui un anno fa quattro regioni nell’Est del Paese annesse da Mosca si sono autoproclamate indipendenti.
Petroliere russe in Nord Corea in barba alle sanzioni
Lo scorso anno sono ripresi i viaggi in treno tra i due Paesi per la prima volta da quando erano stati interrotti a causa della pandemia.
Alla fine del 2022, secondo le Nazioni Unite, la Russia ha riavviato anche le esportazioni di petrolio verso la Corea del Nord, dopo due anni di stop, violando le sanzioni imposte nel 2017 contro Pyongyang a causa del suo programma nucleare.
Mosca ha negato le accuse, ma secondo le inchieste di diversi media internazionali – inclusa l’agenzia stampa Reuters – le petroliere russe avrebbero eluso i limiti sulle esportazioni di greggio verso la Corea del Nord.
Sempre nel 2022 Mosca ha posto il veto, insieme a Pechino, su una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite che chiedeva nuove sanzione alla Corea del Nord dopo i ripetuti lanci di missili balistici intercontinentali.