A Berlino terremoto all’interno della coalizione di maggioranza, il cancelliere silura Christian Lindner e piazza al suo posto Joerg Kukies
Terremoto nel governo tedesco: il ministro delle Finanze Christian Lindner è stato licenziato dal cancelliere Olaf Scholz dopo aver proposto di anticipare le elezioni al 2025. La decisione di Scholz ha segnato il definitivo crollo della fragile coalizione tra socialdemocratici, liberali e verdi, che da mesi era in tensione per disaccordi sulla politica economica e sociale del Paese.
La controversia ha raggiunto il suo apice mercoledì, durante una riunione tra Lindner, Scholz e il ministro dell’Economia Robert Habeck, in cui il ministro delle Finanze ha proposto il voto anticipato per superare l’impasse e rispondere alle crescenti pressioni interne ed esterne. Scholz, irritato dalla mossa, ha licenziato Lindner, affermando di non poter più contare sulla sua lealtà. “Lindner ha infranto la mia fiducia troppe volte”, ha dichiarato il cancelliere, sottolineando come il ministro fosse più preoccupato di difendere gli interessi del suo partito, l’FDP, piuttosto che quelli della coalizione.
A poche ore dall’annuncio, Olaf Scholz ha nominato Joerg Kukies, ex consigliere economico e fidato collaboratore, come nuovo ministro delle Finanze. Kukies, con un background da banchiere presso Goldman Sachs e già segretario di Stato durante il mandato di Scholz al ministero delle Finanze, è ritenuto un uomo di fiducia, con l’esperienza necessaria per guidare la Germania attraverso questa fase critica.
Dimissioni in serie
Il licenziamento di Lindner ha portato a una serie di dimissioni di ministri appartenenti al suo partito, l’FDP. I ministri della Giustizia, Marco Buschmann, e della Ricerca, Bettina Stark-Watzinger, hanno abbandonato i loro incarichi, segnalando il collasso della rappresentanza dell’FDP all’interno del governo. Tuttavia, il ministro dei Trasporti, Volker Wissing, ha deciso di mantenere la sua posizione, lasciando il partito ma non il ministero, in una mossa vista come un tentativo di assicurare una certa continuità all’interno dell’esecutivo.
La sfida internazionale
Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, l’Europa si trova in una posizione di fragilità e incertezza. L’amministrazione Trump potrebbe ridurre il sostegno agli alleati europei e all’Ucraina, creando una spaccatura nel fronte occidentale. Olaf Scholz ha dichiarato che la Germania rimarrà un “partner transatlantico affidabile”, ma molti, sia nell’opposizione che all’interno della sua stessa coalizione, mettono in dubbio la capacità dell’attuale governo di mantenere una linea chiara.
L’opposizione tedesca, guidata dal CDU di Friedrich Merz, ha colto l’occasione per criticare duramente Scholz e chiedere nuove elezioni. “Penso che questo governo non sia più in grado di dare veri impulsi al Paese”, ha dichiarato Thomas Erndl, deputato della CSU, mentre cresce la preoccupazione per una Germania instabile proprio mentre l’Unione Europea potrebbe essere costretta a ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti per la sicurezza.
Anche l’alleanza con Viktor Orban, leader ungherese noto per le sue posizioni filo-russe e critico dell’Unione Europea, solleva interrogativi. Con Orban che si congratula prontamente con Trump, l’UE rischia di trovarsi spaccata tra chi sostiene un’alleanza euro-atlantica e chi cerca di esplorare alternative che potrebbero portare a una maggiore autonomia europea, ma anche a pericolosi compromessi politici.