Convivere con il coronavirus è possibile? Sono passati ormai due anni dall’inizio della pandemia, ma i governi di tutto il mondo stanno ancora facendo i conti con il Covid-19. Chi ha optato per una politica di restrizioni e chiusure, chi ambisce all’immunità di gregge naturale, chi ha deciso di convivere con il Covid-19. La lotta contro il coronavirus assume sembianze diverse, a seconda del paese, del livello dei contagi e della sua storia identitaria.
Secondo un’indagine della CNN, sono cinque i paesi che hanno adottato un modello di convivenza con il virus. Tra questi, alcuni hanno un tasso di vaccinazioni invidiabile, altri hanno deciso che i costi delle continue restrizioni superino i benefici. Dalla Danimarca al Sudafrica, ecco le cinque nazioni da tenere d’occhio per capire come si evolvono le loro strategie e la loro lotta al coronavirus.
La Danimarca dice “basta” alle restrizioni, ma il suo tasso di vaccinazione è invidiabile
Il 10 settembre 2021, la Danimarca ha revocato tutte le restrizioni legate alla pandemia. Per il governo danese, “il coronavirus non rappresenta più una minaccia fondamentale per la società“. I danesi possono andare nei locali notturni, mangiare al ristorante senza mascherina e utilizzare i mezzi di trasporto senza esibire il passaporto vaccinale. Quale la chiave del successo danese? Sicuramente, la campagna di vaccinazione. Il 13 settembre, oltre il 74% della popolazione danese risultava completamente vaccinata contro il Covid-19. “La velocità di trasmissione è attualmente pari a 0,7“, ha twittato mercoledì il ministro della Sanità Magnus Heunicke. Ma il governo danese mette le mani avanti. “Anche se in questo momento siamo in una buona posizione, non siamo fuori dall’epidemia. E il governo non esiterà ad agire rapidamente se la pandemia minaccia di nuovo importanti funzioni nella nostra società“, ha concluso il ministro della Sanità.
Singapore prova a convivere con il Covid, ma la variante Delta non aiuta
Anche Singapore ha deciso di adottare un modello di convivenza con il virus. Lo ha annunciato a giugno con misure volte a intensificare la campagna di vaccinazione e parallelamente allentare le restrizioni. “La cattiva notizia è che il Covid-19 potrebbe non scomparire mai. La buona notizia è che è possibile conviverci normalmente“, avevano scritto i massimi funzionari di Singapore per il Covid-19 in un editoriale di giugno. Le autorità hanno iniziato ad allentare alcune restrizioni ad agosto, consentendo alle persone completamente vaccinate di cenare nei ristoranti e di riunirsi in gruppi di cinque, rispetto a due. Ma un’ondata di casi provocati dalla variante Delta ha messo a dura prova questa strategia, portando i funzionari a sospendere ulteriori riaperture.
La Thailandia apre ai visitatori, ma la campagna vaccinale è indietro
Dopo Danimarca e Singapore, troviamo la Thailandia, pronta ad aprire nuovamente le porte di Bangkok e di altre destinazioni popolari ai visitatori stranieri. Probabilmente, a partire già dalla prossima settimana, nel tentativo di rilanciare il settore del turismo, risorsa essenziale per l’economia thailandese. I turisti che sono completamente vaccinati contro il Covid-19 potranno entrare nelle seguenti destinazioni: Bangkok, Hua Hin, Pattaya e Chiang Mai. Anche l’isola di Phuket ha riaperto dal 1° luglio ai visitatori senza requisiti di quarantena. Sebbene abbia mantenuto basso il numero di infezioni nel 2020, la Thailandia fatica a tenere sotto controllo i casi quest’anno e la campagna vaccinale è in ritardo. Il 13 settembre, poco meno del 18% della popolazione thailandese era completamente vaccinata. Alla luce dei dati, la domanda è inevitabile: avrà successo il modello thailandese?
Il Sudafrica allenta le restrizioni, ma la variante Delta è ancora una minaccia
Il Sudafrica è tra i pochi paesi al mondo che ha iniziato ad allentare le restrizioni contro il Covid-19 dopo mesi di dure restrizioni. Il coprifuoco notturno è stato allentato, la dimensione degli assembramenti consentiti è aumentata e le restrizioni sulla vendita di alcolici sono state ridotte. L’allentamento delle restrizioni, annunciato domenica, è degno di nota in un paese che ha superato gran parte della pandemia con regole di distanziamento sociale estremamente rigide, vietando tutti gli incontri tranne i funerali e dove i tassi di vaccinazione rimangono bassi. “La terza ondata non è ancora finita, ed è solo attraverso le nostre azioni individuali e collettive che saremo in grado di ridurre il numero di nuove infezioni“, ha affermato il presidente Ramaphosa.
Cile: elogiato per la campagna vaccinale, apre ai turisti
Elogiato a livello internazionale per la sua campagna di vaccinazione, il Cile ha vaccinato quasi l’87% della popolazione. Giovedì scorso, le autorità sanitarie hanno approvato l’uso del vaccino cinese Sinovac per i bambini dai sei anni in su e le vaccinazioni sono in corso a partire da lunedì. Nonostante la minaccia rappresentata dalla variante Delta, il governo ha da poco annunciato le mosse per riaprire il paese al turismo internazionale dal 1° ottobre. Gli stranieri non residenti potranno entrare purché soddisfino determinati requisiti e si isolino per cinque giorni all’arrivo. “Il fatto che i turisti stranieri possano venire in Cile è un passo importante per la ripresa del turismo“, ha affermato il sottosegretario al Turismo José Luis Uriarte.