Migliaia di civili sono in procinto di abbandonare l’Ucraina per trovare rifugio in Russia. Denis Pushilin, che guida l’autoproclamata Repubblica di Doneck (DPR), ha infatti annunciato per oggi, venerdì 18 febbraio, un’evacuazione di massa dei residenti dell’area metropolitana di Donetsk, città dell’Est del Paese. Area, quest’ultima, dove da questa mattina è in corso una serie di bombardamenti.
Evacuazione Ucraina: priorità a donne, bambini e anziani
Come riporta Donetsk News Agency, i primi ad essere evacuati saranno donne, bambini e anziani. Se la notizia dovesse essere confermata, si tratterebbe di un forte segnale per l’inizio di una possibile invasione russa dell’Ucraina. E, di conseguenza, per lo scoppio di un conflitto armato.
“Da oggi, 18 febbraio, è organizzata una partenza centralizzata di massa della popolazione verso la Federazione Russa. I primi ad essere soggetti all’evacuazione sono donne, bambini e anziani”, ha dichiarato il leader separatista filorusso della DPR in una nota.
La Duma chiede l’annessione delle regioni filorusse
Donetsk, insieme a Luhansk, è il principale obiettivo della politica di espansione del Cremlino. Le due regioni, situate nell’area del Donbass, si sono infatti auto-dichiarate indipendenti da Kiev nel 2014, con Pushilin alla guida dei separatisti filorussi.
Proprio nei giorni scorsi il parlamento di Mosca, la Duma, ha chiesto al presidente Vladimir Putin il formale riconoscimento della sovranità russa sulle due regioni. Donetsk è la prima città dell’Ucraina orientale per popolazione, con un totale di oltre 1,4 milioni di abitanti.
Il ritratto del leader separatista Denis Pushilin
Denis Pushilin si è imposto come leader e voce dei separatisti filorussi proprio nel 2014, dopo la rivolta di piazza Majdan, che aveva portato alla deposizione dell’allora presidente ucraino Viktor Janukovich. Ex guardia, venditore di caramelle e promoter di uno schema piramidale, è attualmente sotto sanzioni europee.
Un mese dopo l’occupazione del palazzo del governatore di Donetsk, nel maggio del 2014, ha promosso un referendum sull’indipendenza del Donbass. Da questo sono nate le due autoproclamate repubbliche indipendenti, anche se solo la Federazione Russa ha riconosciuto la validità della consultazione popolare.