La corsa per la successione a Kishida in Giappone è affollata e competitiva, vediamo insieme i nove candidati in lizza
Venerdì si terranno in Giappone le elezioni interne del Partito Liberal Democratico (PLD), il partito conservatore attualmente al governo. Queste elezioni determineranno il nuovo leader del partito, che diventerà anche il nuovo primo ministro del paese. Le elezioni sono state convocate in seguito alle dimissioni del primo ministro Fumio Kishida lo scorso mese, dopo una serie di scandali legati a presunti fondi irregolari. Queste elezioni sono tra le più competitive e aperte degli ultimi anni, con nove candidati in corsa, molti dei quali sono politici di spicco e influenti.
La corsa in Giappone per succedere a Kishida è affollata, ecco perché
Le elezioni interne del PLD non riguardano solo la scelta del nuovo leader del partito, ma anche quella del futuro primo ministro. Poiché il partito, insieme ai suoi alleati minori, detiene una maggioranza schiacciante nel parlamento giapponese, è praticamente certo che chi verrà eletto leader del PLD diventerà anche il nuovo premier e guiderà il partito alle prossime elezioni generali, previste per la fine dell’anno prossimo.
Non è comune nella storia del PLD vedere una competizione così ampia e con candidati di alto profilo. In passato, le potenti fazioni interne del partito, simili alle correnti dei partiti italiani ma molto più strutturate e influenti, indirizzavano i voti verso pochi candidati favoriti, escludendo gli altri. Tuttavia, l’ex primo ministro Kishida ha sciolto la maggior parte di queste fazioni a causa del loro coinvolgimento nello scandalo dei fondi irregolari. Questo ha aperto la strada a una competizione più aperta, con numerosi politici conservatori che si sono candidati, convinti che fosse il loro momento. Questo ha reso le elezioni particolarmente imprevedibili, tanto che alcuni le hanno paragonate al “selvaggio West” della politica giapponese.
Le elezioni per la leadership del Partito Liberal Democratico si svolgeranno in due turni. Al primo turno potranno votare sia i parlamentari del PLD sia una rappresentanza di circa un milione di iscritti al partito. Il voto degli iscritti e quello dei parlamentari avrà un peso pressoché pari, grazie a un sistema complesso che bilancia l’influenza dei due gruppi. Se uno dei candidati riuscirà a ottenere il 50% dei voti al primo turno, verrà eletto immediatamente. Tuttavia, è altamente probabile che sarà necessario un secondo turno, che si terrà subito dopo il primo, tra i due candidati più votati. In questo secondo turno, solo i parlamentari avranno diritto di voto, e il vincitore sarà scelto a maggioranza.
Tra i nove candidati che si sono presentati, tre sono considerati i principali favoriti: Shinjiro Koizumi, Shigeru Ishiba e Sanae Takaichi.
Shinjiro Koizumi, ex ministro dell’Ambiente, è uno dei candidati favoriti. A soli 43 anni, è considerato molto giovane per gli standard della politica giapponese, e se fosse eletto, diventerebbe il più giovane leader del PLD e il più giovane primo ministro nella storia del Giappone. Sebbene la sua giovane età lo faccia percepire come un candidato di cambiamento, Koizumi proviene da una nota dinastia politica: suo padre, Junichiro Koizumi, è stato primo ministro dal 2001 al 2006 ed è ricordato come un riformista.
Nonostante sia considerato il favorito per la leadership, la posizione di Koizumi si è leggermente indebolita nelle ultime settimane. Le sue performance nei dibattiti tra i candidati sono state considerate insoddisfacenti, e hanno rivelato una certa inesperienza. Tuttavia, Koizumi resta una figura centrale nelle elezioni, con un programma che punta a dare nuovo dinamismo all’economia giapponese attraverso politiche di liberalizzazione e deregolamentazione. Tra le sue proposte, vi è quella di rendere più semplice per le aziende licenziare i dipendenti e aprire il mercato giapponese alle piattaforme di ride-sharing, attualmente vietate.
Koizumi è anche un sostenitore del diritto delle donne giapponesi sposate a mantenere il proprio cognome. Una legge giapponese del 1898 stabilisce che entrambi i membri di una coppia sposata devono adottare lo stesso cognome, che può teoricamente essere sia quello della moglie che del marito. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi (circa il 95%), le donne finiscono per adottare il cognome del marito, in linea con i tradizionali valori della società giapponese. Negli ultimi mesi, la questione dell’abrogazione di questa legge è diventata uno dei temi principali della campagna elettorale, utilizzata dai candidati per dimostrare il proprio grado di progressismo.
Tuttavia, Koizumi non è esente da critiche. Visita regolarmente il tempio Yasukuni a Tokyo, dove sono sepolti tra gli altri criminali di guerra giapponesi della Seconda guerra mondiale. Le visite al tempio sono fonte di polemica da decenni, poiché sono viste come un segno di nazionalismo e sono state spesso sfruttate dai leader conservatori giapponesi per riaffermare il loro patriottismo.
Il secondo candidato favorito è Shigeru Ishiba, un veterano della politica giapponese. Ishiba è entrato in parlamento per la prima volta negli anni Ottanta e ha cercato di diventare leader del PLD per ben cinque volte, senza mai riuscirci. È considerato il candidato più indipendente, e i sondaggi lo indicano come il più apprezzato dalla popolazione giapponese nel suo complesso, anche se non gode dello stesso supporto all’interno del partito.
Ishiba è noto soprattutto per la sua attenzione alla difesa e per la sua ossessione per tutto ciò che riguarda l’apparato militare giapponese. Ex ministro della Difesa, Ishiba ha proposto la creazione di una sorta di NATO asiatica e sostiene apertamente il governo di Taiwan. Il suo ufficio è famoso per essere decorato con modellini di jet e navi da guerra, a testimonianza della sua passione per le questioni militari.
In termini di politiche sociali, Ishiba si distingue all’interno del PLD per il suo sostegno alla legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso, una posizione rara nel partito. È anche favorevole, come Koizumi, a permettere alle donne sposate di mantenere il proprio cognome.
La terza candidata favorita è Sanae Takaichi, attualmente ministra della Sicurezza economica e una delle esponenti più a destra del PLD. Takaichi era strettamente alleata con l’ex primo ministro Shinzo Abe, assassinato nel 2022, e dice di ispirarsi apertamente alla figura dell’ex prima ministra britannica Margaret Thatcher. Tuttavia, il suo programma economico è piuttosto cauto in termini di riforme e liberalizzazioni.
Takaichi è contraria al matrimonio tra persone dello stesso sesso e al diritto delle donne sposate di mantenere il proprio cognome. Inoltre, ha promesso che, se eletta prima ministra, visiterà ufficialmente il tempio Yasukuni, mostrando apertamente il suo nazionalismo. È nota anche per minimizzare le atrocità e i crimini di guerra commessi dal Giappone durante la Seconda guerra mondiale, una posizione che ha suscitato molte critiche.
Altri candidati
Oltre ai tre principali candidati, ci sono diversi altri nomi influenti in corsa per la leadership del PLD. Tra questi, la ministra degli Esteri Yoko Kamikawa, l’ex ministro della Salute Katsunobu Kato, e un altro ex ministro degli Esteri, Yoshimasa Hayashi. Questi politici, sebbene meno favoriti, giocano comunque un ruolo importante nella competizione per guidare il partito e, di conseguenza, il paese.
In conclusione, le elezioni per la leadership del Partito Liberal Democratico sono cruciali non solo per il futuro del Giappone, ma anche per la direzione che prenderà il PLD nei prossimi anni. Con una competizione così aperta e candidati di alto profilo, il risultato di queste elezioni potrebbe segnare un’importante svolta nella politica giapponese.