Martedì scorso, Londra è stata teatro di una manifestazione di grande rilevanza sociale e politica. Migliaia di agricoltori e imprenditori agricoli, oltre 10.000 persone, si sono riuniti nei pressi del Parlamento britannico per protestare contro la nuova imposta di successione introdotta dal governo Laburista nella sua prima legge di bilancio. Questa misura ha suscitato accese polemiche sia per le sue implicazioni economiche sia per l’impatto che potrebbe avere sul settore agricolo, già in difficoltà da anni.
Protestano gli agricoltori nel Regno Unito contro l’imposta di successione e il governo laburista
La protesta, che ha assunto dimensioni significative, rappresenta una delle più grandi mobilitazioni del settore agricolo degli ultimi tempi, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica e mettendo sotto pressione il governo guidato dai Laburisti. Per gli agricoltori, infatti, questa tassa non è solo una questione economica, ma un simbolo delle difficoltà crescenti che affliggono un comparto considerato fondamentale per l’economia e la tradizione britannica.
La nuova norma prevede che le proprietà agricole con un valore superiore a 1 milione di sterline (circa 1,2 milioni di euro) non siano più esenti dall’imposta di successione. Tuttavia, saranno tassate al 20%, una percentuale sensibilmente inferiore rispetto al 40% applicato su altri beni. Questa riduzione, secondo il governo, è sufficiente a tutelare la maggioranza degli agricoltori ordinari.
Nonostante ciò, i rappresentanti del settore ritengono che questa misura sia vessatoria e che penalizzi soprattutto i grandi proprietari terrieri, molti dei quali, però, sono coinvolti attivamente nell’industria agricola. La norma entrerà in vigore nell’aprile 2026, concedendo tempo per l’adattamento, ma ha già suscitato un forte dissenso, con alcuni critici che l’hanno definita una minaccia diretta alla sostenibilità economica delle aziende agricole.
Un aspetto fondamentale della legge riguarda le agevolazioni introdotte per mitigare l’impatto dell’imposta. Secondo queste disposizioni, molte proprietà agricole non saranno tassate fino a un valore complessivo di 3 milioni di sterline (circa 3,6 milioni di euro), considerando i vari incentivi previsti. Inoltre, il pagamento della tassa potrà essere dilazionato in 10 anni, un meccanismo che dovrebbe ridurre la pressione finanziaria sui proprietari.
Nel Regno Unito, l’imposta di successione viene applicata tradizionalmente su patrimoni superiori a 325.000 sterline. Per i terreni agricoli, però, la soglia effettiva sale a 1 milione e 325.000 sterline, considerando le esenzioni specifiche. Le coppie sposate, inoltre, possono combinare le loro esenzioni, arrivando fino a 2,65 milioni di sterline, con un ulteriore incremento di 175.000 sterline nel caso in cui la proprietà venga trasferita a figli o nipoti. In questo modo, il valore massimo esente da tassazione può raggiungere 3 milioni di sterline, una cifra che il governo ritiene adeguata per proteggere la maggior parte delle aziende agricole.
Nonostante queste misure, le associazioni di categoria denunciano che la nuova tassa potrebbe colpire duramente un settore già sotto pressione, con margini di profitto in calo e costi in aumento. Secondo i dati forniti dal governo per il periodo 2021-2022, sono 462 le proprietà agricole con un valore superiore a 1 milione di sterline. Di queste, la maggior parte (345) vale meno di 2,5 milioni di sterline, rientrando quindi nelle esenzioni previste. Tuttavia, secondo le associazioni di categoria, il numero effettivo di proprietà coinvolte sarebbe molto più alto, superando le 70.000 unità, una discrepanza che alimenta il dibattito.
La protesta ha rapidamente assunto una connotazione politica, diventando terreno fertile per le critiche dell’opposizione ai Laburisti. Nigel Farage, leader del partito Reform UK, ha descritto la manifestazione come l’inizio di una “rivolta rurale”, sottolineando il crescente malcontento nelle aree agricole del paese. Farage, noto per il suo stile populista, ha sfruttato l’occasione per posizionarsi come rappresentante della borghesia rurale, spesso contrapposta alle élite urbane.
Anche altri leader politici hanno partecipato alla manifestazione, evidenziando la portata trasversale delle critiche alla misura. Kemi Badenoch, nuova leader dei Conservatori, ha accusato i Laburisti di essere distanti dai problemi reali delle campagne britanniche. Ed Davey, leader dei Liberaldemocratici, ha chiesto al governo di ritirare la norma, allineandosi con le richieste della destra.
Questo fronte comune tra forze politiche diverse – Liberaldemocratici, Conservatori e Reform UK – è raro e testimonia la gravità della situazione. Solitamente in disaccordo su quasi tutto, questi partiti si sono uniti contro una misura percepita come impopolare, soprattutto in un momento in cui il governo Laburista è già sotto pressione per questioni di consenso.
Tra i protagonisti della protesta spicca Jeremy Clarkson, famoso per essere stato il conduttore di Top Gear, il programma televisivo dedicato alle automobili. Negli ultimi anni, Clarkson è diventato un simbolo del mondo agricolo grazie alla sua serie La fattoria Clarkson, trasmessa su Amazon Prime. La serie racconta la sua nuova vita come imprenditore agricolo, un’esperienza che lo ha reso un punto di riferimento per molti agricoltori.
Clarkson non ha risparmiato critiche al governo, accusandolo di voler “distruggere le campagne” per far spazio a progetti come le pale eoliche o centri di accoglienza per migranti. Sebbene le sue dichiarazioni siano state giudicate provocatorie, il suo impegno nella protesta ha attirato molta attenzione mediatica, rendendolo una figura centrale nel dibattito.
La nuova imposta di successione arriva in un momento di particolare difficoltà per il settore agricolo britannico. Negli ultimi anni, il valore dei terreni è aumentato, ma i margini di profitto per gli agricoltori si sono ridotti. Questa situazione è stata aggravata dalla Brexit, che ha privato il Regno Unito dei sussidi europei della Politica agricola comune (PAC), un programma che tra il 2021 e il 2027 vale circa 390 miliardi di euro. Sebbene il governo britannico abbia promesso di compensare la perdita di questi fondi, molti agricoltori ritengono che le nuove misure non siano sufficienti a sostenere il settore.
Un altro problema è rappresentato dal cambiamento della composizione della proprietà terriera. Sempre più terreni agricoli sono acquistati da investitori esterni al settore, come fondi privati o pubblici, mentre il numero di veri agricoltori proprietari è in calo. Questo fenomeno ha contribuito a trasformare il settore agricolo, rendendolo più vulnerabile alle fluttuazioni economiche e alle nuove normative fiscali.
La manifestazione di Londra ha evidenziato le profonde tensioni che attraversano il mondo agricolo britannico. La nuova imposta di successione, pur avendo l’obiettivo di colpire solo una minoranza di grandi proprietari terrieri, è percepita come una minaccia per l’intero settore. Oltre a sollevare questioni economiche, la protesta ha messo in luce le difficoltà politiche dei Laburisti, costretti a difendere una misura impopolare in un momento di crescente malcontento.
Il futuro del settore agricolo britannico dipenderà non solo dalle scelte fiscali del governo, ma anche dalla capacità delle istituzioni di sostenere una categoria che, nonostante le sfide, continua a svolgere un ruolo cruciale nell’economia e nella cultura del paese.