“La causa delle esplosioni ancora non è stata determinata. Esiste la possibilità che si sia prodotta un’interferenza esterna attraverso un missile, una bomba, o una qualsiasi altra azione”. Le parole, che contrastano con le prime dichiarazioni rilasciate a poche ore dalle violente esplosioni che hanno messo in ginocchio Beirut, arrivano dal presidente del Libano, Michel Aoun, citato dall’emittente Mtv Lebanon.
Non si tratta, comunque, di una vera e propria marcia indietro: Aoun ha infatti confermato che che l’ipotesi principale resta quella del nitrato d’ammonio male immagazzinato nel porto della capitale. Tutto ciò mentre il bilancio delle vittime supera quota 150, mentre i feriti salgono a più di 5mila.
Chieste alla Francia le immagini aeree delle esplosioni
Il presidente libanese ha poi rivelato di aver chiesto ad Emmanuel Macron, il suo omologo francese in visita nel Paese mediorientale, che la Francia fornisca al Libano “le immagini aeree dell’esplosione. Se non le hanno, chiederemo ad altri Paesi per determinare se si sia trattato di un attacco esterno“.
Lo stesso Macron aveva paventato l’ipotesi di un’inchiesta internazionale per far luce sulle cause delle esplosioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano An Nahar, il capo dello Stato libanese è però riluttante, perché a suo dire un’inchiesta internazionale punterebbe a “distorcere la verità”, e un verdetto perderebbe di significato se richiedesse troppo tempo per la sua emissione.
Monta la protesta in piazza a Beirut
Nel frattempo il popolo libanese è pronto a tornare in piazza proprio a Beirut per protestare contro il governo: nella serata di giovedì decine di manifestanti hanno riempito Piazza dei Martiri per chiedere le dimissioni dei vertici politici del Libano. I contestatori chiedono da tempo anche un’ampia riforma della costituzione. La polizia, però, ha reagito con la forza e nella giornata di venerdì la situazione non si è ripetuta. Il bilancio degli scontri notturni è di circa 20 feriti, come riferiscono i media locali.
In piazza, venerdì, solo pochi gruppi di volontari intenti a dare una mano nel lavoro di pulizia delle strade. Una grande manifestazione, però, è prevista per sabato: non manca la preoccupazione da parte del governo.