Dopo le sue dichiarazioni, la deputata della Georgia Marjorie Taylor Greene ha annunciato l’intenzione di presentare una legge per ufficializzare il cambiamento di nome del Golfo del Messico
Nel corso di una conferenza stampa tenutasi martedì, il futuro presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suscitato un acceso dibattito proponendo di cambiare il nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America”. Questa dichiarazione è emersa nel contesto di un discorso controverso in cui Trump non ha escluso l’uso della forza per occupare territori come il Canale di Panama e la Groenlandia. L’idea di ribattezzare un tratto di mare così significativo potrebbe sembrare bizzarra, ma riflette le tensioni geopolitiche e culturali che caratterizzano i rapporti tra gli Stati Uniti e il Messico.
L’importanza del Golfo del Messico
Il Golfo del Messico è una vasta distesa d’acqua che separa gli Stati Uniti dal Messico ed è considerato il nono bacino al mondo per estensione. La sua importanza è cruciale non solo dal punto di vista ecologico, ma anche per l’economia statunitense, poiché ospita circa la metà degli impianti di lavorazione e raffinazione del petrolio del Paese e fornisce circa il 40% del pesce consumato dagli americani. La proposta di Trump di rinominare il golfo sembra essere motivata da una combinazione di fattori economici e politici. Durante la conferenza, ha affermato che il golfo è “nostro” e che “lì facciamo la maggior parte del lavoro”, insinuando che gli Stati Uniti abbiano un diritto di proprietà su queste acque.
Una provocazione nei confronti del Messico
Tuttavia, la dichiarazione di Trump non è solo un’affermazione di proprietà. Rappresenta anche una provocazione nei confronti del Messico, un paese con cui ha già avuto rapporti tesi, specialmente per quanto riguarda questioni di immigrazione e sicurezza. Le sue affermazioni sono state accompagnate da accuse verso il Messico di non fare abbastanza per fermare l’ingresso di migranti e di droga negli Stati Uniti. Questa retorica, che richiama alla mente le sue precedenti campagne politiche, sembra avere lo scopo di rafforzare il suo sostegno tra i suoi elettori più nazionalisti.
La proposta legislativa di Marjorie Taylor Greene
Immediatamente dopo la conferenza stampa, Marjorie Taylor Greene, deputata della Georgia e figura di spicco del partito Repubblicano, ha annunciato l’intenzione di presentare una legge per ufficializzare il cambiamento di nome del Golfo del Messico.
President Trump’s second term is off to a GREAT start.
I’ll be introducing legislation ASAP to officially change the name of the Gulf of Mexico to its rightful name, the Gulf of America! pic.twitter.com/uFlrNkw7c6
— Rep. Marjorie Taylor Greene🇺🇸 (@RepMTG) January 7, 2025
Greene ha anche parlato della necessità di finanziare le modifiche su tutte le mappe governative e militari, dimostrando che la proposta potrebbe avere delle reali ripercussioni a livello legislativo.
Cambiare il nome di un tratto d’acqua
Cambiare il nome di un tratto d’acqua non è un’impresa impossibile negli Stati Uniti. Il Consiglio nazionale dei nomi geografici, un ente federale che si occupa di mantenere l’uniformità dei nomi nel governo, ha il potere di approvare o rifiutare le proposte per il cambiamento di nomi geografici. Tuttavia, non è la prima volta che si fa strada la proposta di cambiare il nome del Golfo del Messico. Nel 2012, il deputato statale del Mississippi Steve Holland aveva già avanzato l’idea di ribattezzarlo “Golfo d’America”, ma la proposta non andò a buon fine e fu presto definita dallo stesso Holland come “uno scherzo”.
Questioni di nomenclatura e identità culturale
La questione dei nomi geografici non è solo un problema interno degli Stati Uniti, ma si inserisce in un contesto internazionale dove diversi paesi si riferiscono agli stessi luoghi in modi differenti. Un esempio è il fiume Rio Grande, che negli Stati Uniti è conosciuto con questo nome, mentre in Messico è chiamato Rio Bravo. Questo mette in evidenza come le differenze culturali e politiche possano influenzare il modo in cui i luoghi vengono nominati e percepiti.
La storia del Golfo del Messico
Il Golfo del Messico ha avuto questo nome per oltre 400 anni, con la denominazione che appare in importanti mappe già nel 1586 e nel 1591. Prima di allora, veniva conosciuto con nomi come “Golfo del Nord” o “Mare della Nuova Spagna”. La scelta di un nome diverso come “Golfo d’America” può sembrare un tentativo di riappropriarsi di un’area storicamente contesa, ma la sua implementazione richiederebbe un consenso che va al di là dei confini statunitensi.
Cambiare il nome al Golfo del Messico avrebbe delle possibili ripercussioni internazionali
In effetti, il cambiamento di un nome geografico può avere ripercussioni anche a livello internazionale. L’Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO), che include membri sia statunitensi che messicani, si è occupata di questioni di nomenclatura per mari e oceani nel tentativo di stabilire un linguaggio comune. La proposta di Trump potrebbe creare una frattura nelle relazioni già tese tra i due paesi, poiché nessuna legge statunitense potrebbe obbligare il Messico a utilizzare un nuovo nome per il golfo.
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